Festa per i 50 anni del Kodokan fondato da Giorgio Sozzi
"La certezza è di avere speso il mio tempo per costruire qualcosa che vale. La speranza è di esserci in minima parte riuscito" . (M. GIORGIO SOZZI)
La mia vuole essere una piccola testimonianza, ho vissuto la famiglia del Kodokan attraverso due generazioni, la mia (breve esperienza) con il Maestro Giorgio Sozzi e quella di mia figlia, con i Maestri Andrea ed Ilaria Sozzi. Due generazioni, lo stesso entusiasmo e gli stessi valori trasmessi attraverso il judo e riportati nella vita di tutti i giorni: lavoro, dedizione, rispetto, solidarietà e condivisione. Ieri sera nell'area esterna del dojo in via Corte tanti amici, allievi ed ex atleti, si sono ritrovati per festeggiare una storia durata 50 anni e che non si ferma.
Dietro la solita voglia di scherzare e di festeggiare di Andrea ed Ilaria (come spesso succede nel dojo per un compleanno o una nuova cintura nera) ieri sera c'era molto di più: un'emozione che nasce ancor prima di quella frase con cui ho aperto l'articolo quella dell'indimenticato Giorgio Sozzi (frase presente nel libro uscito lo scorso anno è scritto da Andrea 'Qualcosa che vale. Giorgio Sozzi e l'avventura nel judo').
Nel video c'è tutto (anche la consegna di un regalo tanto emozionante quanto inaspettato) e ci sono tutti gli amici intervenuti, senza distinzioni di nome o di carica, perché il Kodokan Cremona è e resterà sempre una grande famiglia dove l'ultimo arrivato sarà il primo ad essere aiutato e dove nessuno viene lasciato indietro. Ieri sera a tutti coloro che sono intervenuti sono stati omaggiati dell'edizione speciale di 'Kodokan dal 1971 il judo a Cremona' il periodico fondato da Giorgio Sozzi, che dal 1984 accompagna la vita del dojo. In Giapponese “ju-do” significa “via (do) dell’adattabilità (ju)” e “Kodokan” significa “scuola per imparare la via”.
Ed è proprio di questo che parla l'articolo di apertura, quella virtù che ha permesso al Kodokan di andare avanti adattandosi alla situazione creatasi per causa della pandemia. I corsi in presenza sono diventati appuntamenti online per agonisti e non, per bambini e diversamente abili.
Sul sito del Kodokan a questo indirizzo http://www.kodokancremona.it/50anni%20kodokan.htm
si può scaricare e leggere la storia raccontata attraverso gli eventi e le persone in questi 50 anni, che dal 1971 ci hanno portato fino ad oggi.
Questa che segue è l'introduzione scritta Andrea Sozzi:
'Cinquant’anni di vita, per una società sportiva, non sono uno scherzo. Mezzo secolo di incontri, dialoghi, allenamenti, trasferte, eventi, amicizie. Attraverso il Kodokan sono passate migliaia di persone. Qualcuno è sceso dal tatami ancora ragazzo, ed è ritornato adulto, per accompagnare i figli: dei primi judoka del Kodokan, sul tatami, oggi ci sono i nipoti. Le generazioni si incrociano nel dojo del Kodokan Cremona, che ha cercato di essere punto di riferimento costante, pur adattandosi di continuo a un mondo che, da quel lontano 1971, è cambiato moltissimo. Non è mutata però la voglia di dare un contributo positivo alla comunità, di segnare una via per il progresso comune, accogliendo tutti, senza pregiudizi verso quegli “ultimi” che al Kodokan non si sono mai sentiti tali. Una visione, questa, inclusiva “ante litteram”, che ha fatto di Giorgio Sozzi -a dieci anni dalla sua scomparsa, possiamo di dirlo senza timore di smentite- un pioniere nel judo, nello sport, e forse anche nel modo di intendere la società. Il judo speciale per allievi con disabilità intellettiva, proposto da Sozzi negli anni ‘80, è stata l’anticipazione di quelle istanze di inclusività e progresso che ora, giustamente, tutte le agenzie educative perseguono, ma che, all’epoca, erano guardate con diffidenza e sospetto.
"Il Kodokan era, nella mente di Giorgio, poco più che un’idea, che poggia va su poche risorse concrete: alcuni tatami da montare e smontare, pochi allievi, nessuna sede. Il dojo ha migrato attraverso i luoghi più fatiscenti e lugubri di Cremona, prima dell’edificazione di una sede idonea. Ma lo spirito è stato più forte delle avversità, e l’ultima magia di Giorgio Sozzi è stata immettere nella sua idea di Kodokan così tanta energia da farla continuare a vivere e crescere anche senza di lui, il Maestro. Dedico questo breve volume a Giorgio Sozzi e ai judoka del Kodokan, con un pensiero agli amici che ci hanno lasciato, e che vivono sempre, sempre nel grande cuore del Kodokan Cremona". (Andrea Sozzi)
Segue il testo che racconta come nacque il Kodokan Cremona del Maestro Giorgio Sozzi.
"La nascita del Kodokan Cremona"
'Ero nel sicuro porto di una palestra perfettamente organizzata, bel tappeto, docce calde, riscaldamento d’inverno, pulizie, por- tineria. Facevo parte del consiglio sociale e tenevo con un certo successo e buon seguito due corsi, per bambini e giovani, che mi gratificavano: insomma, ero nel calmo mare della tranquillità. Ma, in una sera d’aprile 1971, qualcosa di strano, un’idea mi penetrò all’improvviso nella mente, come una freccia scagliata da chissà dove, mentre, seduto, ascoltavo, distrattamente in ve- rità, senza sentirmi coinvolto più di tanto, la discussione che si svolgeva fra i vari consiglieri convocati in riunione. Sollecitato ad intervenire, laconicamente annunciai che, agli argomenti, non ero più interessato, in quanto, a partire da quel preciso mo- mento, mi dichiaravo dimissionario della società. E così lasciai il porto sicuro, superai il calmo mare della tranquillità, passai le colonne d’Ercole e feci vela verso l’ignoto. Caricai dunque, a rate perché troppo pesanti, i 18 tappeti della vecchia materassina di lotta sulla "bianchina" di mio padre, targata "CR4444' e, in un pomeriggio di luglio, sotto una rara quanto violenta pioggia, portai il tappeto presso il salone piano terra dell’ex Asilo Martini. Kodokan bagnato, Kodokan fortunato, pensai [...] '
da' Giorgio Sozzi, Kodokan Cremona. 20 anni di amicizia', 1991
Buon compleanno Kodokan Cremona!
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