22 luglio 2021

Fondi Covid usati per progetti di "Cultura partecipata" anziché per le famiglie: interrogazione di Ceraso (Viva Cremona)

Ancora una volta si rileva come i fondi che avrebbero dovuto essere elargiti a famiglie e imprese colpite dalla crisi legata alla pandemia vengano utilizzate dal Comune per finanziare iniziative che nulla hanno a che vedere con l'emergenza Covid 19”. A dichiararlo è Maria Vittoria Ceraso, consigliere comunale per Viva Cremona, che sull’utilizzo delle risorse pubbliche ha presentato un’interrogazione al Comune. 

Il progetto Cultura Partecipata - spiega Ceraso - è nato con l'Amministrazione Galimberti nel 2014/2015 ed è stato riproposto per tutti gli anni successivi tra le attività di promozione culturale del Comune non legati ad alcuna emergenza e sempre finanziato attraverso risorse proprie o sponsorizzazioni”. Come mai, chiede la consigliera, “quest’anno la stessa iniziativa risulta legata all'emergenza  quando tra l'altro nemmeno uno dei progetti finanziati ha qualche attinenza con il tema della pandemia essendo i filoni tematici a cui dovevano ispirarsi i progetti (Cremona bellissima, Cremona nella storia e Cremona dei giovani) del tutto estranei al Covid 19? Qual'è a questo punto il discrimine tra ciò che può essere finanziato dai fondi Covid e ciò che non può esserlo?”.

Di fatto, osserva Ceraso, “sembra che per il Comune ci possa stare dentro un po' di tutto (vedi anche i 380.000 euro dei lavori del Ponchielli) tranne ad esempio i buoni spesa non più previsti per il 2021 (nel 2020 erano stati finanziati ben due bandi per attribuirli) nonostante siano  ben note  le gravi difficoltà che stanno vivendo le famiglie, documentate anche dal quel triste primato che vede  Cremona al secondo posto in regione per aumento dei prestiti personali, segno che le stesse sono sempre più costrette a ricorrere al credito per far quadrare i conti”.

Questo, avverte la consigliera, “non significa che il lavoratori e le associazioni del mondo della cultura non vadano sostenuti ed aiutati ma ciò dovrebbe avvenire attraverso lo strumento corretto e trasparente di un bando che stabilisca i presupposti legati all'emergenza in base ai quali è possibile ottenere un contributo. Così come è avvenuto per le famiglie nel 2020 che per ottenere i buoni spesa hanno dovuto dichiarare la perdita del lavoro o i minori introiti a causa del Covid e come avverrà per le imprese che ancora attendono la distribuzione dei 600.000 euro di avanzo vincolato fondi Covid19 in quanto solo nei giorni scorsi la Giunta ha approvato  un bando che prevede però criteri molto stringenti legati alla diminuzione di fatturato a causa dell'emergenza per avere qualche centinaia di euro di ristoro”.

Conclude Ceraso: “In realtà la cosa che vien da pensare è che quest'anno non siano arrivate sponsorizzazioni ad esempio da Linea Group Holding Spa come nel 2020 (chissà perché visto che la società va benissimo!!) e che quindi l'Amministrazione abbia deciso all'ultimo (nulla è accennato nel bando "Cultura Partecipata" circa la fonte di finanziamento dei progetti attraverso fondi Covid)  di utilizzare i fondi legati all'emergenza. Un'azione che probabilmente dal punto di vista contabile risulterà come sempre formalmente corretta… ma dal punto di vista dell'opportunità lascia davvero l'amaro in bocca”.


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