Geloso, perseguitava la fidanzata 19enne arrivando anche alle percosse: nei guai un 23enne, non potrà più avvicinarsi a lei
Il Commissariato P.S. di Crema ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, emesso dal GIP del Tribunale di Cremona, nei confronti di un cittadino italiano di anni 23 resosi responsabile dei reati di: Atti persecutori, Percosse e Danneggiamenti nei confronti della fidanzata, una ragazza italiana di anni 19.
Il provvedimento veniva applicato al termine di una complessa e mirata attività d’indagine svolta dal Commissariato a seguito della denuncia sporta dalla giovane che presentatasi presso questi Uffici denunciava di subire vessazioni e maltrattamenti da alcuni anni dall’uomo con cui aveva una relazione sentimentale.
I comportamenti illeciti, subiti dalla ragazza anche quando quest’ultima era minorenne, consistiti in violenza fisica e psicologica, ingeneravano un fondato timore nella vittima per la propria incolumità costringendola a modificare il suo stile di vita.
La vittima dopo aver subito dal fidanzato per anni queste condotte, finalizzati ad imporre alla stessa di frequentare soltanto amicizie femminili a ragione della propria gelosia, esasperata dalla situazione e capendo che non si sarebbe risolta ma al contrario si sarebbe aggravata sempre di più, decideva di rivolgersi alla Polizia di Stato per aver un aiuto.
L’escalation si aveva una sera di qualche settimana fa quando l’indagato attendeva la donna sulla pubblica strada all’esterno di un locale di Milano e dopo averla rincorsa e raggiunta l’afferrava per i capelli e la prendeva a schiaffi.
Nei giorni successivi continuavano le vessazioni con chiamate incessanti anche in ore notturne e reiterate minacce.
Le investigazioni svolte da questo Ufficio permettevano di acquisire elementi comprovanti le responsabilità dell’indagato nelle vicende in questione; veniva attivata la prevista procedura denominata “CODICE ROSSO” che consentiva all’A.G. di emettere in breve tempo la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Visto il crescendo delle condotte poste in essere dall’indagato, sempre più gravi e pericolose, si ritiene che il provvedimento restrittivo abbia evitato ulteriori fatti criminosi a danno della donna.
Si segnala che con la legge nr.69 del 2029 (c.d. codice rosso) sono state apportate modifiche al codice penale e a quello di procedura penale, introducendo alcuni nuovi reati (Diffusione illecita di video sessualmente espliciti, Deformazione dell’aspetto della persona, ecc.), prevedendo un incremento delle pene per i delitti relativi alla violenza di genere e una sorta di corsia accelerata per la trattazione urgente di tali procedimenti. E’ proprio grazie a questi nuovi strumenti che si è potuto in tempi brevi mettere in sicurezza la vittima e porre fine alle condotte persecutorie.
La norma prevede anche la possibilità per gli autori delle violenze in questione di avviare specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano della prevenzione e dell’assistenza, che potrà consentire loro di ottenere un aiuto da un punto di vista psicologico e i relativi benefici giudiziari.
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