Gentili, Rodini, Ranieri: un sogno che si avvera e 4 medaglie olimpiche. Il ringraziamento a Cremona e un invito ai giovani
Sabato 28 settembre, presso l’Università Cattolica Campus Santa Monica a Cremona, si è tenuta una serata dedicata a tre atleti che, in momenti diversi, hanno raggiunto il loro sogno.
Ad accoglierli, insieme a Matteo Burgazzoli Vice-Direttore della sede di Cremona, oltre alla stampa anche tanti studenti, amici ed autorità cittadine.
In ordine di tempo Giacomo Gentili, è stato colui che, con la medaglia al collo, ha ancora fresche le immagini della vittoria alle Olimpiadi di Parigi dello scorso agosto, dove ha vinto la medaglia d’argento nel 4 di coppia maschile, insieme a Andrea Panizza, Luca Chiumento e Luca Rambaldi.
Insieme a lui un’altra atleta cremonese con cui ha condiviso la stessa passione, la stessa società di appartenenza (la Canottieri Bissolati) ed una medaglia olimpica. In questo caso si deve tornare alle Olimpiadi del 2020 (svoltesi poi nel 2021) a Tokyo, dove Valentina Rodini ha vinto la medaglia d’oro nel doppio pesi leggeri, in coppia con Federica Cesarini.
Insieme a loro un ospite che potrebbe essere considerato un fratello maggiore, un esempio da seguire, se non per l’età, per l’esperienza sportiva che li accomuna. Da Casalmaggiore a condividere la sua esperienza è arrivato Simone Raineri, vincitore della medaglia d'oro ai Giochi di Sydney del 2000 e della medaglia d'argento ai Giochi di Pechino del 2008. In entrambe le occasioni, con il quattro di coppia.
Ad aprire la conferenza è stato Giacomo Gentili, che ha voluto sottolineare la soddisfazione del traguardo conseguito ringraziando chi lo ha aiutato ed accompagnato in questo percorso:“E’ un piacere ed un onore avere al collo questa medaglia dopo tanto sacrificio, e soprattutto dopo la delusione di Tokyo, questa medaglia è di un argento che vale oro. Ringrazio Cremona e la Canottieri Bissolati che mi ha cresciuto e dato tanto, dove ho iniziato ed intrapreso un percorso lungo e faticoso. Fare canottaggio è un’esperienza dura e non abbiamo tutta la visibilità che hanno altri sport. L’olimpiade era il mio sogno nel cassetto sin da bambino e raggiungere questo traguardo è stata un’emozione unica, che mi ha dato una gioia infinita. Devo ringraziare chi mi ha dato il supporto in questi anni, soprattutto dopo la delusione dell’Olimpiade di Tokyo”.
La parola è successivamente passata a Valentina Rodini, che ha vissuto l’Olimpiadi di Parigi nelle vesti di ambasciatrice dello sport italiano:”Quest’anno non sono riuscita a qualificarmi per le Olimpiadi di Parigi, ma ho potuto parteciparvi, grazie ad un invito del Presidente del CONI Malagò sotto un’altra veste, quella di ‘ambassador’. Non è stato facile viverla non stando in acqua, ma è stata comunque una esperienza magnifica, mi sono goduta tutti gli sport, accogliendo gli atleti, medagliati e non, a ‘Casa Italia’, godendomi il clima Olimpico che resta qualcosa di inspiegabile”.
Giacomo Gentili ha poi parlato di quello che è stata la sua Olimpiade in acqua, nella veste di capo-voga della barca italiana:”Mi è stato chiesto se a Parigi fosse così irraggiungibile la medaglia d’oro. La mia risposta è no, ma se da capo-voga avessi fatto spingere di più la barca per attaccare l’imbarcazione olandese, ci sarebbe stata la probabilità di arrivare a perdere anche la medaglia d’argento e buona parte della responsabilità sarebbe stata mia. Nella finale, come capo voga, devi capire se sei una barca da medaglia e che posizione puoi prenderti. Dopo i 1000 metri di gara ho capito che dovevamo puntare alla medaglia d’argento per evitare di ‘scoppiare’, farci recuperare e rischiare il podio. Avevo una grande pressione ed una responsabilità da prendermi, ero consapevole di avere una ‘Ferrari’, ma dovevo saperla guidare. I miei allenatori mi hanno sempre detto che avevo dei fenomeni in barca, tra i più forti al mondo, ma se sbagli la colpa è tua. La mia attenzione in barca, più che sull’approccio fisico in gara, è relativo a quello mentale. Devi essere cinico e freddo per approcciare nel miglior modo la gara. Il capo voga è un po’ il leader del gruppo, durante la gara, ma anche negli allenamenti: deve essere in grado di gestire tutte quelle situazioni non sempre positive che si alternano nelle settimane di allenamento, anche lontano da casa, tra stanchezza e problemi ed i consigli di Simone mi hanno aiutato molto”
Chiamato in causa è toccato a Simone Raineri, sottolineare l’importanza di avere un leader nel gruppo:”Il canottaggio è uno sport che richiede molti sacrifici, anche attraverso raduni molto lunghi, vivendo a stretto contatto a volte per tre settimane al mese. Quando le cose non vanno come devono o come si vorrebbe, bisogna essere bravi a compattarsi per focalizzarsi sull’obbiettivo”.
Valentina Rodini si sente un pò di casa qui al Campus Santa Monica, cosa che la porta a parlare inevitabilmente anche della sua città:“Cremona è una piccola realtà, ma con un’enorme potenzialità, anche se magari inespressa. Io mi sono laureata qui alla Cattolica, conclusa altrove per l’impossibilità di frequentarla a distanza, ma anche questa piccola realtà sta incentivando lo sport. Cremona, una piccola città, che però ha sempre sostenuto e riconosciuto i meriti dei suoi atleti, e giustamente vuole sempre festeggiare con loro i loro traguardi”.
Giacomo Gentili si allinea con le parole di Valentina, andando più a fondo sulla necessità di approfittare di questi exploit per cercare di stimolare i giovani a fare sport:”Sono d’accordo con la Rodini, ringrazio per l’accoglienza l’Università, un Campus meraviglioso e gli sponsor che hanno creduto in noi e sostenuto anche in questo evento. Ringrazio la Bissolati per avermi aiutato in questo percorso e spero che questi successi e queste medaglie, possano fare aumentare il movimento dello sport Cremonese. Ci sono grandi potenzialità da sfruttare attraverso eventi che possano avvicinare i bambini allo sport in generale, magari anche il canottaggio che è un bellissimo sport, anche se molto impegnativo. Non tutti possono diventare dei campioni, ma lo sport è un importante trampolino per tuffarsi nella vita, ti insegna molte cose, attraverso la passione e la condivisione”.
Concetti ribaditi anche da Simone Raineri, che da allenatore di canottaggio, è passato da poco ad allenare i ragazzi di atletica leggera: “La città di Cremona deve sfruttare questi risultati, quello di Valentina, il mio e quello di Giacomo, per avvicinare maggiormente i giovani a qualsiasi tipo di sport, perchè è fondamentale per trasmettere coltivare i valori della vita”.
Parole non banali e non scontate per chi ha sudato e sofferto per arrivare a conquistare la medaglia più ambita nella vita di un atleta. L’impressione è che più che una celebrazione o una festa, sia stata un’occasione per condividere le proprie esperienze, non tanto per celebrare una medaglia che resta un traguardo per pochi eletti, ma più ribadire l’importanza del praticare uno sport, di qualsiasi disciplina si tratti, e dei benefici che ne derivano, per se stessi e per gli altri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti