Ha compiuto 90 anni il cavalcavia del cimitero. E si vede. Buche, marmi rotti, scale interrotte. Nessuna manutenzione
Le ringhiere in ferro sono arrugginite e storte. Gli accessi pedonali da via Dante sono infestati dalle erbe, sporchi e pieni di buche che mettono a rischio il cammino. Le scale per la discesa all'ingresso del cimitero sono un percorso di guerra. Uno è chiuso da mesi in attesa di lavori. I marmi erano divelti, pronti a cadere dai passamani su chi passa sotto, perfino i gradini spezzati. I marmi in pietra di Botticino sono rotti, i parapetti saltati, segno di una incuria preoccupante. L'altra discesa è ancora aperta ma percorrerla è un rischio specialmente per gli anziani che volessero accedere al cimitero. Per non parlare dell'esedra di fronte al cimitero, in origine dedicata ai caduti della rivoluzione fascista pensata con lapidi e statue di ispirazione romana ma mai completata. Eppure stiamo parlando di una struttura vincolata dalla Soprintendenza, nata con le caratteristiche del monumento che proprio qualche mese ha compiuto novant'anni ma che pare uscita ora da un bombardamento.
Il regime fascista fissò infatti per il 28 ottobre 1930 la data dell'inaugurazione di ben 132 opere pubbliche in città e provincia. A Cremona molte di queste opere realizzare per esaltare il primo podestà fascista Giovanni Bellini.
Tra queste una di quelle più imponenti fu senza dubbio il nuovo cavalcavia che, superando la ferrovia, permise ai cremonesi un accesso sicuro al cimitero. Nel 1910 l'opera era stata prevista all'altezza dell'attuale via dei Platani, poi il traffico sulle strade via Dante e viale Trento e Trieste ne consigliò lo spostamento nella sede attuale che ha anche il vantaggio di portare i pedoni davanti al portone d'ingresso del cimitero. L'opera era stata progettata dall'architetto Aldo Ranzi e dall'ingegner Contuccio Contucci ed è dedicata ai Caduti in guerra e quindi pensato come monumento. Il progetto venne illustrato nel 1926 durante la III Biennale d'arte cremonese e, insieme ai quadri di Arata, Vittori, Busini ecc, venne effettuata una mostra sul “progetto monumentale del cavalcavia del cimitero a cura dell'Ufficio Tecnico comunale. Durante la costruzione fu necessario addirittura incanalare provvisoriamente le acque del Naviglio Civico.
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