I cinque Stradivari di Madrid lasciano Palazzo Reale (l'ultima volta è stato nel 1997) per un concerto per le vittime di "Dana"
L'ultima volta che gli Stradivari del Patrimonio Nacional (ben 5) hanno lasciato il Salón de Columnas del Palazzo Reale è stato nel 1997. Quasi tre decenni dopo, questi strumenti unici attraverseranno la Plaza de Oriente per essere suonati nel Teatro Real. A dare vita al Cuarteto Palatino, noto anche come Cuarteto Real decorato, sarà il Cuarteto Casals, che suonerà "L'arte della fuga" di Johann Sebastian Bach sugli Stradivari per le vittime di Valencia colpite dalla DANA il prossimo 20 gennaio.
Non è mai uscito dalla Spagna, ma Paolo Bodini è stato ad un soffio, come presidente della Fondazione Stradivari di portare a Cremona quel famoso quintetto intarsiato di Antonio Stradivari, realizzato nel 1690 e donato nel 1702 al re Filippo V in occasione della sua visita a Cremona. Infatti erano stati firmati tutti i protocolli (alla presenza dell'allora ministro della Cultura Bondi) per far tornerà per la prima volta l'intero quartetto sotto il Torrazzo nel 2011 in occasione delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia. Oggi è gelosamente conservato nel museo degli strumenti musicali del palazzo Reale di Madrid e, per disposizione del governo spagnolo, non ha mai varcato i confini della penisola iberica. Ma l'ultima richiesta in questo senso fatta dal presidente della Fondazione Stradivari Paolo Bodini sembrava avesse buon esito. E invece i 5 violini non arrivarono.
Non si sa molto sulla nascita di questo concerto che doveva sostituire quello di Niccolò Amati già esistente a Madrid. Sembra che Antonio Stradivari non avesse voluto mai venderlo per evitare inutili contrattazioni o per non essere costretto a respingere le offerte d'acquisto, così che finì con lo stabilire un prezzo talmente esorbitante da scoraggiare gli eventuali compratori. "Il quintetto rimane a dimostrare - scrive Elia Santoro nel suo "Antonius Stradivarius - che per Antonio Stradivari non era cambiato nulla; anzi, nella bottega di San Matteo venivano adesso, di frequente, ambasciatori e musicisti austriaci: infatti Leopoldo I era appassionato di musica ed eccellente compositore. Non da meno furono i suoi due successori Giuseppe I e Carlo VI, entrambi eccellenti musicisti. A Vienna avevano avuto il merito di introdurre un nuovo e più originale stile violinistico Johann Heinrich Schmelzer ed Heinrich Ignaz Franz Biber, che condizionarono la musica tedesca anche tramite l'opera instancabile dei Benedettini e sopratutto dei Gesuiti, opera praticamente non ostacolata da alcuno fino alle riforme anticlericali di Giuseppe II. Fu in questo clima, ancor più favorevole del precedente, che Antonio Stradivari perfezionò sempre più la sua opera innovativa cominciata nel 1690 e definita dagli storici il periodo d'oro della liuteria cremonese. Ancora una volta la musica seguì, passo passo, l'affinamento acustico e tecnico degli strumenti ad arco. Attorno al primo decennio del XVIII secolo, Antonio Stradviari riuscì a produrre lo strumento definitivo, quello sul quale Vivaldi e molti altri musicisti avrebbero fatto meraviglie. Il quintetto di Spagna fu l'ultimo lavoro ad intarsio di Antonio Stradivari, almeno tra quelli conosciuti".
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