Il Comitato BiometaNo riprende forza. Sala piena per il professor Tamino. "Un impianto inquinante, realizzato solo per business in una zona compromessa ambientalmente senza migliorarla"
Sala Acli strapiena (più di 150 persone) e altri in strada perchè non hanno potuto entrare. Il Comitato BiometaNO Cremona e l'opposizione all'impianto voluto da A2A e dal Comune di Cremona si rafforza. Chi pensava che la scelta di tirare dritto con il progetto avrebbe spento il fuoco dei contrari all'insediamento di via Bosco (dove già esistono un inceneritore e un impianto a biomasse) evidentemente ha fatto male i calcoli. In tanti sono accorsi per far sentire la propria presenza ma anche per ascoltare il professor Gianni Tamino, illustre scienziato che ha fatto a pezzi con una relazione precisa, misurata e scientificamente documentata, il progetto dell'impianto industriale per produrre biometano ai confini della città.
Luigi Lipara, portavoce del Comitato, ha salutato i tanti intervenuti, i rappresentanti dei diversi comitati e i cittadini (collegati anche da facebook) e quanti in questi giorni hanno continuato a chiedere informazioni invitando a tenere duro. Chi pensava che dopo l'apertura della procedura, la strada fosse spianata per il progetto evidentemente si è sbagliato, i contrari all'insediamento sono più agguerriti che mai e pronti a sostenere l'iniziativa del Comitato.
Il sindaco di Gerre Caprioli, Michel Marchi, ha annunciato che due comuni provvederanno a mettere i primi fondi per potersi difendere e tutelare il territorio durante la procedura di VIA ma che poi sarà lanciata una sottoscrizione aperta ai cittadini.
Gianni Tamino ha raccontato di come ha avuto a disposizione solo 48 ore dalla presentazione della documentazione per leggersi le carte del progetto ma di avere già le idee chiare. La premessa di Tamino è stata che "questi impianti non hanno niente a che fare con gli obiettivi della decarbonizzazione della nostra economia e con quelli che dovrebbero essere i piani di riadattamento del nostro sistema ai cambiamenti climatici. Qualunque impianto abbia ancora la logica di bruciare qualcosa è sbagliato. Ricavare da sostanze utili per l'uomo (cibo ad esempio) per far funzionare macchine è eticamente molto discutibile, ma alimentare macchine per produrre energia e creare metano (si chiama biometano ma è metano a tutti gli effetti) e bruciando produce inquinamento insieme alla C02 che si produce quando si brucia". Tamino ha poi giudicato ridicolo che gli amministratori locali parlino di un parco dell'economia circolare che è tutt'altra cosa rispetto a quello che qui si vuole realizzare: se ci sono combustioni non può esserci economia circolare, è ua presa in giro. Il biologo ha poi esaminato nel dettaglio il progetto spiegando nel dettaglio la digestione aerobica alla base della produzione biogas. Ha poi parlato degli unici vantaggi di un impianto simile: quelli economici per chi lo realizza, cioè fondi a disposizione, contributi, incentivi e ricavi dalla vendita di gas. E in più incentivi fiscali, risparmi sull'acquisto di metano. "I soldi per realizzarlo sono nostri, ma c'è solo l'interesse privato nel farlo, non quello collettivo. E lo affermano dicendo che senza incentivi non si potrebbe realizzare."
Un simile impianto ha emissioni odorose, gassose, sonore, acque reflue, fanghi di digestione e tanto altro. Ha traffico in entrata e uscita (per il digestato). Tamino ha puntato il dito sugli odori: dal trasporto, dalla movimentazione dei prodotti, dalla movimentazione e stoccaggio del digestato oltre che dalla produzione e la combustione del biometano per il combustore (diossina e idrocarburi che sono cancerogeni) e dalla perdita stessa di metano. Dopo aver analizzato la tecnica adottata per il biometano,
Il professor Tamino ha poi puntato il dito sulla localizzazione dell'impianto in una zona come quella cremonese, tra le più inquinate d'Europa, ed è illegale realizzarlo se prima non riduciamo l'inquinamento da altre parti, così aggiungiamo elementi inquinanti in un ambiente fortemente compromesso. Oltretutto il rendimento energetico dell'impianto è molto basso.
"L'impianto proposto - ha aggiunto Tamino - è molto vicino all'ospedale (850 metri) ed è inaccettabile. Sulla carta è lontano dal centro ma è un criterio di visibilità, perchè in linea d'aria è vicinissimo. La cosa fatta male è l'alternativa di progetto: perchè lo fate? Cosa succede se non lo fate? Perchè lo fate lì? Perchè di quelle dimensioni? Perchè quel tipo di tecnologia e non altro? La cosa più divertente è l'opzione zero: il proponente dalle carte lo fa per il bene dell'ambiente e per la vostra salute, perchè si risparmierà una grande quantità di CO2. E' un filantropo! Come fanno a dirlo? Affermano: producendo il biometano che è neutro ma non è vero, evitiamo di consumare metano ma il confronto va fatto con fonti rinnovabili e non con il metano".
Viene fatto vicino all'impianto di biomasse e all'inceneritore, quindi la valutazione va fatta insieme per i tre impianti e non solo per quello che produce biometano. "Inoltre quella zona, dal punto di vista urbanistico, non è idonea ad avere quell'impianto per cui i proponenti accanto alla richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale, chiederanno anche l'Autorizzazione Unica permettendo di saltare il piano regolatore e i vincoli ambientali".
Per riascoltare l'intervento completo del professor Tamino clicca qui
Il fotoservizio è di Gianpaolo Guarneri (Fotostudio B12)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Pasquino
17 giugno 2023 02:49
Amministrazione comunale solo succube del potere