Il Comitato BiometaNO sarà presente alla manifestazione del 25 aprile: “Resistenza alla svendita del nostro territorio”
Il senso dell'iniziativa? E' presto detto: essere resistenti oggi contro la retorica delle amministrazioni che svendono il territorio. E' per questo che il Comitato BiometaNO Cremona ha annunciato in questi giorni la propria adesione al tradizionale corteo del 25 Aprile. Lo ha fatto, spiegano gli aderenti al cmitato, “raccogliendo l’appello che alcuni organi di stampa nazionali hanno lanciato nelle ultime settimane a@inché alle celebrazioni sia garantita la più ampia partecipazione di tutte forze democratiche che costituiscono la nostra società”.
Spiega Luigi Lipara, Presidente Comitato BiometaNO Cremona: “Da un anno a questa parte il nostro Comitato si è fatto promotore di una battaglia di alto valore civico, condotta all’interno di percorsi partecipativi a tutela dell’ambiente e dei beni comuni. Una battaglia che, al pari dei puntuali rilievi tecnici e amministrativi di lampante fondatezza, sta ponendo con forza anche una concreta questione democratica che non può e non deve essere espunta dal dibattito pubblico. L’inidoneità del luogo individuato per la realizzazione dell’impianto di biometano in città, all’interno del Parco del Po e del Morbasco, a ridosso delle abitazioni di via Bosco, via San Rocco, dei quartieri Battaglione e Villetta e tutte le criticità ambientali connesse al più ampio piano di investimento che si profila all’orizzonte non si risolvono infatti solo nei tecnicismi in discussione al tavolo della Valutazione di Impatto Ambientale”.
Numerosi studi scientifici, incalza Lipara, “certificano in modo inoppugnabile che il nostro territorio è uno dei più inquinati al mondo. In questo contesto la realizzazione di opere prive di qualsivoglia pubblica utilità che pregiudicano la qualità dell’ambiente e la salute dei cittadini e, come in questo caso, minacciano la destinazione urbanistica di un Parco la cui istituzione è connessa specificatamente alla salvaguardia di corridoi ecologici fondamentali, della qualità dell’aria e delle acque ed alla tutela della biodiversità, deve indurre a mettere in gioco valori etici molto più alti della mera tecnicalità”.
Uno dei nodi della questione è precisamente questo, aggiunge Lipara: “il progetto che incombe sulla città non è un’opera pubblica al servizio della collettività ma rappresenta semplicemente l’investimento speculativo di un’azienda privata che intende trarre il massimo profitto dalla vendita del metano prodotto anche attraverso la lavorazione degli scarti che in larga parte altre imprese profitdovrebbero gestire altrimenti come rifiuti, sostenendo costi maggiori. Il tutto avverrebbe caricando sulla collettività una quota consistente dei costi dell’investimento mediante l’accesso a fondi PNRR ed altri incentivi e scaricando sui cittadini i costi ambientali, sanitari e sociali dell’opera”.
"Inoltre – prosegue –, il tentativo di aggirare mediante il procedimento di autorizzazione unica i vincoli che, come rilevato dallo stesso u@icio tecnico del Comune di Cremona, sanciscono la non compatibilità urbanistica dell’opera non è una mera questione tecnica. Per decenni il Consiglio Comunale cittadino ha salvaguardato quel comparto senza modificare di una virgola i vincoli esistenti. Oggi, l’aggiramento del percorso partecipativo di variante mediante un escamotage burocratico che sposta altrove la responsabilità delle scelte pone un’ulteriore questione di enorme rilevanza democratica”.
“Nei giorni scorsi, affrontando il tema di un insediamento commerciale a Picenengo – spiega ancora il presidente del comitato –, il Presidente di una importante associazione di categoria cittadina non ha esitato a definire “immorale” quella scelta urbanistica che avrebbe occupato circa un quarto del suolo vergine che verrebbe devastato dall’impianto voluto da A2A. Che dovremmo dire, quindi, dell’operazione in atto che per stessa ammissione dei suoi sostenitori prevede ampliamenti successivi oggi non dichiarati a progetto (impianti fotovoltaici, impianto algale, ulteriori cogeneratori, altro?) mirando a trasformare in una sorta di immenso polo industriale un’area molto più vasta di quella attualmente in discussione?”.
E ancora: “Come non eccepire, inoltre, una questione democratica nel momento in cui i promotori del progetto, forti del proprio strapotere economico, cercano di screditare i cittadini e le Amministrazioni che vi si contrappongono tacciandoli con arroganza di non volere l’impianto “nel proprio giardino” ed ostentando un supponente approccio “padronale” nei confronti del territorio e delle sue risorse? Come non ribellarsi, infine, alla logica delle finte opere di mitigazione (i prati fioriti su cui espandere gli impianti) e delle opere compensative che altro non sono se non ulteriori infrastrutture funzionali agli impianti stessi?”.
Ed ecco, in chiusura, l'invito ai cittadini: “Per tutte queste motivazioni, a meno di un mese dalla Conferenza dei Servizi che condurrà alla fase decisoria, chiediamo a chi vorrà di aderire di accodarsi al nostro gruppo per testimoniare con la propria presenza assieme a noi l’alto valore civico dell’impegno che condividiamo con i Comitati e le Amministrazioni di mezza Italia contro il dilagare di logiche predatorie e speculative che contrastano con i valori della tutela dell’ambiente, della salute pubblica e della difesa di quei beni comuni che proprio la Costituzione repubblicana ci sprona a salvaguardare come patrimonio indisponibile”.
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commenti
Stefano
25 aprile 2024 22:45
A quanto pare per il biometano più che prendervela coi fascisti, dovreste prendervela col partito del vostro sindaco a fianco del quale siete sfilati.