Il mandolino di Mario Lodi e il violino di Gianni Rodari, un convegno per i due grandi pedagogisti uniti dalla musica. Restaurato lo strumento di Lodi
Due grandi pedagogisti uniti dal comune amore per la musica. L’amicizia tra Mario Lodi e Gianni Rodari era nata durante i Convegni del Movimento di Cooperazione Educativa e si era poi consolidata nel tempo grazie a una profonda reciproca stima, alla condivisione di valori e principi pedagogici, a una visione comune del progetto ideale di scuola e di società, a collaborazioni editoriali, a lettere che intercorrono tra Rodari, abbonato ai loro giornalini scolastici, e gli alunni di Lodi. Gianni Rodari e Mario Lodi pensavano a una scuola che abbia come fine la formazione del cittadino, che sia luogo aperto alla dimensione sociale, in cui trovano spazio, in modo consapevole, ricerca e pensiero critico. La scuola palestra di democrazia e di cultura è il concetto che integra e unisce la visione dell’educazione e della funzione docente dei due grandi interpreti del discorso pedagogico del nostro tempo. Un’amicizia fraterna fra due grandi intellettuali, scrittori, maestri, due personalità caratterizzate da un simile e diverso impegno educativo e civile e da una straordinaria originale attitudine creativa e sensibilità poetica. E dalla comune passione per la musica. Quest’ultimo aspetto, forse meno conosciuto, verrà approfondito e valorizzato nell’evento “Il mandolino di Mario Lodi e il violino di Gianni Rodari” in programma nel Salone Estense del Comune di Varese il 21 ottobre 2022 ore 9.30-13 organizzato dall'Academia Cremonensis in collaborazione con l'Università degli Studi dell'Insubria. Il mandolino-arpa di Mario Lodi era utilizzato dal maestro in classe per le sue lezioni di musica: è stato sottoposto nel 2022 a restauro conservativo e funzionale dall’Academia Cremonensis e restituito alla sua piena funzionalità; il restauro è stato effettuato dal maestro liutaio Luca Maria Gallo su progetto di Fabio Perrone. Il violino di Rodari, purtroppo rubato alcuni anni fa dalla sua abitazione gaviraterse, non è stato mai più ritrovato. Per supplire a tale mancanza ed offrire un oggetto simbolo che verrà custodito dal 23 ottobre 2022 nel Museo Rodari di Omegna, l’Academia Cremonensis ha realizzato un violino con essenze lignee provenienti dai boschi di Gavirate, mantenendo quindi un forte legame di territorialità con lo strumento perduto. Lo strumento, decorato da Elena Rosa Negrotti, reca alcune frasi celebri di Rodari. “Questo Progetto di restituzione e di valorizzazione di due beni musicali – ha affermato Fabio Perrone dell’Academia Cremonensis – costituisce un duplice omaggio a due grandi letterati lombardi nel centenario della loro nascita e nel contempo rende ancor più vivo ed attuale il loro pensiero: la scuola non deve soltanto istruire, ma anche e soprattutto educare... all'arte e al bello”.
Qui il programma completo dell'evento
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