14 settembre 2023

Il mito di Stradivari protagonista su giornali, riviste, libri, cataloghi della collezione di Luca Bastiani in mostra da domani nelle sale storiche della Biblioteca Statale

Antonio Stradivari continua ad alimentare il proprio mito. Vuoi perché non è stata ancora detta una parola certa sulla sua nascita, vuoi perché non se ne conoscono le fattezze, perché è stata persa per sempre la sua sepoltura ed è stata demolita improvvidamente la sua bottega. Sta di fatto che fin dalla fine dell’Ottocento, quando vi si cimentarono Lombardini e Mandelli, per arrivare al 1937 quando, in previsione delle celebrazioni del bicentenario, scese in campo la triade di studiosi raccolti intorno alla rivista farinacciana “Cremona”, Carlo Bonetti, Agostino Cavalcabò e Ugo Qualazzini, Stradivari ha rappresentato la grande ossessione. Interpretando questo spirito,  dopo la pausa estiva la Biblioteca Statale di Cremona, domani Venerdì 15 settembre, alle 17, nella Sala conferenze “Virginia Carini Dainotti” inaugurerà la mostra  “Il mistero di Stradivari”

La mostra nasce dalla proposta del liutaio e collezionista bibliofilo Luca Bastiani di esporre circa 50 pezzi della sua raccolta tra articoli di giornali, riviste, libri, cataloghi, cimeli relativi alla ‘costruzione’ dell’immagine stradivariana in un arco cronologico che va dal 1872 al 1937. Su questo nucleo si innesta il contributo della Biblioteca Statale, che può contare sul patrimonio conservato in due dei suoi fondi più significativi: il fondo “Cozio di Salabue” e il fondo “Renzo Bacchetta”. Ben noto il primo, integralmente digitalizzato e liberamente consultabile sulla piattaforma Internet Culturale del Ministero della Cultura e da anni oggetto di studi e pubblicazioni, è sul secondo (fondo “Renzo Bacchetta”) che si è voluto centrare il focus, rappresentando una vera e propria sorpresa per la ricchezza quantitativa e qualitativa del materiale conservato. Bacchetta è stato, in campo liutario, l’alter ego di Roberto Farinacci: studioso attento e scrupoloso, ossessionato dalla volontà di dipanare il “mistero”, inseguito per tutta la vita, come dimostra il raro manoscritto di quella monografia stradivariana che non riuscì ad ultimare, ma anche longa manus del regime nell’eseguirne le indicazioni, soprattutto in occasione della scrupolosa preparazione degli appuntamenti del 1937. E’ un decennio particolarmente vivace quello che va dal 1927 alle celebrazioni del bicentenario, caratterizzato da confronti e polemiche, dalla comparsa sul mercato antiquario di nuovi documenti stradivariani in grado di minare le certezze faticosamente acquisite, da un processo che vede coinvolti antiquari, restauratori e liutai, mentre a Cremona arrivano, dopo un braccio di ferro durato alcuni anni, i “cimeli stradivariani” donati da Giuseppe Fiorini, acquistati dieci anni prima dalla marchesa Paola Dalla Valle di Pomaro, erede del conte Cozio di Salabue sborsando centomila lire, una considerevole somma che aveva finito con l’indebitarlo. E’ in questi anni che proliferano le pubblicazioni “stradivariane” e si alimenta quel mito che, come dimostra la bella collezione di Bastiani, è ancora vivo. La mostra sarà visitabile fino al 30 settembre.

Fabrizio Loffi


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