13 febbraio 2023

Il Sanremo gourmet, con classifica tutta da gustare di Lorenzo Biagiarelli da Cremona

Cremonese di nascita, marchigiano (adora Senigallia) d’adozione, fidanzato della Selvaggia (nazionalpopolare) Lucarelli, Lorenzo Biagiarelli, cantante, musicista, ma soprattutto chef e Food Blogger, a modo suo, ecco ha creato una classifica sanremese tanto gourmet, quanto speciale, eccola …

Mengoni - Pizza margherita
La ordini anche se non conosci la pizzeria, se c’è il forno elettrico, se usano la mozzarella della Metro. Quando guardi il menù, anche se sei attratto da tutte quelle lì creative ed originali, alla fine comunque ti prendi una margherita, perché è il tuo piatto preferito anche quando è fatta così così.
Mr Rain - Sofficini
Dai, non scherzare: sono il piatto perfetto per l’occasione, la cena del mercoledì con i bimbi e tutta la famiglia. In realtà piacciono anche a te, e parecchio, ma il fatto che piacciano pure ai tuoi figli ti porta a mentire, e inoltre poiché non hanno una reputazione da gourmand pubblicamente li ricusi con un po’ di spocchia e una risatina di superiorità. Ma ciò non cambia la realtà: sono buoni e te li mangi.
Ultimo - Rustichella
Se ne vendono un sacco, la sua semplicità disarmante è anche il segreto del suo successo di pubblico praticamente plebiscitario. Nonostante sia sempre uguale a se stessa riempie i banchi degli autogrill, peccato che la critica gastronomica non sogni nemmeno di cagarsela di striscio.
Tananai - Prosciutto Crudo 24 mesi
L’anno scorso era indietro, acerbo, l’hai messo sul tagliere assieme agli altri salumi e ha fatto un disastro. Dodici mesi dopo, invece, la stagionatura è perfetta, la consistenza ideale, gli aromi si sprigionano e, a dirla tutta, l’hai pure affettato meglio.
Colapesce e Dimartino - Risotto alla Bergese
È il risotto dei risotti, figlio del re dei cuochi e passato dalle mani dei più illustri chef del presente, raccogliendo da ciascuno un chicco di eredità, un piatto voluttuoso e raffinato allo stesso tempo, risultato di lunghe e sapienti preparazioni. Però la gente non capisce un cazzo e quindi ordina altro.
Giorgia - Cocktail di Gamberi di Mazara
La materia prima è indiscutibile, il top di gamma: da soli, crudi, sarebbero il più incredibile dei plateau di pesce. Però il cuoco li ha cotti, li ha mischiati con ketchup e maionese, li ha messi in una coppa da champagne. Alla fine avresti potuto usare i gamberetti in salamoia e il risultato sarebbe stato simile, ed è un peccato mortale.
Cugini di campagna - Champagne travasato nel tavernello
Oddio no, non ci provare nemmeno, siamo a una cena di gala e mi porti il Tavernello? Invece era champagne, canzone, solo che ti sei fermato alla confezione popolare, hai pensato al mesto pranzo del contadino, e non l’hai nemmeno assaggiato. Peccato, ne valeva la pena.
Articolo 31 - Farfalle panna e salmone
Vent’anni fa andavano di brutto, poi non se n’è sentito parlare per un po’, la panna è passata di moda e il salmone è diventato roba da sashimi. Ora te le mangi di nuovo e ti sembrano una roba démodé, ma in realtà sono buone proprio come lo erano vent’anni fa: semplicemente, non sono più una novità. Ma ai nostalgici, mentre le mangiano, scende una nuova lacrimuccia.
Coma cose - Falafel / Gran frittura di ceci
Sono quelli del kebabbaro sotto casa, schietti, da mangiare alle due di notte in via Gola in un panino con le cipolle e la salsa piccante. Però poi, quando vengono a cena i parenti che vivono in Brera, li metti su un vassoio ben decorati, con due cremine raffinate, li chiami ‘gran frittura di ceci speziati’ e tutti li divorano con gioia. Perché il prodotto è ottimo e, cambiando il vestito, fa la sua bella figura in tutte le occasioni: basta cambiargli il nome.
Madame - Spaghetti ai ricci di mare
Un piatto incredibile, raffinato, tecnico, con una grande materia prima che mette d’accordo intenditori e gente comune. Però ha fatto la cazzata, una volta i ricci non erano freschi e i commensali sono stati male, e quindi ora, anche nella loro migliore esecuzione, molti degli ospiti guardano il vassoio con sospetto e anche un po’ di rancore, e non li assaggiano nemmeno. Ma in effetti non puoi biasimare nessuno, perché dei ricci non ti puoi mai fidare del tutto.
Gianluca Grignani - Crepe suzette
Gran marnier, fiammifero e boom, fuoco davanti al commensale. Un piatto che si preannuncia incendiario ma poi, quando le fiamme si spengono sono dolci e rassicuranti, e la preparazione turbolenta rimane solo un ricordo innocuo, perché la ricetta è collaudata e, grazie al talento del maitre, il piatto è sempre buono.
Anna Oxa - Un menù di Scabin
All’inizio era un genio, faceva dei piatti assurdi e visionari e, acclamato da pubblico e critica, aveva tutte le carte in regola per restare nel firmamento per sempre. Poi però ha cominciato a fare l’eccentrico, ha pestato i piedi alle persone sbagliate, ha perso il favore della critica e anche del pubblico. I pochi che ancora riescono a capirlo lo adorano come gli accoliti di un santone, ma tutti gli altri non ci capiscono più nulla.
Rosa Chemical - Tiramisù scomposto
Basta leggere il nome per stare sul cazzo alla metà dei commensali, quelli più reazionari, per cui il tiramisù è una roba tradizionale da non toccare. Poi però, quando ti arriva a tavola, sa esattamente di Tiramisù, non c’è alcun elemento innovativo a parte il nome e alla presentazione. E comunque non sono più innovativi nemmeno quelli. E anche chi invece da quella presentazione era attratto poi, assaggiandolo, pensa che era comunque meglio andarselo a mangiare da Pompi a Roma.

Così postò via social Lorenzo Biagiarelli da Cremona, cittadino del mondo.

 

 

Stefano Mauri


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