11 febbraio 2021

Il segreto inconfessabile di Domenico Luzzara: dagli archivi emerge un partigiano di primo piano

C'era un segreto nella vita di Domenico Luzzara. Un segreto che non ha mai voluto rivelare a nessuno. E' un piccolo biglietto sparso tra le migliaia di carte dell'archivio storico dell'Anpi di Cremona, che svela una storia del tutto sconosciuta nei gloriosi e tragici giorni dell'insurrezione del 25 Aprile. Un timbro di color blu, come tanti altri di quel periodo, con l'intestazione “Comando militare di Cremona. Caserma del Diavolo”.

La data è quella del 30 aprile 1945, il giorno dopo vi sarebbero stati fucilati i dodici fascisti che vi erano tenuti prigionieri. La caserma è stata occupata qualche giorno prima, il 26 aprile, dalla Sap di S. Imerio ed è sede del Comando militare della 4ª brigata Garibaldi “Ferruccio Ghinaglia” del primo settore, uno dei quattro in cui è stata divisa la città. Vi vengono fatti convergere tutti i fascisti ed i tedeschi catturati, sorvegliati dal patriota Antonio Mumelter: in quel momento vi sono 99 prigionieri tedeschi, 34 russi e polacchi e 111 prigionieri politici italiani, come risulta da una nota a matita contenuta nell'archivio dell'Anpi, con 79 partigiani effettivi, 107 di complemento e 82 smobilitati.

Un piccolo esercito al comando di Giuseppe Marabotti, dove non mancano problemi di organizzazione e disciplina, in una situazione estremamente difficile e carica di tensione, tra il susseguirsi di arresti e rilasci, violenze e atti di sciacallaggio. Forse sono questi i motivi che spingono il Comando ad intervenire a favore di un collaboratore a cui è stata sottratta l'automobile, una delle poche disponibili in città, dove ci si contendono le biciclette, rilasciando, probabilmente a richiesta dello stesso interessato, un'attestazione in cui: “Si dichiara che la macchina targata Cremona CR 10727 è di proprietà del Compagno Luzzara Domenico e deve essere immediatamente restituita necessitando per usi urgenti di codesto Comando”.

Dunque, l'ex patron della U.S.Cremonese, l'indimenticato Domenico Luzzara era un partigiano, uno di quelli che, pur non figurando ufficialmente in nessun accorpamento, aveva messo la propria auto a disposizione delle esigenze del Comando militare partigiano della Caserma del Diavolo, e non perchè gli fosse stata requisita, ma bensì in qualità di “compagno”. Il ruolo di Luzzara, del tutto ignoto fino ad oggi e mai rivelato in precedenza, è confermato da un altro documento: la sua scheda personale di appartenenza al CLNAI compilata il 13 agosto 1945 e firmata di suo pugno “Rag. Domenico Luzzara” per il riconoscimento della qualifica di partigiano, dove sono lasciate in bianco le parti riguardanti l'attività partigiana con l'unica eccezione di un “no” sul servizio militare prima dell'8 settembre 1943 e per quanto riguarda le eventuali ferite riportate. In alto a sinistra, in matita, qualcuno ha segnato l'appartenenza “SAP” ed un altro ha aggiunto la propria firma “Saronni” in qualità di comandante in calce alla domanda.

Fabrizio Loffi


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commenti


Mattia

11 febbraio 2021 12:48

Noi lo ricordiamo come presidente della su Cremonese. Poi gli sbagli da giovane si possono fare.