6 febbraio 2023

In asta a prezzi elevatissimi per quei libri introvabili con disegni esotici di Antonio De Strada, stampatore cremonese del XV secolo

Vi sono decine di modi diversi per essere avanti con i tempi, ma spesso il riconoscimento di una visione più chiara di quella che quotidianamente ci circonda o di una scelta lungimirante arriva solo con il passare degli anni o, a volte, dei secoli.

Antonio era figlio di Cristoforo ed entrambi erano “figli” della città con le mura e il Torrazzo, una città in fermento quella del 1400, una città dove lo sviluppo economico e sociale aveva creato un tessuto di conoscenze e di persone che mettevano sulla tavola una visione lungimirante della vita che li circondava. Antonio ha “tirato i primi calci al pallone” proprio in quella città chiusa nei colori eleganti dei mattoni in cotto, i “primi calci” non erano, verosimilmente, di natura sportiva, ma consistevano nel prendere in mano libri e osservare con gli occhi stupiti di un bambino la bellezza e i colori delle pagine stampate. Anche il tatto e l'olfatto volevano la loro parte ed ecco che, prima ancora che Cristoforo Colombo intraprendesse quel viaggio con le sue tre caravelle, il poter prendere in mano un libro poteva rappresentare per un bambino una sorta di passaggio tra il gioco vero e proprio e una scelta di vita che si rivelerà estremamente lungimirante.

Antonio De Strada aveva, come spesso accadeva nel XV secolo, un problema con il cognome, nel senso che veniva chiamato De Strata, De Strada o della Strada, a seconda di chi si metteva ad urlare il suo nome, magari quando calava la sera e si doveva tornare a casa, tra i vicoli dietro Piazza del Duomo. La scelta di Antonio fu quella di vivere tra e per i libri, una scelta che lo porterà a lasciare la città del Torrazzo per lavorare in quella Repubblica di Venezia la quale, fino a quando Cristoforo Colombo non formalizzò la scoperta di un Nuovo Mondo, si espandeva con osservante rigore geografico all'area del mar Mediterraneo. Antonio mise mano sulla carta e sull'inchiostro e decide di dedicarsi alla tipografia, lavoro che richiedeva attenzione e colpo d'occhio, lavoro che molti interpretavano in maniera molto tradizionale ma che Antonio vedeva in maniera innovativa, scelta che si rivelerà, secoli dopo, lungimirante. Lo stampatore cremonese decide di offrire al mercato libri con una ottima qualità, come molti suoi colleghi, ma che, nel 1480 o giù di lì, proponessero qualcosa di diverso, qualcosa di suo.

Sulle pagine che uscivano dalla tipografia di Antonio compaiono disegni allegorici, stranissimi, unici; erano il “marchio di fabbrica” dello stampatore che da bambino correva nei vicoli dietro Piazza del Duomo, erano simboli e immagini che, con il passare degli anni e dei secoli, avrebbero reso unico il lavoro dello stampatore. Scorrendo le pagine perfette nate dal suo lavoro compare di tutto; un arciere su un drago che scaglia una freccia verso due ragazze, pesci, animali mitologici o triangoli, le pagine delle opere che finivano nelle sue mani ne uscivano arricchite da immagini che facevano volare la fantasia del lettore. “Sembra quasi che non c'entrino nulla con il testo”, poteva essere il pensiero di un lettore nel 1400, ma Antonio non stampava senza seguire una logica diversa e innovativa, una logica magari tutta sua ma di certo interessante e molto comunicativa.

Da Cicerone alla astronomia dalla filosofia alla religione passando anche per libri di canzonette per le feste, i tomi del cremonese diventavano perfettamente riconoscibili perché completamente diversi da quelli che venivano normalmente proposti, erano opere che avevano un valore storico e d'impatto ben diverso grazie alla continua creazione di immagini sempre diverse sempre più uniche. Cambierà spesso residenza Antonio De Strada, pur rimanendo nei confini della futura Serenissima, perché i rapporti con gli altri stampatori non erano facili da portare avanti, Antonio vedeva le pagine in un certo modo così come il valore dei suoi libri, molti suoi colleghi avevano semplicemente una visione differente.

Oggi i libri del cremonese Antonio De Strata o de Strada o della Strada che si voglia sono quotati nelle migliori case d'aste, ma le quotazioni di questo lungimirante visionario sono per quei pochi che, beati loro, potranno permettersi di affrontare spese da decine di migliaia di euro dove ritroveranno quei disegni esotici, stranissimi ma unici fortemente voluti da Antonio. 

Marco Bragazzi


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