3 maggio 2025

In cammino con la Madre della Speranza: il pellegrinaggio alla Santa Casa apre il mese Mariano. Il vescovo Napolioni ha guidato la tradizionale processione cittadina con la Vergine Lauretana

In cammino “verso la Madre, la patrona di Cremona, verso il santuario lauretano cittadino, al cuore della storia”. La chiesa di Cremona si è unita in pellegrinaggio, venerdì 2 maggio sera, dalla Cattedrale alla Santa Casa in Sant’Abbondio. È iniziato così il mese mariano, quest’anno più che mai significativo perché anno giubilare. “La Madre piena di grazia” ha così mostrato il suo volto di “Madre di speranza” come ha sottolineato il vescovo Antonio Napolioni nella sua riflessione che ogni anno si fa messaggio alla città, alla comunità civile oltre che a quella religiosa.

La celebrazione è iniziata in Duomo, presenti accanto al vescovo, il capitolo della cattedrale, i sacerdoti della città e i seminaristi, oltre ad alcuni religiosi. Insieme ad una rappresentanza delle autorità cittadine (sindaco Andrea Virgilio in primis), numerosi i fedeli presenti uniti nella preghiera perché “la valle di lacrime possa tramutarsi in valle di speranza”, come ha suggerito Napolioni che ha velocemente ripercorso i conflitti sparsi nel mondo, dalla tragica situazione nella striscia di Gaza al dramma del Sud Sudan. “Siamo qui in preghiera con tutta la chiesa del mondo – ha spiegato il presule in cattedrale – che attende dallo Spirito la scelta del nuovo Papa, che attende dalle scelte dei potenti, attraverso le testimonianze degli umili, di ritrovare le vie della pace”.

Poi la lettura di un brano del Vangelo di Giovanni per far memoria di “Cristo luce del mondo” e quindi l’accensione dei flambeaux con la fiamma del cero pasquale per ricordare che “ciascuno è riflesso della luce del Risorto”. Quindi la processione uscendo dal duomo ha percorso la piazza per illuminare le strade cittadine fino alla fedele ricostruzione, in Sant’Abbondio, della casa di Maria a Nazareth, voluta nel 1624 da Gian Pietro Ala. Il nobile prevedendo di non poter più viaggiare per le difficoltà legate all’età, fece erigere una struttura identica a quella di Loreto a fianco della chiesa di Sant’Abbondio e si adoperò perché la Madonna nera diventasse patrona della città. Protettrice di Cremona dunque da 400 anni, la Madonna nera è stata invocata attraverso la recita del rosario mentre i fedeli erano in cammino. Sono stati così ripercorsi i misteri incentrati sulle «case di Gesù»: da quella di Betlemme a quella di Nazareth, da Cafarnao per arrivare, attraverso la casa «di un tale» a quella dove Cristo ha celebrato la Pasqua. La preghiera è stata intervallata dai canti del coro Sicardo, guidato dal maestro Fulvio Rampi, che ha poi accompagnato il resto della celebrazione in Sant’Abbondio.

Qui il vescovo ha voluto dar voce a Papa Francesco attraverso la lettura e il commento di un passo della Bolla di indizione del Giubileo. Ha scritto papa Francesco: “La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita”. La Madonna dunque, ha ribadito mons. Napolioni, è “Madre di speranza nel realismo della vita” segnata spesso da dolori e ferite. E come lei, “madre che guarda al futuro del figlio” anche le comunità debbono guardare ad un futuro che sia ricerca del Bene comune. I cristiani “possano, come Maria, ripetere il loro sì di adesione al messaggio evangelico, ai piedi della croce”.

E come il Papa ha invitato i pellegrini a far soste di preghiera nei santuari mariani della capitale in occasione di questo Giubileo, anche Napolioni ha invitato a leggere la Santa Casa di Cremona come “un luogo di riferimento, di unità dove si possa ripartire per guardare avanti con fiducia e immensa gratitudine”.

Al termine della riflessione il vescovo con i sacerdoti e il sindaco si è recato nella Santa Casa per omaggiare Maria con un mazzo di fiori (lei che “è il più bel fiore”), con l’incenso, che salendo al cielo “porta con sé le preghiere dei fedeli” e un cero, segno della presenza dei credenti accanto a Maria.

La serata si è chiusa con una solenne benedizione e l’auspicio che “Si dilati – così ha detto il vescovo – la speranza di ciascuno e si moltiplichino i segni della carità”.

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