In mostra lo Stradivari dei virtuosi: da Pablo da Serasate a Paganini. Lo strumento e la sua storia in mostra al Museo del Violino
Non fu solo Pablo de Sarasate a far volteggiare le dita sulla tastiera di questo violino che aveva acquistato 250 anni fa: prima di lui lo strumento appartenne anche al virtuoso per eccellenza, Niccolò Paganini nonostante il suo nome sia legato indissolubilmente al suo Cannone, costruito da Giuseppe Guarneri del Gesù nel 1743. Il Sarasate è uno Stradivari eccezionale. Da oggi è in mostra al Museo del Violino nella mostra "Sarasate, il violino dei virtuosi. Tre secoli di storia di uno Stradivari e dei suoi custodi". Grazie ai recenti studi condotti dal Musée de la Musique è stato possibile ricostruire la storia completa di questo prezioso strumento a partire dalla sua costruzione nel periodo di piena maturità della bottega del grande liutaio cremonese: un fil rouge che vede il Sarasate custodito dai più importanti personaggi della storia della liuteria e del violino, tra cui il Conte Cozio di Salabue e i liutai Giovanni Battista Guadagnini, Jean-Baptiste Vuillaume e Charles-Eugène Gand. Alla presentazione c'era anche Jean Pierre Echard curatore del Musèe de la Musique: "Quest'anno festeggiamo i 300 anni di questo violino - ha detto - uno strumento eccezionale con una storia incredibile che, dopo aver viaggiato in tutto il mondo, è tornato a Parigi ed ora è qui a festeggiare nella città dov'è stato costruito". L'esposizione monografica mette in luce le straordinarie vicende dello strumento e dei suoi prestigiosi custodi, vicende che culminano nel rapporto, durato oltre sessant'anni, tra Pablo de Sarasate e il violino che prenderà in seguito il suo nome. In un'ottica di valorizzazione del connubio tra musica e liuteria, il visitatore potrà scoprire il ruolo di Sarasate nell'evoluzione della professione di musicista all'affacciarsi dell'età contemporanea, con la comparsa delle prime tournée intercontinentali e le prime incisioni, e scoprire i dettagli costruttivi di uno Stradivari su cui sono stati eseguiti numerosi approfondimenti scientifici.
L'esposizione, corredata da un apparato museografico che associa elementi grafici e multimediali, mette in relazione lo strumento con le opere delle collezioni del Museo del Violino.
La mostra è visitabile fino al 6 gennaio.
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