L'Archivio di Stato non sfugge alla crisi degli archivi a rischio chiusura. Tre impiegati su dodici e speranze riposte in un concorso a settembre
Tre impiegati, rispetto ad un organico di dodici, con due soli funzionari sulla carta di cui uno solo, ia direttrice Valeria Leoni, effettivamente in servizio. A dar man forte una ragazza dal Comune di Cremona, che svolge il servizio civile. Anche l’Archivio di Stato di Cremona non sfugge alla crisi che sta investendo gli archivi italiani, al punto da minacciarne la chiusura. A Camerino lavoreranno i percettori del reddito di cittadinanza. A giugno è stato lanciato l’allarme per l’Archivio di Stato di Foggia, a maggio per quello di Nuoro, ad aprile è toccato a Trani e prima ancora è stata la volta degli archivi dell’Abruzzo. Ultimo, in ordine di tempo, quello di Genova, per cui è intervenuto il deputato Cassinelli di Forza Italia.
I problemi sono sempre gli stessi: un funzionario solo rimasto in servizio ed ormai prossimo alla pensione ed un turn over bloccato. Negli ultimi dieci anni sono andati in pensione quasi tutti gli assunti nei primi anni Ottanta che garantiva il funzionamento degli archivi per quanto riguarda i loro compiti specifici, dalla selezione del materiale da archiviare alle sua conservazione in spazi idonei che ne consentano la fruizione da parte del pubblico. Lo scorso 10 giugno la commissione cultura del Senato ha chiesto di avviare un’indagine sulla situazione del settore: nel 2008 il personale in servizio nei 101 archivi e 33 sezioni era di oltre tremila unità, dieci anni dopo si era già ridotto di mille e, nonostante l’assunzione di 190 archivisti con l’ultimo concorso del 2016, fra un anno quelli operativi saranno in tutto 279 contro i 600 richiesti.
Ed a un concorso per segretariato, le cui selezioni dovrebbero concludersi entro settembre, sono legate anche le speranze di tenuta dell’Archivio di Stato di Cremona, dove verrebbe assegnata un’unità. “La situazione presenta indubbiamente delle difficoltà - commenta la direttrice Valeria Leoni - ma speriamo che si concluda presto. Stiamo uscendo ora dall’emergenza sanitaria, ma da parte nostra non ci sono mai state grosse limitazioni, al massimo tre persone in sala studio e, per il momento, manteniamo questa limitazione. Al momento non sono in grado di fare alcuna ipotesi, perché non ho dati certi, ma noi da un certo punto di vista siamo facilitati in quanto un ufficio più piccolo e, quindi, più gestibile e non abbiamo in programma alcuna chiusura estiva”.
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commenti
Michele de Crecchio
6 luglio 2021 22:09
"Povera e nuda vai filosofia...!" mi pare dicesse una frase un tempo celebre. Incredibile che una situazione del genere si realizzi proprio in una nazione così ricca di storia come l'Italia.
Danilo Codazzi
7 luglio 2021 07:45
che tristezza !!Con il capitale di storia che è là presente