13 ottobre 2021

L'ex caserma La Marmora, il grande buco nero del centro storico, restaurata, inesorabilmente vuota, unica ipotesi un polo commerciale

Un grande buco nero in centro storico. Ed un grande punto interrogativo. L’unico tentativo di riutilizzo di un bene demaniale, l'ex caserma La Marmora, è finito negli anni scorsi con una figuraccia e con uno sperpero di denaro pubblico. Per poterla valorizzare il demanio aveva chiesto al Comune di Cremona una maggiore flessibilità nella destinazione dell'immobile. Peraltro, già nel nuovo Pgt è stata eliminata la funzione a servizi, in modo di dare una mano allo Stato nel rendere l'operazione più allettante. Dopo la rinuncia dell'Archivio di Stato al trasferimento in quella che nelle intenzioni sarebbe diventata la sua nuova sede, il complesso dell'ex caserma La Marmora è rientrato quindici anni fa nella disponibilità dell'Agenzia del Demanio. Ma nel frattempo è diventato sempre più urgente garantirne la manutenzione. Le foto che pubblichiamo sono state appunto scattate in quella occasione.

Il Ministero per i beni e le attività culturali, vista la scarsità dei fondi che aveva disposizione, aveva deciso di disfarsi di tutti quegli edifici di cui a suo tempo aveva chiesto la disponibilità, ma per i quali non vi era ancora un progetto definitivo di recupero. Tra questi vi era appunto l'ex caserma La Marmora che, dopo un interesse durato almeno una ventina d'anni, al punto da far ben sperare nella soluzione di un problema che si trascinava ormai da tempo, è tornata ad arricchire il campionario delle svendite immobiliari del demanio statale. Lo stato di conservazione è ottimo, anche se alcuni discutibili interventi del passato hanno contributo ad alterare la fisionomia di alcune parti del fabbricato. Ad esempio l’inserzione di alcune travetti in legno ai piani superiori che avrebbero cancellato per sempre i frammenti di affreschi. Il Ventennio ha poi lasciato traccia del suo passaggio su alcune volte del piano terreno inserendo l’iconografia e la sfragistica tipica del regime, i suoi motti ed i suoi simboli. Altre tracce sono state lasciate dai precedenti abitanti sfollati: improbabili tinteggiature rosa e verdastre, incredibili mosaici multicolori, senza soluzione di continuità, sulle pareti ed i fusti delle colonne dell’ex cappella. 

I lavori di recupero della ex caserma La Marmora sono iniziati oltre trent’anni fa, quando nel 1988 venne appaltato il rifacimento totale del tetto e l’intonacatura di alcune parti dell’immobile in seguito al verificarsi di un crollo avvenuto qualche anno prima, che aveva danneggiato tre automobili parcheggiate nella vicina via Trecchi. Il primo intervento aveva previsto il rifacimento completo di circa 3500 metri quadrati di tetto e la realizzazione di ben cinquemila metri quadri di intonaco. Poi, sia per il 1992 che per il 1993, non vi furono altre possibilità di finanziamento, cosicchè l’intervento per il ripristino dei circa settecento metri quadrati di superficie interna fu rimandato a data da destinarsi. Nel dicembre del 1999 il dicastero delle Finanze, dopo averne iniziato il recupero per ricavarvi la sede dell’ufficio del territorio, comprendente l’ufficio tecnico erariale, l’ufficio del demanio e la conservatoria dei registri immobiliari, aveva disposto il trasferimento dell’ex caserma al Ministero per i beni culturali perchè ne facesse la nuova sede dell’Archivio di Stato di Cremona.

Con lo stanziamento di cinque miliardi delle vecchie lire Il Ministero aveva confermato nella primavera del 2002 il proprio interesse alla ristrutturazione del complesso, per il quale aveva già stanziato un miliardo e mezzo che ha consentito nel frattempo di bandire le prime gare per la pulizia dell’immobile e la revisione urgente delle condizioni dei tetti, con un appalto da 400 milioni di lire. In passato, come detto, si era pensato di utilizzare la caserma La Marmora con altre destinazioni: in un primo tempo sarebbe dovuta divenire sede universitaria, poi avrebbe dovuto ospitare la Questura. In effetti fu oggetto per questo di un sopralluogo nell’inverno del 1991, prima che prendessero piede altre ipotesi, tra cui quella di accogliere appunto l’Archivio di Stato, o, in alternativa, la Pinacoteca. Nessuna di queste, come abbiamo avuto modo di vedere, è andata in porto. Tanto meno quella di ricavarvi, come avrebbe voluto il Comune di Cremona, un parcheggio sotterraneo, dopo il diniego dell’Intendenza alla richiesta di acquisizione del parcheggio di via Villa Glori, all’inizio degli anni Novanta. In realtà, nonostante le migliori intenzioni, a frenare qualsiasi intervento sono stati sempre problemi di soldi. Di fatto, però, tra i complessi storici della città, questo è senza dubbio il meglio conservato. Adesso il suo destino potrebbe essere quello di diventare un polo commerciale in centro storico con relativo parcheggio, perchè investimenti Sgr, l'immobiliare della Cassa Depositi e Prestiti l'ha venduta cinque anni fa ad un fondo immobiliare privato per una cifra di circa due milioni di euro. 

Fabrizio Loffi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Michele de Crecchio

14 ottobre 2021 23:08

Era in origine il seminario vescovile. Le sue lunghe camerate voltate si sarebbero prestate meravigliosamente ad ospitare il costituendo museo diocesano e , in particolare esporre in ambiente adeguato i celeberrimi arazzi che un tempo erano sgradevolmente "arrotolati" attorno ai pilastri della cattedrale. condizione che, oltre a danneggiarli fisicamente, li rendeva quasi illeggibili.