L'intelligenza artificiale al centro del meeting del Lions Cremona Host. Relatore Gianni Ferretti, pro rettore del Politecnico di Milano
Il meeting organizzato dal presidente del Lions Cremona Host Alberto Chiarvetto, ha avuto come ospite il prorettore del Polo di Cremona del Politecnico di Milano, Gianni Ferretti, che ha decisamente “catturato” l’attenzione dei numerosi soci presenti con il tema dal titolo: “Al for dummies – due o tre cose che so dell’intelligenza artificiale”.
“Innanzitutto, -ha esordito Ferretti-, dobbiamo capire che cos’è e cosa fa l’intelligenza artificiale. Affidarsi all’intelligenza artificiale è un po' come rinunciare al vero amore, che è la conoscenza, per soddisfare delle necessità immediate. l’AI nasce ufficialmente nel 1956 ad un convegno di informatici americani, questa però è una manifestazione di irriconoscenza nei confronti di Alan Turing che tanti, io compreso, considerano come il vero inventore dell’intelligenza artificiale. Pare che Winston Churchill abbia affermato che, grazie al lavoro di Turing, la II guerra mondiale sia stata accorciata dai 2 ai 4 anni".
"L’AI ha attraversato stagioni fatte di alti e bassi, fino al 2013 quando si è verificata una “mutazione genetica” che ha creato un “virus” che sta ancora dilagando, caratterizzato da 4 fattori che hanno scatenato questo cambiamento: un enorme aumento delle potenze di calcolo, la disponibilità di una spaventosa quantità di dati reperibili su internet, un nuovo algoritmo di elaborazione e, il più importante di tutti, un nuovo approccio all’AI. Da qui in avanti -ha spiegato Ferretti- il “virus” sta crescendo e sta “infettando” tutti i settori dell’economia e delle professioni. Siamo arrivati così ad un algoritmo con apprendimento automatico, cioè un algoritmo che può imparare qualsiasi cosa dai dati che man mano entrano in suo possesso”.
Ferretti, ha poi fatto degli esempi contrapponendo l’uomo con l’AI in campo medico con il confronto di un ecocardiogramma nell’individuare le patologie: l’algoritmo ha ottenuto una precisione del 92%, l’uomo solo del 72%, o la previsione dell’insorgenza del cancro 5 anni prima che sia rilevabile dalla mammografia, constatando che questo non ci deve spaventare, ma ci può solo aiutare.
“E’ chiaro che l’Ai ha delle carte in più da giocare e che vincerà sempre, -ha poi evidenziato Ferretti-, perché l’AI ha a disposizione milioni e milioni di dati in più rispetto all’uomo. Abbiamo così constatato che l’AI per vivere ha necessità di dati, dati che tutti i giorni si trovano in internet, nel mondo ogni minuto vengono postati milioni di foto, informazioni, notizie, dati che stanno nutrendo, o meglio “ingozzando” migliaia di intelligenze artificiali”.
Ha poi concluso chiedendo a Chapt Gpt che cos’è l’AI: un trasformatore che risponde a delle domande, è una rete neurale artificiale, che contiene circa 1000 miliardi di parametri, cioè 1000 miliardi di numeri calcolati per darci le risposte; e pensare che il cervello umano ha “solo” dagli 80 ai 90 miliardi di neuroni.
La serata sì è poi conclusa con le numerose domande dei soci
In foto, da sinistra: Gianni Ferretti, Alberto Chiarvetto e Riccardo Chiarvetto
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commenti
Stefano
10 novembre 2024 11:39
L'intelligenza artificiale può andar bene come ausilio all' uomo, ma non come suo sostituto. Sarebbe la fine della civiltà.