8 ottobre 2023

La comunità del Cambonino accoglie don Arienti come nuovo parroco: «Un cammino che continua»

Nella mattina di domenica 8 ottobre la comunità del quartiere Cambonino a Cremona ha accolto don Paolo Arienti come nuovo parroco e don Umberto Zanaboni come nuovo collaboratore parrocchiale. Il nuovo incarico di don Paolo si aggiunge a quello di parroco di S. Ambrogio in Cremona e a quello di moderatore dell’Unità Pastorale don Primo Mazzolari, di cui le due parrocchie fanno parte insieme a quelle del Migliaro e del Boschetto.

All’ingresso della chiesa dei Santi Nazario e Celso in San Giuseppe Andrea Virgilio, vicesindaco di Cremona, ha rivolto alcune parole di saluto ai nuovi sacerdoti, sottolineando l’importanza di una collaborazione tra Comune e parrocchie: «L’arrivo di un nuovo parroco crea sempre un fermento dento la comunità: don Paolo, ti auguro di proseguire il tuo percorso continuando a seminare e raccogliere».

È iniziata quindi la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, alla quale hanno preso parte anche gli altri sacerdoti dell’Unità Pastorale don Primo Mazzolari: don Maurizio Ghilardi, parroco del Boschetto e del Migliaro e don Nicolas Diene, collaboratore dell’Unità pastorale e cappellano della comunità africana francofona. Presenti anche il vicario zonale, don Pietro Samarini e don Luigi Mantia, cappellano della casa di cura Figlie di San Camillo.

Dopo la lettura del decreto di nomina e l’aspersione dell’assemblea per mano del nuovo parroco, una rappresentante della parrocchia ha rivolto alcune parole di saluto e benvenuto ai due nuovi sacerdoti: «Questo quartiere, il Cambonino, con le sue complessità e diversità, racchiude dentro ognuno di noi una fonte di luce che spesso chiede semplicemente di essere nutrita,  valorizzata, per poter splendere di più… Ed è questo che desideriamo, avere con la vostra paziente guida, la capacità di renderci più luminosi ed essere come un faro in questo mondo che purtroppo ha anche troppe tenebre».

Ha poi proseguito con un auspicio: «Il nostro augurio è quello di accoglierci tutti reciprocamente con entusiasmo e confidando nel Signore affinché ci aiuti a diventare unione rispettando ogni singolarità: dall’altare di questa chiesa, con lo sguardo avanti si vede la piazza Aldo Moro, il cuore del nostro quartiere così variegato, poi, alzando lo sguardo si vede il cielo, che è di tutti, come lo è lo Spirito Santo in chiunque lo accolga».

La celebrazione è quindi proseguita con la liturgia della Parola e con la lettura del Vangelo proclamato da don Arienti.

Nella sua omelia il vescovo Napolioni ha esordito con un riferimento all’attualità: «Bene è stato detto nel saluto “siamo tutti sotto lo stesso cielo”, lo stesso cielo in cui da ieri dei razzi cadono su delle città e partono degli aerei che ne bombardano altre, lo stesso cielo sotto cui da anni le guerre ci affliggono e ci impauriscono: lo dico perché la Parola di Dio è estremamente puntuale. Abbiamo letto che la vigna del Signore è la casa d’Israele. Questa storia ci accompagna da secoli e forse non ci abbandonerà mai, perché la terra ci divide con i confini e i muri, che alimentano paura e diffidenza, ma siamo fatti per crescere e diventare fratelli e sorelle del mondo intero».

«Ben vengano nuovi sacerdoti in una parrocchia, ma in modo nuovo – ha quindi proseguito il vescovo di Cremona – qualcosa non cambia come l’amore per la vita e per la gente che devono avere i preti, ma può capitare che la comunità non sempre ricambi, come accade nel Vangelo dove non sempre la vigna produce buona uva».

Ha poi proseguito mons. Napolioni proseguendo con un paragone ispirato alla parabola del Vangelo: «Non siamo né la vigna acida, né la vigna spumeggiante: non ci serve una Chiesa depressa e non ci serve una Chiesa che appare senza una verità interiore, ma ci interessa quella vigna che dà del vino genuino, che rallegra la tavola di famiglia che fa prevalere il bene sul male. Il programma delle nostre parrocchie in questo tempo è più evangelico che mai e lo stesso vale per tutta la Chiesa, e cioè che sia più fatta di fratelli e sorelle che si uniscono e non si dividono».

 La messa è quindi proseguita con il Credo, solennemente professato dal nuovo parroco, con l’offertorio animato dalla comunità Mére du Divin Amoure che ha trovato accoglienza presso la parrocchia di S. Giuseppe e con la liturgia eucaristica, alla quale è seguito il saluto di don Paolo ai fedeli presenti: «Sono già un paio di anni che stiamo camminando insieme, ci hanno affidato questo compito che è allo stesso tempo una sfida e una opportunità: oggi vediamo crescere un processo, ma non nelle persone, quanto piuttosto nei desideri condivisi di una comunità di comunità che vogliono essere qui ogni domenica attorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia».

Ha quindi invitato don Arienti: «Dico in modo semplice: mettiamoci alla prova, io mi impegno con gli altri presbiteri affinché non manchi niente a nessuno: non mancherà niente a nessuno. Questo inizio non è un inizio nuovo, ma è una continuazione».

Al termine della celebrazione la comunità si è ritrovata nel salone dell’oratorio per un momento di festa conviviale, occasione per conoscere il nuovo collaboratore don Umberto e iniziare ad approfondire la conoscenza insieme al nuovo parroco don Paolo.

Dopo la Messa di domenica 22 Ottobre, si terrà un momento di riflessione e condivisione presso la chiesa di S. Giuseppe per iniziare a tracciare il nuovo percorso della comunità insieme ai nuovi sacerdoti accolti. (www.diocesidicremona.it)

 


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