La crisi del cuore di Cremona. Negozi chiusi, 20% in meno di passaggi. Saranno temi caldi della prossima campagna elettorale. E per la Galleria fin dal 1992 Massimo Terzi proponeva interventi
La chiusura delle due edicole nel giro di un mese sotto la Galleria 25 aprile e di quella di piazza della Pace, i quattro negozi chiusi alla fine di corso Campi, le 32 vetrine vuote in corso Garibaldi, le luci che si spengono in tante parti del centro riportano alla ribalta la crisi del cuore di Cremona. Certo dietro la chiusura delle edicole non c'è solo il mancato passaggio di gente in centro ma anche la crisi della carta stampata (l'articolo di Cremonasera - leggi qui -sulla chiusura della rivendita giornali dalla parte di corso Campi ha avuto 42.450 account di facebook che hanno letto e commentato, segno di un grande interesse dei cremonesi per una saracinesca che si abbassa). Resta comunque il fatto che alcuni negozianti dei corsi segnalano un calo di passaggi tra il 20 e il 30% nella stagione dei saldi rispetto allo scorso anno. Dunque il rilancio del cuore di Cremona, purtroppo trascurato per troppi anni, diventerà uno dei temi principali della ormai prossima campagna elettorale per il Comune di Cremona. Certo i programmi devono ancora essere scritti, così come mancano certezze sui candidati (se si esclude Andrea Virgilio per il centrosinistra), ma il tema del centro sarà uno di quelli su cui si giocherà anche il risultato del voto. Qualche giorno fa, in Galleria, alcuni commercianti che qui hanno le loro attività commerciali sottolineavano l'urgenza di un intervento che certo non può ridursi alla sagoma del fiume appesa al soffitto. Serve qualcosa di più per riportare la gente in città, al passeggio in centro. Come rilanciare la Galleria, i corsi cittadini, insomma il cuore di Cremona? Risposte che speriamo arrivino dai programmi elettorali (e che non restino solo sulla carta). Intanto riproponiamo ciò che l'architetto Massimo Terzi suggeriva per rilanciare la galleria fin dal 1992 con un intervento su Mondo Padano diretto da Antonio Leoni.
"L'uso del verde, a titolo mimetico, è un segno troppo timido e poco efficace rispetto all'importanza del luogo per nascondere l'incapacità a restituirgli un suo significato. Forse un intervento di redesign complessivo della piazza e degli edifici che vi si affacciano, inteso a garantire la «riconoscibilità» del luogo e l'appartenenza ad una certa struttura urbana, renderebbe giustizia all'intervento più brutale che sia stato consumato, nell'arco di sessanta anni, nel centro della città. La brutta Galleria, progettata dall'architetto milanese Baciocchi, ha rappresentato per Cremona il compiacimento tutto provinciale di confrontarsi con città più accreditate (in modo particolare con Milano) e quello più concreto di supplire alla mancanza di portici.
(…) Durante una seduta di una Commissione Edilizia di alcuni anni fa avevo sollecitato l'intervento dell'Amministrazione perché la Galleria assumesse un aspetto più allegro attraverso il ripristino delle decorazioni pittoriche delle volte, i necessari accorgimenti per migliorarne la luminosità, il coordinamento degli arredi e l'inserimento degli elementi necessari per trasformarla in un «salotto».
Conflitti di competenze tra Amministrazione e proprietà dell'immobile non ne permisero l'attuazione.
Eppure la tipologia dell'edificio si presta, con opportune aggiunte ed adeguamenti, ad esaltare la sosta e stimolare la «promenade».
Oggi l'architettura ha più il senso della leggerezza, dell'effimero, della «boutade».
(…) Personalmente ritengo molto importante che le opere di adeguamento per una migliore riutilizzazione di un edificio datato, non vengano sopraffatte da illusori desideri di storicizzazione, né vengano deviate da rifacimenti in stile, ma abbiano carattere di reversibilità e non incidano, quindi, irrimediabilmente sulle strutture in modo da essere facilmente rimovibili".
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commenti
Sandra piccioni
24 gennaio 2024 10:24
Non è possibile!
Adesso si lamentano!?
Prima concedono aperture di centri commerciali poi si accorgono che i negozi in centro spariscono… chissà per quale incantesimo.
Vergognatevi!
La Piedigrotta
24 gennaio 2024 15:35
Stavo pensando in questo momento storico difficile ma non impossibile le vecchie edicole no si possono usare per street food o cose simili senza smantellare?
IL comune deve coinvolgere commercianti del settore.
Mariateresa
24 gennaio 2024 17:32
Perfetto il commento dell'arch. Terzi, in più di 30 anni non si è fatto nulla, nemmeno pulire le cupole della galleria.
Quanto alla chiusura di tante attività credo che, continuando con questa visione della città, presto avremo più supermercati che negozi e la gente anziché passeggiare in galleria e nelle vie del centro passeggera' nei centri commerciali (dove fa caldo d'inverno e fresco d'estate).
Mi pare che anche aver chiuso i cinema in centro abbia contribuito a desertificare la città.
Manuel
24 gennaio 2024 21:40
Sono d’accordo con voi: questa amministrazione ha fatto il suo tempo!
Detto questo, ricordo che l’Unione Sovietica s’e’ sciolta più di trent’anni fa. Ho una certa età e fin da piccolo mi è stato inculcato come il mercato sia la panacea di tutti i mali, il meglio del dinamismo economico e la massima aspirazione per il perseguimento la libertà.
Le leggi di mercato sono queste: competizione, sopraffazione.
Che facciamo, i negozi di stato?
Qualcosa si può certamente migliorare dal punto di vista estetico, organizzativo, come suggeriva il compianto Terzi, ma le attività commerciali/artigianali devono sorreggersi per conto loro (e pagare le tasse!), altrimenti che mercato è?
I centri commerciali oramai ci sono e risulta già importante riuscire ad imperdire altri ingressi, poiché in tal senso, tutti i principali partiti (forse non i 5S) sono orientati.
È una fase storica complessa e torbida, nella quale pochi sanno cosa e dove vogliano parare. L’individualismo non aiuta.
Presariog
25 gennaio 2024 06:35
La crisi non si supera con un intervento edilizio. Ma attraverso un sistema integrato di offerta di negozi di qualità a prezzi bassi. Allora diventa attrattivi. Ma per avere prezzi bassi si devono avere costi bassi.
Roberto Regonelli
25 gennaio 2024 08:42
Un suggerimento che sembrerà banale, potrebbe essere quello di ridurre la pressione fiscale a chi ha negozi in centro, ridurre i balzelli Comunali ed intervenire anche sulle proprietà, che impongono affitti molto alti che non favoriscono certo chi vuole aprire un'attività comm.le nella zona centrale della città.
Per compensare tutto ciò che ha favorito i grossi centri comm.li, sono a mio parere,anche da rivedere le tariffe dei parcheggi, sempre per compensare la gratuità della sosta nei grandi centri.
Sicuramente c'è molto da fare per influenzare le abitudini dei cittadini, ma quando si inizierà a lavorare in questa direzione?
Manuel
25 gennaio 2024 17:29
I tre suggerimenti sono tutti validi ma, a naso, solo il terzo pare percorribile con una certa velocità: sempre sottolineando la ferma volontà nel perseguire l’obiettivo ed aggiungendo un’efficace, ancorché economico, servizio navetta con i parcheggi esterni.
I primi due sono condizionati dalla oramai cronica penuria di risorse gestite dagli enti locali (1) e dalla impossibilità di intervenire sulla dinamica gli affitti (2) a livello periferico poiché, a mio avviso, sempre che costituzionale, solo governo e parlamento potrebbero imporre gabbie pecuniarie mercantili.