2 maggio 2023

La Festa dei lavoratori con il Vescovo all’Imbal Carton di Piadena Drizzona

È stata una celebrazione eucaristica decisamente fuori dal comune quella che si è svolta presso l’azienda Imbal Carton di Piadena Drizzona in occasione della Festa del 1° maggio, promossa dalla Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona e presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Molti i presenti, tra cui le autorità del territorio, i sindacati, i maestri del lavoro, le rappresentanze del settore economico e imprenditoriale oltre alle associazioni che si occupano del mondo del lavoro sul territorio cremonese. Oltre naturalmente a dirigenti e operi della Imbal Carton, con presidente e ceo Michele Lancellotti

Tre le parole chiave riassunte dal vescovo Napolioni a partire dalle letture del giorno: unità, diversità e responsabilità.

«Così come la nostra Costituzione si fonda sul lavoro, anche il Cristianesimo è fondato sul lavoro e sul lavoro di Dio», ha esordito monsignor Napolioni attualizzando la lettura di Genesi e descrivendo il lavoro come «un’idea di Dio» in cui trovano spazio «verità, forza, sapienza e bellezza». Perché nell’uomo «Dio vede l’universo che esce dal suo amore, vede l’umanità, la sua opera da portare a compimento. E questo compimento è possibile se non si perde di vista il bene comune e non ci si dimentica che nessuno si salva da solo». L’uomo dunque non è solo lavoratore, ma umanità più complessa che parte dalla sua unità con il creatore, di cui è immagine e somiglianza. Il che non significa omologazione, cancellazione della diversità, ma esaltazione della reciproca differenza. Così anche nel mondo professionale va data «pari dignità all’uomo e alla donna pur nel rispetto delle diverse vocazioni lavorative che la natura affida al maschile e al femminile, così come delle diverse culture ed età».

Al centro dell’attenzione della “Commissione episcopale della CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace” quest’anno è stato posto l’accento sul rapporto tra giovani e lavoro. Anche il vescovo si è soffermato, nella sua omelia, a riflettere sulle ragioni che portano un quarto di popolazione giovanile a non trovare un lavoro adeguato alle proprie aspettative e ambizioni. «Quei giovani – ha detto – sono i cittadini di oggi a cui dobbiamo dare speranze e invece diventano sempre più marginali, fino a lasciarli fuggire dall’Italia mentre assaporano il viaggio come condizione esistenziale». E ha proseguito «dobbiamo sognare un’economia che sa prendersi cura di tutti e non lascia indietro nessuno». Il riferimento è all’Economia di Francesco, che da alcuni anni riflette con i giovani di tutto il mondo su un nuovo modo di pensare il lavoro e la società.

Da ultimo, il tema della responsabilità. Tema vasto che comprende aspetti ambientali e di ecologia integrale a cui papa Francesco ci ha abituato con le sue due encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti. E anche aspetti relazionali, che il vescovo Napolioni ha riassunto nel riposo divino del settimo giorno. «Reimpariamo a far prevalere la cura delle relazioni con le persone che abbiamo vicino, dialogando e pregando insieme». E conclude «Il riposo è il tempo dello stupore. Lasciamoci stupire da chi lavora con l’obbedienza del cuore e la volontà di fare sempre di più. È come vivere un sussulto di santità, quella santità del lavoratore e della lavoratrice che fanno della loro fatica lo strumento nobile per costruire insieme il futuro».

Hanno concelebrato con il vescovo don Antonio Pezzetti parroco dell’unità pastorale di Piadena-Drizzona-Vho e vicario della Zona pastorale 4, insieme anche ad alcuni altri sacerdoti diocesani: don Gianpaolo Maccagni (vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale), don Francesco Fontana (incaricato diocesano Pastorale giovanile), mons. Franco Sarzi Sartori (originario di Piadena), don Mario Martinengo (della Commissione di Pastorale sociale e del lavoro), don Cristino Cazzulani (residente in paese), don Claudio Rossi (parroco di Torre de’ Picenardi), don Giovanni Fiocchi con don Alessandro Bertoni e don Pierluigi Capelli (parroci di Vescovato) e don Fabrizio Gobbi, parroco di Prevalle (in diocesi di Brescia) dove si trova un’altra sede dell’Imbal Carton.

Al termine della celebrazione ha preso la parola Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, per un ringraziamento a tutti i presenti e per sottolineare come i temi della disoccupazione giovanile e della sicurezza sul lavoro siano centrali nell’azione che la Pastorale sta conducendo al fianco di altri attori, tra cui le ACLI.

A seguire ha parlato Bruno Alessio Tagliati, presidente delle ACLI Provinciali, che ha colto l’occasione della celebrazione per inaugurare l’opera “Fondata sul lavoro.. sicuro” ideata dall’artista Francesco Sbolzani. «L’ispirazione di questo lavoro è alla nostra Carta Costituzionale, che resta per noi la base e la colonna dorsale delle nostre associazioni. Sulla base dell’albero, vicino alle radici, si trova una scritta che è per noi un monito a fare sempre meglio. “Fondata sul lavoro.. sicuro”. Con l’auspicio che quest’aggettivo, sicuro, entri a far parte della nostra Carta costituzionale così come delle politiche sul lavoro». E ha concluso associandosi all’impegno preso da Bignardi di mettere in campo delle azioni concrete volte a coinvolgere tutti gli attori del mondo del lavoro affinché vengano creati dei percorsi di sensibilizzazione e di approfondimento inerenti la sicurezza sul lavoro.

La mattinata si è conclusa con un monito da parte del Vescovo Napolioni a celebrare sempre più fuori dalle chiese, in luoghi significative per la cittadinanza. Aziende ma anche carceri, centri sportivi e giovanili, strade. Dove si incontra l’umanità di cui parla il Vangelo. (www.diocesidicremona.it)

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti