7 febbraio 2022

La Libera Agricoltori bacchetta sindaco e Consiglio comunale sul voto contro gli allevamenti in gabbia: ecco lo scambio di lettere

Ops. Incidente diplomatico tra il Comune e la Libera, uno dei sindacati degli agricoltori locali. A suscitare “sconcerto e stupore” nel presidente della Libera, Riccardo Crotti, è la recente approvazione da parte del Consiglio Comunale - organismo liberamente eletto dai cittadini, non fa male ricordarlo - dell’Ordine del giorno presentato da Sinistra per Cremona Energia Civile sull’abbandono dell’uso delle gabbie negli allevamenti intensivi. L’ordine del giorno è andato in votazione il 25 gennaio ed è stato approvato con il sì dei consiglieri della maggioranza più quelli del Movimento 5 Stelle e del Gruppo Misto.

Epperò, al presidente della Libera quel voto non è piaciuto, tanto da prendere carta e penna (leggi: tastiera e mouse) e vergare in due paginette una bella reprimenda all’indirizzo del sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e al presidente del Consiglio Paolo Carletti, prime figure del Consiglio Comunale ma che alla fine della suonata con quella mozione, vien da dire, che c’azzeccano? Che colpa hanno? Si chiama democrazia, bellezza. Oddio… Galimberti s’era messo in testa quella cosa della capitale del latte, il che lo pone un po’, come dire?, in equilibrio precario, all’eterna ricerca di quel centro di gravità permanente invocato dal Franco nazionale… ma andiamo per gradi.

Scrive Crotti: “Gent.mo Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale, siamo venuti a conoscenza con sconcerto e stupore della mozione (ordine del giorno, sic; ndr) da parte del Consiglio Comunale dell’abolizione delle gabbie negli allevamenti”. Ebbene, chiarisce con piglio deciso il presidente della Libera: “Secondo la correlata e immediata lettura data da molti nostri soci nonché dalla associazione che rappresento questo provvedimento è stato inteso come una valutazione negativa delle modalità e della tipologia delle attuali tecniche di allevamento”.

Al punto che, annota ancora Crotti, “ciò ha comportato una forte mortificazione in molti imprenditori del settore che hanno dato e danno una vita di lavoro per assicurare prodotti di qualità e per interpretare nella maniera più evoluta tecnologica e innovativa le migliori condizioni e tecniche di allevamento nonché soprattutto alla tutela e al benessere animale”.

Ed ecco che il presidente della Libera si gioca la carta strategica, mettendo in luce la contraddizione nella quale sarebbe caduto il sindaco (non fosse che l’ordine del giorno mica l’ha proposto lui): “Non più tardi di pochi mesi fa - ricorda Crotti - la città di Cremona è stata candidata da Lei come capitale del latte, quasi a sottolineare la propensione della nostra terra a dimostrare il meglio che si possa ottenere a livello Nazionale e Internazionale nell’ambito delle relative produzioni letterarie”.

Ma come? Ci porti in palmo di mano puntando alla “capitale del latte” e poi permetti una simile “pugnalata” dal tuo Consiglio? - sembra dire Crotti a Galimberti (ma che avrebbe potuto fare il sindaco? Bloccare un ordine del giorno, forse?). La reprimenda si chiude con rinnovata fermezza: “Non possiamo che stigmatizzare tale provvedimento soprattutto adottato in un momento come quello che stiamo vivendo non solo a livello nazionale nel quale si è effettuato un massimo sforzo da parte del settore primario per continuare ad assicurare prodotti di eccellenza salubri e pienamente rispettosi di tutte le disposizioni previste”.

Le ultime due righe della nota del presidente della Libera al Sindaco sono particolarmente dure se si considera che a scrivere è il presidente di una associazione privata e il destinatario è un sindaco e, in ultima istanza, un Consiglio Comunale democraticamente eletto. Scrive Crotti: “Vi prego pertanto di dare adeguata diffusione delle nostre valutazioni a tutti i componenti del Consiglio Comunale”.

LA REPLICA DEL SINDACO - Di pochi giorni dopo (2 febbraio) la risposta a Crotti del sindaco e del presidente del Consiglio, molto diplomatica e misurata. “Caro presidente - scrivono Galimberti e Carletti - con un po’ di dispiacere abbiamo letto la Sua pregiatissima in ordine alla mozione sulle gabbie ‘perpetue’ negli allevamenti. Lo spirito della mozione, che trae spunto da normative europee consolidate e note, era piuttosto quello di sostenere il mondo agricolo, ancora una volta costretto ad uno sforzo molto impegnativo in questi periodi così complessi e carichi di sfide e riteniamo che proprio la lettura della mozione sveli come l’Amministrazione e il Consiglio intendano mettersi al fianco dell’imprenditoria agricola”.

Più avanti, sindaco e presidente del Consiglio ricordano che “è proprio la difesa, la tutela, la valorizzazione della forza e del prestigio di queste esperienze che ci ha mosso anche nel caso specifico dell’ordine del giorno, che fa riferimento a una legislazione corretta e avalla e sostiene una direzione di rigore e di innovazione certamente già perseguita e da sostenere con maggior forza nei prossimi anni”.

Dopo alcune riflessioni parecchio concilianti verso il mondo agricolo, sindaco e presidente del Consiglio chiudono all’insegna del tentativo di conciliazione: “Condividiamo certamente l’idea che nessuno vuole posizioni di arroccamento o posizioni che potrebbero avere magari più facile comunicazione, ma che, Lei lo sa meglio di noi, nulla avrebbe portato o porterebbero di aiuto concreto al mondo agricolo. Ribadiamo che noi ci siamo, a favore nell’innovazione agricola e zootecnica, per lo sviluppo sostenibile della nostra terra”.

Basterà per far rientrare l’incidente diplomatico?

Federico Centenari


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