Nella splendida Villa Flaminia bilocali in affitto I sacerdoti anziani andranno in alcuni miniappartamenti
Villa Flaminia, la splendida dimora di proprietà della Società di Mutuo Soccorso e Previdenza dei sacerdoti diocesani alla periferia di Cremona lunga la via omonima, cambia destinazione. Finora era riservata alla dimora di sacerdoti anziani, ora rimarrà solo il pianterreno destinato a questo scopo, il resto verrà messo a reddito sottto forma di bilocali in affitto per assistere al meglio i sacerdoti anziani. L'annuncio è stato dato qualche settimana fa nel corso di un incontro in videoconferenza del Consiglio Presbiterale diocesano incentrato sulla cura, il sostegno, l'accompagnamento e le soluzioni abitative per i sacerdoti anziani. E' stato don Daniele Piazzi, presidente della Società di Mutuo Soccorso, a rendere nota la decisione per far fronte al progressivo invecchiamento del clero cremonese. Don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la Pastorale, ha reso noto gli inesorabili numeri dei sacerdoti in diocesi: in 12 anni il numero totale dei sacerdoti è sceso da 353 a 279 di questi 129 sono oltre i 65 anni (66 oltre i 75); negli anni del ministero del vescovo Napolioni sono stati celebrati 43 funerali di presbiteri a fronte di solo 3 ordinazioni: l'età media dei sacerdoti è di 63,19 anni; in trent'anni il corpo sacerdotale ha perso il 16% dei suoi effettivi. Vista la situazione si sta pensando alla creazione di miniappartamenti per sacerdoti in diverse zone della città: in Seminario, nell'ex Silvio Pellico, in via San Giuseppe, in Seminario, nella Casetta di don Mario Cavalleri, al Centro Pastorale. In qualità di Presidente della Società di Mutuo Soccorso del Clero Cremonese, don Giuseppe Piazzi, dopo la notizia che la villa poteva essere un bed and breakfest, ci ha scritto: " Non essendo più gestibile economicamente come casa del clero per pochi anziani residenti ed essendo già dotata di 12 bilocali, cambierà, con i dovuti permessi, destinazione d'uso: da convivenza per sacerdoti a bilocali in affitto come altri appartamenti di proprietà della Mutua del Clero. Non sarà certo una struttura alberghiera o similare. Naturalmente saranno disponibili anche per sacerdoti che ne avessero necessità".
Villa Flaminia era di proprietà del colonnello Tonghini. Era sorta all'inizio del Novecento come dimora padronale del podere “Il Ceppo”. Il nome Flaminia era quello della mamma delle ultime proprietarie, le sorelle Tonghini. I cremonesi di una cinquantina d'anni fa ricordano lo spendido parco che degradava verso il cavo Cerca, la voliera con gli uccelli, le grandi serre. Vi abitavano le due figlie del colonnello Tonghini, il cui ritratto campeggiava al primo piano, appena sopra il magnifico scalone. Luisa e Cristina Tonghini sono state le ultime proprietarie della magnifica casa costruita all'inizio del Novecento. Erano molto religiose e, pur potendo utilizzare la bella cappella della villa, frequentavano comunque la prima messa domenicale della parrocchia di San Sigismondo arrivando con la loro auto fin quasi sul sagrato, con l'autista in livrea che correva ad aprire la portiera. Nel testamento lasciarono tutto, casa e parco, alla Società di Mutuo Soccorso del Clero diocesano. Anche in vita furono molto generose con la Chiesa cremonese ad esempio fecero fondere l'oro della propria famiglia per realizzare un calice e una pisside per la Cattedrale.
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commenti
Michele de Crecchio
24 febbraio 2021 23:54
L'importante è che non si ripetano episodi urbanisticamente discutibili come la recente lottizzazione di via dei Bombici che ha intaccato la preziosa collocazione ambientale dei terreni interessati