27 novembre 2021

La storia di Stefana Soldati, 92 anni, da Offanengo: confeziona borse colorate per sostenere una onlus impegnata nelle adozioni

Il 'miracolo' si sta ripetendo anche alla vigilia del prossimo Natale. Stefana Soldati, 92 anni (saranno 93 a marzo), si siede davanti alle due vecchie ma fidate macchine da cucire nella grande abitazione di Offanengo e confeziona decine di borse. “Coloratissime, una diversa dall'altra”, sottolinea. I pezzi unici usciti dalla sua abilità e dalla sua fantasia da stilista vengono poi distribuiti per sostenere con il ricavato delle libere donazioni una onlus impegnata sul fronte dell'adozione e dell'affido.
Stefana, vedova di Giovanni (impiegato comunale conosciuto da tutti in paese), non è una sarta professionista, ma ha avuto da sempre, sin da bambina, la passione del cucito. “L'ho coltivata anche da grande facendo con tutto quello che mi capitava a tiro i vestiti per i miei figli”. Una folta nidiata: quattro femmine (Luisa, Luciana, Giovanna, tutte insegnanti, e Astrid, laureata in filosofia, che purtroppo non c'è più) e un maschio (Gianmario, perito). Da giovani avrebbero voluto interrompere gli studi per aiutare i genitori, ma il padre li ha spronati ad andare avanti.

Ci ha letteralmente obbligati”, ricorda con affetto una delle figlie, Luisa. La mamma si occupava di loro. “Anche ricamando gli abiti che poi indossavano”, dice Stefana. Lucidissima, autonoma, in buona salute, forte come una quercia, riservata (“Le fotografie? E' proprio necessario?”), la nonna di 6 nipoti e la bisnonna di 7 pronipoti vive da sola ad Offanengo. Si cucina da sé. Tra le pulizie, il bucato e le altre faccende domestiche, non è molto il tempo libero a disposizione. Quello che le rimane lo dedica agli altri. “Durante il lockdown, l'anno scorso, mi sono sbizzarrita facendo decine di mascherine che poi regalavo a chi me le chiedeva”.
Una volontaria di ItaliaAdozioni, Giuseppina, le ha parlato dell'associazione. “Ho deciso di mettermi al servizio di queste persone creando le borse”. Borse che hanno un nome: DAMA (D'AMore e d'Adozione).

Nel 2020 ne ha assemblate 150 e quest'anno è a quota 130, ma solo per ora. Di fattura artigianale, curate nelle rifiniture. Ce n'è per tutti i gusti: due linee (donna e, novità, bambina); due modelli (una ideale per le commissioni, l'altra elegante per i momenti di svago); due tipologie di tessuto (autunno/inverno e primavera/estate); molte con fodera e tasca interna.

“In media confeziono un esemplare al giorno, in genere preferisco mettermi all'opera il pomeriggio”. Stefana entra nella stanza che era del figlio ma dove ora ci sono le due macchine da cucire e comincia. Ci vede perfettamente, infila l'ago senza bisogno degli occhiali. Ha iniziato in estate e continuerà ancora per qualche tempo perché la campagna donazioni Natale 2021 si chiude il 16 dicembre.

“Utilizzo scarti offerti da un negozio di Crema, Valentino tessuti. Ritaglio il materiale direttamente, senza ispirarmi a modelli prestabiliti. Quando vedo un pezzo di stoffa mi si apre il cuore.”. La stessa emozione che prova davanti a una borsa finita. “Mi è stato proposto di mettere in vendita le mie creazioni, ma ho rifiutato: faccio tutto questo solo per l'associazione. Nel mio piccolo, voglio essere utile”. Ogni borsa è accompagnata da una cartolina con la frase: “Non ci sono bambini non voluti, ma solo famiglie non ancora trovate”. L'anziana ricamatrice per passione aiuta ad incontrarsi, con la sua generosità e la magia delle sue mani, quei bambini e quelle famiglie ora lontani.

Nelle foto a scorrimento Stefana Soldati e alcune sue creazioni, poi la serie delle borse e Stefana alla macchina da cucire

Gilberto Bazoli


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