29 aprile 2023

La storia di Stefano Agazzi, da imprenditore a "custode" di quattro chiese "per la gloria del Signore". L'emozione per quel ragazzo arrivato dal Texas per Sant'Omobono

Il suo mestiere è stato restaurare chiese, la sua passione è tenerle aperte e farle vivere. “E' il mio modo di pregare”, dice, con naturalezza e quasi schermendosi, Stefano Agazzi, 78 anni il prossimo 18 maggio, geometra in pensione.
Un nome, il suo, legato inscindibilmente ad avvenimenti cruciali per Cremona. Cominciando dai lavori alla Cattedrale. “Sono stato lì per 15 anni e ho salvato il rosone da una crepa di assestamento formatasi sulla facciata sud, quella verso la Curia. Poi ho partecipato alla sistemazione della facciata principale del Duomo”. L'elenco dei suoi interventi di recupero dei beni monumentali è lungo, lunghissimo, dal Torrazzo al Battistero, da Palazzo Cattaneo al Trecchi, e tanti altri tesori architettonici. Più volte si è spinto fuori città e oltre provincia. E' stato lui a trovare, durante l'opera di risanamento della chiesa dell'Incoronata a Sabbioneta, il famoso Toson d'oro, il prezioso gioiello, raffigurante un ariete, appartenuto a Vespasiano Gonzaga. 

Poi, un giorno di alcuni anni fa, la svolta personale. “Sono andato al teatro, appena ristrutturato. di Ostiano, a sentire una conferenza sui Cavalieri Templari cattolici d'Italia. Avevo sempre nutrito grande interesse per questa realtà e letto molti libri in proposito”. Agazzi è diventato uno di loro.

“Non sono un ordine, ma un'associazione. Uno dei loro compiti è presidiare le chiese abbandonate, mantenendole con decoro e aprendole ai fedeli. Il loro motto è: la spada al re (lo Stato), il cuore alla Dama (la Madonna) e l'onore a me (la famiglia). I loro ideali sono fratellanza, onestà, giustizia, valori che ora non ci sono più nemmeno nel vocabolario. Un altro elemento caratterizzante è la lotta ai satanisti e alle sette”.
L'ex geometra ha così cominciato a prendersi cura della chiesa di San Vincenzo, in via Palestro, diventata la sede dei Templari: “L'abbiamo salvata noi”. Da qualche tempo non fa più parte dell'associazione ma, rivendica con orgoglio, “sono rimasto e rimarrò per sempre un Cavaliere Templare”. Il suo impegno per la bellezza, l'arte e la religione continua.
Anzi, grazie alla forza della sua fede e alla faccia della carta d'identità. si è esteso ancora di più. A San Vincenzo, infatti,si è aggiunta la chiesa di Sant'Omobono, in via Ruggero Manna, diventata, in tutti i sensi, la casa di Agazzi, che si è trasferito, pagando l'affitto, nell'appartamento sopra la chiesa stessa e che si occupa del magnifico giardino di rose e limoni, un angolo di pace inaspettato, sul retro. 

La apro il mattino per ventilarla e il pomeriggio per le funzioni religiose”. E' molto più di un semplice sagrestano, è una vera e propria guida, paziente e disponibile, fonte di incontri sorprendenti e indimenticabili.
Come quello - racconta con emozione - di poche ore fa. Sul sagrato c'erano un ragazzo e una ragazza, che poi ho scoperto essere fratello e sorella. Pensate: venivano dal Texas, dalla città di Sant'Antonio, ai confini con il Messico. Non parlo l'inglese ma per fortuna mi ha ha aiutato mia moglie, che è belga. Il giovane ci ha spiegato che era un seminarista e che dalle sue parti, al compimento del 17° anno d'età, si deve indicare il proprio santo protettore. Aveva scelto Sant'Omobono ed è per questo motivo che si trovava in visita a Cremona. L'ho fatto entrare in chiesa e gli ho detto che al suo interno è custodita una reliquia del nostro patrono, il femore. Lui, ringraziandomi, si è inginocchiato e, in lacrime, l'ha baciato”.
Quando non presta servizio in via Ruggero Manna, Agazzi è alla chiesa di San Vincenzo: “L'ho dovuta chiudere perché rubavano le candele e i fiori. Ora la apro quando posso, ma la mia intenzione è farlo il sabato e la domenica”. 

Se non lo trovate in via Palestro, potreste incrociarlo alla chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, in via Ponchielli: “Mi occupo io di chiuderla”. Come fa per la chiesa di sant'Agostino, in via Plasio, che, con Sant'Omobono e San Marcellino, è parte dell'Unità pastorale Cittanova.
Tutto quello che fa, ed è tanto, lo fa a titolo interamente gratuito. "Ce n'e' bisogno anche perche' sono sempre meno le persone disposte a dare una mano". Pochi minuti alle 17 di questo giovedi', si avvicina l'ora della messa in sant'Omobono. 

Ringraziato il parroco, don Irvano Maglia, per spiegare le ragioni del suo impegno generoso e competente il custode della chiesa dei matrimoni (“L'anno scorso ne sono stati celebrati 17-18”) cita un altro motto, parole tratte da un salmo: “Non per noi, Signore, ma per la tua gloria, giustizia e carità”. E aggiunge: "E' anche il ricordo di quanto ero innamorato del mio lavoro che mi spinge ad andare avanti". Poi chiede scusa: “Adesso devo proprio salutare”. Una delle 'sue' quattro chiese lo chiama.

Gilberto Bazoli


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commenti


R. Daguati

29 aprile 2023 07:23

Bella persona. Nella sua semplicità fedele e coerente coi suoi Principi. Grande Stefano. Il Signore ti accompagni.

claudio

29 aprile 2023 17:37

Ho avuto il piacere di conoscere il geom Agazzi, la sua Signora ed il figlio circa quarant'anni fa per motivi di lavoro. Già allora si è dimostrato essere un signore, pacato nelle richieste, educato! Mi ha fatto piacere leggere l'articolo di Bazoli che l'ha descritto egregiamente nella semplicità ed umiltà che l'hanno sempre contraddistinto.
Ne approfitto per inviare al geom. Agazzi e Signora, come pure a Bazoli, i miei più cordiali saluti e ringraziamenti.

Albina

30 aprile 2023 21:29

Grazie sl sig. Agazzi per il grande lavoro che fa nel custodire le Chiese della sua comunità pastorale.
Se ognuno di noi donasse anche solo una piccolissima parte del proprio tempo per attività di volontariato, in qualsiasi campo, sia civile che religioso, si riuscirebbe ad avere un Mondo più bello.
Grazie ancora al sig. Agazzi ed anche al signor Bazoli che ci ha fatto conoscere questa stupenda realtà.

claudio

1 maggio 2023 16:20

Mi associo pienamente!!!!!!!!