La tradizionale Messa natalizia con il Vescovo all’Università Cattolica, «nell’aula dove si celebra l’incontro»
Nel pomeriggio di mercoledì 13 dicembre il Vescovo di Cremona ha presieduto la Messa natalizia nella cappella del Campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, affiancato dai docenti di Teologia don Maurizio Compiani (che è anche assistente spirituale del campus), don Matteo Tolomelli e don Pier Codazzi, in rappresentanza dei referenti delle residenze universitarie.
Un appuntamento tradizionale con l’avvicinarsi delle festività natalizie, in cui docenti, studenti e personale hanno l’occasione di ritrovarsi insieme per un momento di preghiera e di scambio di auguri. La novità di quest’anno è che l’invito a partecipare è stato esteso non solo ai referenti delle varie residenze universitarie della città, ma a tutti quanti desiderassero partecipare. Sono tanti, infatti, coloro che, a vario titolo, si sentono legati all’Ateneo, e al campus di S. Monica in particolare. La direzione di sede ha perciò inteso ampliare l’evento natalizio in un abbraccio familiare ad amici, benefattori e cittadini.
«Siamo felici di essere piccoli ed uniti – ha introdotto il Vescovo all’inizio della Messa –. Siamo in questa che chiamiamo cappella ma che quasi quasi chiamerei in un altro modo. Questo è un luogo di aule e questa è l’aula liturgica; l’aula in cui non solo si fa lezione, si fa lectio, si ascolta la Parola madre di sapienza, ma è l’aula in cui si celebra l’incontro». E riferendosi all’arrivo del Natale ha aggiunto che «oggi lo anticipiamo coltivando in noi il desiderio di Natale, che ci ha dato motivazioni storiche, attuali, personali, profonde, reali, che non possiamo ignorare».
Per abbracciare lo spirito di fraternità e vicinanza che il Natale porta con sé ogni anno, coinvolgendo anche i tanti studenti giunti a Cremona da altri Paesi per i corsi internazionali proposti dall’Ateneo, durante la celebrazione della Santa Messa si è deciso di cantare il ritornello del Salmo responsoriale in spagnolo, traducendo poi in inglese il vangelo di Matteo, a dimostrazione che «ognuno di noi ha una sua lingua – spiega mons. Napolioni durante l’omelia – e il Signore ci sta a raggiungerci secondo la nostra unicità».
Soffermandosi sul messaggio del profeta Isaia, il Vescovo ha quindi sottolineato che «il tema della relazione fra le generazioni è sempre più cruciale nella vita delle nostre comunità, nel mondo. È grave se i giovani iniziano già a stancarsi, a stancarsi delle parole, a stancarsi delle promesse. Gli adulti inciampano sulle loro illusioni e sulle loro realizzazioni alle quali attaccano se stessi perdendo di vista il bene comune, perdendo di vista Dio stesso, e cadono. E c’è il rischio di inciampare gli uni sugli altri, ma la buona notizia è che quanti sperano nel Signore riacquistano forza!».
«Il Signore dov’è? È nel cielo e dal cielo fa piovere le sue grazie sui buoni? – ha poi chiesto il Vescovo – Lui fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, non perché sia indifferente, ma perché è misericordioso, sovrabbondante, stupefacente nella sua fedeltà al progetto d’amore col quale ha dato vita all’universo. E noi siamo in Lui, dentro di Lui, respiriamo Lui, come il pesce nell’acqua, per questo stiamo male quando smarriamo la coscienza di Dio oppure abbiamo una coscienza deformata di Dio, una visione antropomorfica, infantile».
Mons. Napolioni poi concluso la sua riflessione dicendo che «noi oggi prepariamo l’incontro. Prepariamo l’incontro del nostro cuore, delle nostre famiglie, dei nostri pezzi di storia con il Signore che viene, e prepariamo l’incontro con i fratelli e le sorelle dentro di Lui, grazie a Lui, nella comunione con Lui, che ci sorprenderà, perché davvero Egli è fedele e misericordioso».
Al termine della Messa il Vescovo ha fatto gli auguri a tutti i presenti, augurando un Natale all’insegna della pace e dell’amore, per Dio e per i fratelli, perché solo così sarà possibile raggiungere quella pace di cui tanto si parla, ma per la quale si fa ancora troppo poco per far sì che diventi realtà.
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