27 febbraio 2021

Le carenze del raddoppio ferroviario Mantova-Piadena SI rivedrà il progetto tenendo conto della nuova autostrada

Il progetto definitivo della sistemazione con il raddoppio del tratto fino a Piadena della Mantova-Codogno va rivisto. Lo ha deciso il Consiglio dei lavori pubblici dopo aver esaminato l'elaborato di Italfer per conto di Rete Ferroviaria Italiana attualmente sotto la lente del Ministero dell'Ambiente per la Via (Valutazione di Impatto Ambientale). Si tratta dei 34 chilometri che da Mantova vanno verso Milano fino a Piadena, già finanziati per oltre un terzo (340 milioni su 490). La notizia è stata data ieri durante la videoconferenza dei tecnici del ministero dei Lavori Pubblici con i comuni interessati all'opera (Mantova, Bozzolo, Curtatone, Marcaria e Castellucchio) insieme all'Amministrazione provinciale mantovana. Il progetto da rifare, dovrà tenere conto di tante osservazioni arrivate dai territorio e finora non prese in considerazione. Innanzitutto dovrà integrarsi con la progettata autostrada Cremona-Mantova che correrà a 200 metri dai binari. Logico quindi che si dovesse tenere conto della nuova infrastruttura per sostituire i ben 13 passaggi a livello della linea

Rfi, dunque, deve rifare il progetto, ritenuto in certe parti «confuso e carente» riferiscono alcune fonti, e accogliere le richieste avanzate dai territori e finora ignorate. Soprattutto, dovrà integrare meglio il progetto con quello dell’autostrada Mantova-Cremona, che scorrerà a 200 metri dai binari, cosa che costringerà le Ferrovie a rivedere le quote dei binari e a riprogettare sovrappassi, sottopassi e ponti previsti per sostituire i tredici passaggi a livello che saranno eliminati lungo la linea e che nella versione originale, in alcuni casi, spaccavano in due i paesi. Come sempre, in prima linea nella difesa del territorio, il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, soddisfatto della svolta nella progettazione che non dovrebbe ritardare l'opera come ha anche dichiarato il parlamentare mantovano Matteo Colaninno di Italia Viva, uno dei più attivi nel chiedere il raddoppio della linea.


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commenti


Michele de Crecchio

28 febbraio 2021 14:57

"Ubi maior, minor cessat" dicevano gli antichi. A mio parere la priorità dovrebbe andare alla viabilità locale preesistente (non come avvenuto recentemente in comune di Cremona, dove Picenengo e San Savino si sono trovati improvvisamente interrotti percorsi da secoli esistenti), poi alla ferrovia e infine alla improbabile e inutile autostrada.