27 novembre 2024

Lombardia, Coldiretti: ok nuove norme su biogas, sburocratizzazione favorisce economia circolare

Le nuove norme relative all’iter autorizzativo degli impianti a biogas vanno nella giusta direzione di sburocratizzare e favorire le pratiche di economia circolare nelle campagne, in particolare quelle riguardanti la produzione di energia rinnovabile a partire dai sottoprodotti di scarto delle stalle lombarde.

Così Coldiretti Lombardia commenta il via libera del Consiglio regionale alla legge di revisione normativa ordinamentale 2024 con cui si dispone, tra l’altro, che i nuovi impianti a biogas con una potenzialità di trattamento fino a 500 tonnellate al giorno, in cui venga utilizzato almeno il 70% di reflui animali, potranno entrare in funzione attraverso una procedura autorizzativa semplificata.

Una decisione che risponde alle richieste di Coldiretti per valorizzare e sostenere il contributo che il settore zootecnico fornisce nel campo dell’innovazione e della produzione di energia rinnovabile in Lombardia, regione leader nel biogas agricolo con oltre 500 impianti attivi.

Grazie agli impianti di biogas – conclude Coldiretti Lombardia –, l’impresa zootecnica completa il suo ciclo produttivo valorizzando i residui aziendali e dando piena attuazione ai principi della bioeconomia, contribuendo al processo di decarbonizzazione e alla sicurezza energetica attraverso la produzione di energia rinnovabile.

 


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commenti


Manuel

27 novembre 2024 20:52

Anche riversando negli impianti mais e frumento, si favorisce l’economia circolare?

Alessandro

29 novembre 2024 00:01

Con il 70% dí reflui zootecnici il biogas non funziona nemmeno se preghi. Con gli antibiotici che prendono gli animali d’allevamento i batteri che creano la digestione anaerobica muoiono. Per alimentare la digestione anaerobica servono soprattutto trinciati di mais e cereali ed erbacee, solo in minima parte i reflui animali. Quindi diciamo che è una marchetta per gli agricoltori, non vendiamolo come economia circolare. È greenwashing puro e semplice.

Alessandro

29 novembre 2024 07:34

Aggiungo anche che, far passare in PAS gli impianti che movimentano fino a 500T/g, significa far uscire dall' autorizzazione unica tutti gli impianti di taglia commerciale per gli imprenditori agricoli. Se è una buona cosa per l'imprenditore, si deve anche considerare che l'impianto a biogas produce energia elettrica che viene immessa nella rete pubblica la quale viene incentivata. Per massimizzare l'introito, un impianto a biogas funziona circa 8000 h/anno. E' un motore di un camion che per 8000 h/anno funziona a massima potenza bruciando quel biometano prodotto da digestore. Quindi crea emissioni in atmosfera. Ora in provincia di Cremona ne abbiamo già più di 300 impianti di questo tipo (siamo la provicia italiana record del settore, complici anche politiche bancarie nel decennio scorso). Vista la già drammatica situazione della qualità dell'aria vogliamo incentivarne altri (perchè con la PAS - procedura abilitativa semplificata - che passa dal comune di turno) succederà questo. Non ha più senso il biometano (sempre che il metano venga immesso nella rete pubblica del gas e non portato in giro con autobotti) ? Ma in generale vogliamo che l'agricoltura si converta del tutto alla produzione di energia per poi comprare latte e cereali dall'est europa ? Perchè questo sta succedendo, già da parecchio..