1 marzo 2021

Mario Palanti, l'architetto originario di Casalbuttano che propose a Mussolini di costruire a Roma il grattacielo più alto del mondo

La sua famiglia era di Casalbuttano e avrebbe potuto dare a Roma il grattacielo più alto del mondo. Il suo nome era Mario Palanti. Era nato a Milano nel 1885 e nel capoluogo lombardo è morto nel 1978. Era un architetto che dal 1909 lavorò in Argentina, a Buenos Aires e quindi a Montevideo, in Uruguay. Era specializzato nell'architettura eclettica e spesso terminava i suoi edifici mettendogli in cima una torre. Fece ritorno in Italia nel 1924, dove continuò a lavorare come architetto e propose a Benito Mussolini di costruire a Roma la Mole Littoria con ben 88 piani, 330 metri di altezza e una superficie di 70mila metri quadrati ricoperta da marmo bianco di Carrara. Doveva essere costruito nel pieno centro di Roma tra via del Corso e via Ripetta.

Alla base del grande emiciclo dovevano esserci 4500 stanze, un centinaio di saloni, poi il Parlamento, le sale del governo, le sale conferenze, un centro per i telefoni e i telegrafi, persino palestre e un osservatorio astronomico. Il progetto venne pubblicato nel 1926 e lo skyline della Capitale sarebbe stato completamento rivoluzionato con la Mole Littoria che il progettista battezzò “Eternale” a sovrastare le antiche cupole. Il Duce fu inizialmente entusiasta all'idea di avere un grattacielo che avrebbe offuscato l'importanza di quelli americani. Ma Marcello Piacentini, architetto ascoltatissimo dai vertici del fascismo, si mise di traverso: “mai un grattacielo e Roma”, disse. Così Palanti cominciò a riprogettare riducendo lo spazio, poi spostando la realizzazione in viale Aventino e alla fine sarà ridotto nel 1937 nella Farnesina a cura degli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpugo, prima sede del Partito Nazionale Fascista e poi destinato al Ministero degli Esteri.

Palanti era geniale, e al di là della follia di un grattacielo a Roma, a cavallo degli anni 20-30 progettò un sistema brevettato, per erigere costruzioni a secco: il Palandomus.

Celebri le sue opere in Sud America come il palazzo Barolo a Buenos Aires o il gemello Palazzo Salvo a Montevideo o ancora ilPalazzo Automotor a Buenos Aires. A Milano realizzò l'edicola Palanti del Museo Monumentale o le rampe pedonali da piazza Andrea Doria per la stazione centrale. Morì a 92 anni. Celebre fu anche il fratello, Giuseppe Palanti, ottimo pittore con diverse opere esposte al museo del Novecento di Milano.

M.S.


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commenti


Michele de Crecchio

1 marzo 2021 23:06

Se non vado errato, a Cremona, nel secondo dopoguerra , nel complesso dei Barnabiti a San Luca, operò un Palanti. Parente?