7 marzo 2023

Medicina di genere: l'8 marzo ci ricorda l'importanza della personalizzazione delle cure

In linea con il “Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere” del Ministero della Salute (che pone l’Italia all’avanguardia in Europa in questo campo) e con quanto previsto anche da Regione nelle Regole di Sistema per l’anno 2023, tramite il “Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere”, l’ATS della Val Padana promuove le iniziative che hanno come obiettivo l’eguaglianza e l’equità nella salute. Con il riconoscimento delle differenze biologiche e socioculturali di genere, si garantisce così l’erogazione di percorsi di diagnosi e cura su misura, appropriati e personalizzati, capaci di salvaguardare lo stato di salute e di benessere della popolazione.

Cos’è la Medicina di Genere? Non è una nuova specialità medica, ma è lo studio dell’influenza che esercitano le differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. La Medicina di Genere si fonda sulle differenze dello stato di salute e di malattia non solo tra uomo e donna, ma anche tra bambini e anziani e si prefigge di abbattere le disuguaglianze di studio, attenzione e trattamento farmacologico per garantire a ciascuno il migliore trattamento possibile

Questo nuovo approccio medico-scientifico, da applicare trasversalmente in tutti percorsi di specialità mediche, rafforza i concetti di “centralità del paziente” e di “personalizzazione delle terapie”, oltre a contribuire a ridurre errori, limitare sprechi e costi sanitari, assicurare la sostenibilità economica della spesa del Sistema Sanitario.

La Medicina di Genere è in sostanza un approccio che qualifica in modo sostanziale i percorsi assistenziali, agendo su quattro direttrici: coordinamento dei percorsi clinici (prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione) messe in campo dalle strutture socio-sanitarie aziendali e territoriali; promozione di percorsi di sensibilizzazione e formazione degli operatori sanitari; sviluppo della ricerca in tutti gli ambiti sanitari e di soluzioni innovative di accesso ai servizi; promozione e diffusione della conoscenza della Medicina di Genere coinvolgendo tutta la popolazione, istituzione, enti, associazioni, professionisti, scuole e media.

In questo quadro si inserisce la campagna video “Il genere femminile e il genere maschile: due volti della medicina” rilanciata dall’ATS della Val Padana in occasione dell’8 marzo. Sono state realizzate a cura dell’Ufficio Comunicazione tre mini-interviste video a altrettanti esperti della materia che da tempo si fanno portavoce della necessità di utilizzare la Medicina di Genere come strumento per indagare malattie come i tumori, le demenze, le malattie cardiovascolari, autoimmuni, endocrine e respiratorie, l'artrosi e l'obesità, descrivendo le principali differenze tra l'uomo e la donna, l'incidenza, la sintomatologia, il decorso clinico e la risposta alle terapie farmacologiche. I video sono pubblicati, oltre che sulla pagina Facebook istituzionale, anche sul sito aziendale al seguente link https://www.ats-valpadana.it/la-medicina-di-genere 

I PROTAGONISTI DEI VIDEO

La dottoressa Antonia Carlino, ginecologa e membro della Commissione Nazionale Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) definisce il concetto di Medicina di Genere e offre una panoramica storica sulla nascita di questo approccio che può apparire tanto scontato nella sua semplicità, quanto disatteso nella sua applicazione quotidiana.

La dottoressa Doriana Bertazzo, Medico di Medicina Generale (MMG) ATS Val Padana, sottolinea l’importanza del ruolo del medico di famiglia nella Medicina di Genere. Rappresentando il primo contatto del paziente con il Sistema Sanitario Nazionale, il medico di medicina generale ha il compito di evidenziare le peculiarità di ciascuna persona e indirizzarla con competenza verso i servizi specifici offerti dal Servizio Sanitario.

La dottoressa Francesca Cremaschi, farmacista del Servizio Farmaceutico ATS Val Padana, affronta invece il tema dal punto di vista dell’assunzione dei farmaci, rimarcando quanto sarebbe fondamentale aumentare il numero delle donne negli studi di immissione in commercio dei farmaci per comprendere il diverso metabolismo ed i meccanismi specifici di tossicità, con l’obiettivo di aiutare i medici a identificare una terapia “personalizzata” sulla base delle caratteristiche del sesso del paziente.

 

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