26 gennaio 2023

Migliaia di reperti, prestiti importanti, elaborazioni in 3D alla mostra "Pictura...tacitum poema", per rinverdire 25 anni dopo "I tesori della Postumia"

Migliaia di frammenti provenienti dalle antiche domus di piazza Marconi e via Colletta, prestiti dai più importanti musei archeologici nazionali, ricostruzioni virtuali di ambienti domestici scomparsi ed oggi ritrovati grazie alle nuove tecnologie, elaborazioni in 3D sono le caratteristiche salienti della mostra “Pictura…tacitum poema” destinata a rinverdire, a 25 anni di distanza, i fasti di “Tesori della Postumia”, la grande mostra archeologica del 1998 che portò a Cremona 70 mila visitatori. Certo non sarà facile, ma di certo la prossima rassegna sui miti e paesaggi delle domus di Cremona, che verrà inaugurata il prossimo 10 febbraio al Museo del Violino ed al Museo archeologico di San Lorenzo, ha l’identico fascino della scoperta. La mostra, promossa dal Museo Archeologico di Cremona con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, si baserà sui materiali dei due ritrovamenti della domus del Ninfeo di piazza Marconi, in particolare della “stanza di Arianna”, e della “domus dei candelabri” di via Colletta, integrati dagli esempi di pittura pompeiana, soprattutto nel caso del mito di Arianna, provenienti dal Museo Archeologico di Napoli e dal Parco Archeologico di Ostia antica. La “stanza di Arianna” era un cubiculum (camera per dormire) sulle cui pareti erano raffigurati diversi momenti del mito cretese: prima abbandonata da Teseo dopo l’impresa dell’uccisione del Minotauro, in seguito scoperta da Dioniso addormentata sulla spiaggia dell’isola di Nasso, Arianna appare infine sposa trionfante del dio stesso. Di questo ambiente erano rimaste le tre pareti con frammenti di intonaci dipinti in cui, grazie ai confronti con altre realtà, è stato possibile ricostruire i tre momenti del mito. In altri casi il confronto con gli affreschi dello studiolo di Augusto sul Palatino ha consentito di mettere in evidenza come alcuni dei motivi iconografici presentii nella domus del Ninfeo hanno un preciso riferimenti con quelli, confermando come i proprietari della domus fossero in rapporti abbastanza stretti con la famiglia imperiale.

CI sarà spazio anche per la realtà virtuale, con una proiezione in cui verrà presentata una parte della stanza di Arianna con posizionati i frammenti principali, ed una ricostruzione in 3D della domus di via Colletta, da cui provengono le decorazioni della Domus dei Candelabri dorati, anch’esse testimoni di quanto fosse diffusa nelle dimore cremonesi la raffinata cultura artistica derivata dall’ellenismo. Frammenti che, dopo lunghi anni di studi, analisi e restauri, ci vengono restituiti nel loro significato e nella loro bellezza anche grazie ai confronti con alcuni affreschi, presenti in mostra, provenienti da Pompei, Roma, Ostia e Verona, e con scenografiche ricostruzioni multimediali.

Il lavoro di ricostruzione ha costituito una tappa importante, cui è dedicata una sezione della mostra, ma è anche una dimostrazione di quanto la ricerca debba proseguire. L’allestimento della mostra è curato dallo studio Tortelli e Frassoni di Brescia, lo stesso che ha curato la trasformazione in museo dell’ex chiesa di San Lorenzo. Nel progetto della mostra rientra anche la valorizzazione dello scavo di piazza Marconi, da cui verranno eliminate le erbacce che da tempo lo infestavano e ripulite le vetrate che lo proteggono, operazione che sarà conclusa entro il 10 febbraio.

 

Fabrizio Loffi


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