12 marzo 2021

Minacce rap ed estorsione ad un coetaneo su Instagram e Telegram, arrestato un diciassettenne

I Carabinieri del Comando Stazione di Soresina, hanno eseguito una misura della custodia cautelare, emessa in data 08.03.2021 dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Brescia, per i reati di cui agli artt. 81, 629, 56-629, 610 c.p. (reato continuato, estorsione, tentata estorsione, violenza privata), nei confronti di uno studente 17enne italiano, di origini indiane. All’esito dell’attività d’indagine condotta dal Comando Stazione di Soresina, luogo dove è stata presentata la denuncia dal padre della vittima, infatti è risultato che con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con minacce implicite ed esplicite di “fargli male” e farlo picchiare da suoi connazionali utilizzando anche il social network “Instagram”, aveva costretto un altro studente 17enne a consegnarli somme di denaro per un totale di 500 euro, intimandogli di non denunciarlo ai Carabinieri. 

Una vicenda maturata presso il piazzale degli autobus di Cremona, dove i due studenti, frequentanti due diversi istituti tecnici del capoluogo, avevano modo di incontrarsi per prendere il pullman con cui raggiungevano i rispettivi Comuni di residenza in questa provincia. In particolare, il 17enne vittima dell’estorsione, era stato preso di mira dal coetaneo, a partire dal febbraio 2020 e sino al mese di marzo dello stesso anno, quando questo aveva iniziato un’insistente opera di “bullizzazione”. I due studenti che in prima media erano stati in classe insieme, ma non avevano avuto alcuna particolare frequentazione, non risultavano comunque avere motivi di contrasto. In ogni caso il 17enne di origine indiana, forte della sua maggior stazza fisica ed approfittando della particolare timidezza della vittima, aveva cominciato a perseguitarlo con continue richieste di denaro. Il genitore della vittima, nel corso dei mesi, notando da parte del figlio un particolare stato di ansia ed un malessere che si manifestava in comportamenti insoliti, era riuscito a raccogliere le sue confidenze ed aveva così deciso di chiedere aiuto ai Carabinieri del Comando Stazione di Soresina, centro dove svolge il proprio lavoro. Gli accertamenti esperiti consentivano di appurare che la giovane vittima aveva consegnato fino a quel momento una somma di denaro di 270 euro, ma che poi l’emergenza era venuta meno sia per la sospensione delle lezioni in presenza che per il successivo periodo di vacanza estiva che non aveva consentito ai due giovani di incontrarsi troppo spesso. A fine febbraio di quest’anno però, il genitore aveva denunciato che il figlio era tornato a casa sconvolto ed agitato, per cui aveva scoperto che dal precedente mese di gennaio 2021, precisamente a partire dal giorno 4, era oggetto nuovamente di insistenti richieste di denaro da parte dell‘indagato, ragion per cui aveva rinnovato la denuncia nei confronti dello studente estorsore corroborandola di numerosi “screenshot” dei messaggi intercorsi tra i due studenti e conservati sul telefonino del figlio.

Gli approfondimenti d’indagine svolti dai militari, hanno consentito di appurare che l’indagato 17enne aveva inviato centinaia di messaggi con richieste di denaro e minacce rivolte alla vittima, inoltre quando aveva avuto sentore che questi potesse essersi rivolto alle Forze di Polizia per la denuncia, aveva preteso, come misura di “sicurezza” e per evitare di lasciare tracce compromettenti, che le comunicazioni avvenissero tramite messaggistica “telegram” che integra la funzione di cancellazione a tempo preimpostata dei messaggi. Il 17enne spaventato aveva cominciato ad assecondare le richieste, consegnando altre somme di denaro dai 100 ai 250 euro, per un totale di 500 euro in circa due mesi, consegnati all’estorsore, attenendosi alle istruzioni ricevute per la consegna, che in particolare prevedevano che il denaro dovesse essere lasciato cadere per terra come se fosse avvenuto per pura casualità. Successivamente la vittima disperata aveva cercato di evitare il contatto con l’estortore chiedendo al padre di poter fare a meno di andare a scuola o di essere accompagnato a Cremona, così da evitare di frequentare la stazione delle corriere e di incontrare l’indagato. In tal modo e bloccando l’utenza del telefono dell’indagato, la giovane vittima era riuscita per qualche tempo ad evitare di incontrare l’indagato, ma questi, al fine di riuscire comunque a contattarlo, aveva iniziato a postare sulle sue storie di “Instagram” (visibili solo a chi ne condivide l’amicizia) messaggi di minaccia e piccoli ritornelli cantati in modalità rap intimandogli di rispondere e provvedere ai pagamenti richiesti. In particolare in questi messaggi scritti e parlati con il gergo giovanile e soprattutto con un linguaggio e termini simili al modo di esprimersi dei rapper, di cui l’indagato risulta essere un accanito fan, tanto da imitarli in tutto, lo minacciava che qualora fosse andato dai “ROSPBIF” (termine che nel gergo giovanile indica i Carabinieri), avrebbe mandato un nutrito gruppo di indiani appartenenti alla sua comunità a “spaccargli la faccia”, cosa che avrebbe continuato a fare anche nel caso in cui non gli avesse consegnato ulteriore “FLUS/FLOS” (termine onomatopeico usato per indicare il denaro ed il fruscio delle banconote causato dallo stesso). Il giovane introverso, mite e facilmente impressionabile, quindi aveva avvertito un forte malore, una crisi di panico, tanto che il padre era stato costretto nuovamente a chiedere l’aiuto dei Carabinieri. Vagliati gli elementi di indagine raccolti dai Carabinieri, il Tribunale per i Minorenni di Brescia e valutata anche la pericolosità del 17enne, ha emesso una misura cautelare che nella giornata del 10 marzo è stata eseguita. 


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