9 dicembre 2025

Nella solennità dell’Immacolata istituiti i nuovi ministri straordinari della Comunione. Il Vescovo: «Siete ministri di comunione che rendono l’Eucarestia missionaria»

Ministri dell’Eucaristia, nel segno della comunione e della missionarietà. Così il vescovo Antonio Napolioni ha delineato la figura dei ministri straordinari della Comunione in occasione dell’istituzione dei nuovi ministri (17 provenienti dalle varie parti della diocesi) avvenuta nel pomeriggio di lunedì 8 dicembre in Cattedrale durante i Secondi Vespri della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. 

A chiedere per loro il conferimento del mandato (ricevuto dopo un percorso formativo) sono stati i rispettivi parroci e superiori delle comunità religiose: i ministri potranno così distribuire la Comunione durante le celebrazioni eucaristiche secondo le necessità e portare l’Eucaristia ai malati e agli anziani nelle case, nei luoghi di ricovero e negli ospedali.

Ed è proprio questo uno degli aspetti che il vescovo ha voluto sottolineare, auspicando «che da ogni Messa domenicale partano i ministri che portano il Signore a chi fisicamente non è presente nell’assemblea, ma è al cuore della preghiera e dell’affetto della comunità». E ha proseguito: «Quello di chi affianca i sacerdoti e gli altri ministri della Chiesa, non solo nel distribuire ma nel permettere l’incontro con Cristo nell’Eucaristia, è un ministero missionario preziosissimo, che permette alla Chiesa di rimettersi in moto, di conoscere ciò che accade nelle case, portando un po’ della tenerezza materna che si rende conto delle situazioni di bisogno e non le abbandona e fa sì che il Signore abiti quelle case, abiti quei cuori, riempia di speranza quelle vite».

Per questo il vescovo ha voluto pubblicamente ringraziare quanti si rendono disponibili per questo servizio. I 17 nuovi ministri insieme agli oltre 40, tra laici e religiosi, uomini e donne, che sono stati rinnovati nel ministero per altri cinque anni e che erano presenti insieme ai ministri in carica, circa 300 nell’intera diocesi. «Ringrazio e benedico anche loro – ha detto il vescovo – perché rendono l’Eucarestia missionaria. Capace non solo di essere celebrata nei luoghi dove la comunità si raduna, ma di essere ricevuta a “domicilio”: non dai pigri, ma da chi è impossibilitato, da chi ha veramente bisogno di quel contatto con Cristo. Ed è giusto e necessario che senta di essere parte della comunità».

Nella breve riflessione che il vescovo ha proposto prima dell’istituzione dei nuovi ministri, ha preso spunto anzitutto dalla lettera di Paolo ai Romani “Laddove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20-21) per sottolineare come «la vera onnipotenza di Dio si manifesta nella Redenzione, nella chiamata e nel “sì” di Maria, preparata dalla sua Immacolata Concezione; e poi nel mistero pasquale del Figlio suo, crocifisso e risorto. Un puntino nella storia, dove sovrabbonda in eterno la grazia, la misericordia, la guarigione, la salvezza: tutti i beni che Dio ha in serbo per i suoi figli: affamati, assetati, oppure distratti e confusi». Napolioni ha ricordato anche Papa Giovanni Paolo II, secondo cui il mistero del male, per quanto possa essere grande, è sempre circoscritto dal mistero della misericordia e della bontà di Dio.

«L’Eucaristia – ha quindi affermato il vescovo – è proprio il segno più eloquente e più sconcertante di questa sovrabbondanza di grazia: tutto in una briciola di pane, offerta ai bambini, offerta al popolo, offerta ai malati, viatico per i moribondi, pane del Cielo, Corpo di Cristo. Di quel Cristo il cui corpo si è formato nel grembo di Maria: quindi Maria è, in qualche modo, madre anche dell’Eucarestia».

Infine, rifacendosi alla lettera agli Efesini proposta nei salmi, «e che anche per la nostra Chiesa diocesana è un po’ il programma di questo anno pastorale», il vescovo ha invitato a benedire Dio «perché ci coinvolge in un disegno di un unità e di riconciliazione». E ancora, perché «fa delle comunità cristiane “case e oasi di pace”, come ha ridetto oggi pomeriggio (l’8 dicembre durante l’atto di venerazione all’Immacolata in Piazza di Spagna, ndr) il nostro Pontefice. L’Eucaristia serve proprio a vincere tutto ciò che ci rende individualisti: a non avere il “mio” Gesù, ma l’unico Gesù; a incontrarci in Lui. Ministri di “comunione”: non solo perché portate il Sacramento, ma perché servite l’unità delle membra del Corpo di Cristo che è la Chiesa».

«Il Signore vi accompagni, – ha quindi concluso mons. Napolioni – il Signore vi renda testimoni gioiosi, generosi di questa carità finissima. E ci renda tutti consapevoli delle grandi certezze che animano il nostro cammino di fede. Si vedrà anche da voi che la nostra Chiesa sa – ha detto il vescovo richiamando la lettera pastorale uscita proprio l’8 dicembre e intitolata “La Chiesa lo sa” – quanto il suo Signore è vivo e quanto corrisponde alle attese più profonde di ogni cuore umano».

La celebrazione dei Secondi Vespri dell’Immacolata, presieduta dal Vescovo, è stata concelebrata dai canonici del Capitolo della Cattedrale e alcuni parroci che hanno voluto accompagnare e sostenere quanti nelle proprie comunità svolgono questo ministero. Una celebrazione che, in questo Anno Santo, ha assunto il carattere giubilare.

Al termine della celebrazione don Francesco Gandioli, dell’Ufficio liturgico diocesano, ha consegnato ai nuovi ministri e a quanti hanno ricevuto il rinnovo il tesserino di attestazione e riconoscimento del proprio servizio. (www.diocesidicremona.it)


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti