Ospite in redazione il presidente della Provincia, Roberto Mariani: intervista a tutto campo su rilancio del territorio, criticità su ponti, progetti sulle tangenziali e dibattito sul nucleare
Un territorio, quello cremonese, da aggregare e rilanciare, superando le criticità in ambito di viabilità (ponti e tangenziali in primis), ma anche nel mettere a sistema i serivizi e le offerte sui territori.
Ne abbiamo parlato con il Presidente della Provincia di Cremona, Roberto Mariani, con cui abbiamo affrontato anche temi di stretta attualità come il ritorno al nucleare.
Presidente, da poco tempo è alla guida della Provincia, un territorio diviso, in cui c'è molto da fare. Come è possibile rilanciare il territorio, riaggregandolo?
"Credo che questa sia una grande scommessa, il lavoro più grande che abbiamo davanti come nuova amministrazione Provinciale, cioè aggregare un territorio che vada di pari passo, alla stessa velocità. Ciò passa da una questione fondamentale, cioè che non si ragioni per comparti stagni, ma in maniera complessiva: è inimmaginabile pensare ad un rilancio non coinvolgendo tutte le zone, un'interlocuzione tra il territorio cremonese, quello casalasco e quello cremasco per dare una competitività e una importanza di interlocuzione dell'ente Provincia con gli enti istituzionali più alti, come regione e ministeri".
La provincia di Cremona, terra di fiumi, ha diversi problemi relativi ai ponti, di cui leggiamo spesso anche nella cronaca (il ponte su Po a Cremona, quello di Casalmaggiore, di Calvatone e Spino d'Adda). A che punto siamo?
"La questione più significativa riguarda i ponti sul fiume Po per la complessità dell'intervento data dalla portata del fiume. La questione del ponte di Cremona: siamo in contatto costante con l'amministrazione provinciale di Piacenza insieme al Comune di Cremona e Castelvetro per una condivisione in merito al cronoprogramma e quindi sull'inizio dei lavori e sulla chiusura o senso unico alternato, che ancora a ieri non c'era e non si sa se riuscirà comunque a garantire il senso unico alternato per tutta la durata dei lavori. E' quindi possibile, anche se ora non preventivabile, una chiusura parziale e non integrale sul ponte in ferro di Cremona. Poi ci sono altri due ponti sul Po, quello di Casalmaggiore e il Ponte Verdi. Sul primo la Provincia di Parma sta ultimando il progetto, dovrebbe essere pronto tra marzo e aprile, poi il progetto verrà preso in carico e gestito direttamente da Anas. Siamo quindi in fase di progettazione preliminare, poi si dovranno trovare le risorse e questo è l'altro grande tema. Sul Ponte Verdi di San Daniele Po, altro elemento di criticità. Stiamo tenendo i contatti sia col collega della Provincia di Parma che di Piacenza per scongiurare che, nel caso di chiusure totali, ci sia una concomitanza perchè sarebbe una fonte di isolamento difficile da governare. Anche sul Ponte Verdi sembra che comunque si possa scongiurare la chiusura, ma resta il tavolo aperto per evitare chiusure in contemporaneità
Altro punto caldo, le tangenziali, che hanno trovato spazio nelle notizie di questi giorni. Facciamo un punto sulla tangenziale di Dovera (dove un volantino ha messo a rumore il cremasco) e su quella di Casalmaggiore. Ci fa anche qui un punto della situazione?
"Credo che su questo tema vada fatta un'operazione verità: innanzitutto la tangenziale di Dovera, contenuta nel Piano Marshall - Piano Lombardia della ripresa post-covid, è finanziata da Regione Lombardia per 13milioni di euro ma per il suo completamento richiede un'ulteriore disponibilità di altri 5 milioni e mezzo di euro. Questi soldi la Provincia non li ha da mettere, Regione Lombardia nemmeno e il Comune di Dovera neppure, quindi rischia di essere un'infrastruttura che rischia di aver avuto una locazione di bilancio ma non può essere realizzata. Oltretutto il progetto dovrà essere rivisto perchè è stato bloccato dalla Sovrintendenza per un problema legato alla presenza di un edificio storico lungo un tratto del passaggio. Si tratta quindi di un'opera che ha sì 13milioni ma che nella realtà ha delle grandissime difficoltà di realizzazione. In merito al volantino uscito, non è assolutamente vero che non ho parlato con il Comune di Dovera e con il sindaco perchè lo scorso 27 gennaio con Signoroni direttamente nel mio ufficio, durante il quale gli è stato detto chiaramente che c'era questa operazione della Provincia su questa allocazione di risorse. Ma vado oltre: per me fare buona amministrazione significa anche saper andare un po' fuori dagli schemi "cremasco-casalasco-cremonese" ma ragionare sulle priorità e credo che sia innegabile che sulla tangenziale di Casalmaggiore ci sia un'emergenza forte e che sia una priorità del territorio quella di realizzare o almeno iniziare a intervenire per realizzare quell'emergenza. Il fatto che sia uscita l'idea che le risorse del cremasco sono da allocare sul cremasco non è corretta: si tratta di risorse della Provincia; detto ciò, mi si deve spiegare, quando è stato fatto il Piano Lombardia di circa 55milioni di euro, con chi è stato deciso di quali fossero le opere da inserire in quel piano, decise senza concertarle coi territori. Penso invece che il percorso avrebbe dovuto essere proprio il contrario, cioè riunire i territori, sentire le esigenze e individuare le priorità, anche sull'allocazione delle risorse: a Casalmaggiore sono stati allocati 0 euro.
L'Area Omogenea Cremasca è riuscita a mettere a sistema i Comuni di un intero territorio, gestendone i servizi: è un'esperienza esportabile anche ai Comuni del cremonese e del casalasco?
"Penso proprio di sì, anzi sono convinto che sia necessario di fare tesoro di ciò che funziona. Abbiamo iniziato un lavoro che è già a buon punto sull'area casalasca per arrivare alla costituzione di un'area omogenea anche in quell'area di territorio. E' fondamentale che anche il vecchio distretto cremonese trovi una sintesi e ad individuare un'area omogenea del cremonese. In questo contesto entra in gioco un ruolo importante che sarà quello della città capoluogo che sarà coinvolta in questo percorso. AL di là della collaborazione amministrativa, sul cremasco si è creata una rete virtuosa di servizi con la nascita di consorzio.it che è una società strumentale per i comuni del territorio per progettazione, sportello unico delle imprese e tanto atro. Anche su questa parte si può fare una importante riflessione: c'è AEM su Cremona, Autostrade Centropadane S.r.l e c'è Casalasca Servizi che in un discorso complessivo di aree omogenee possano fare un discorso veramente importante per dare servizi ai comuni del territorio.
Passiamo all'attualità stretta anche a livello nazionale: è tornato nel vivo il dibattito sull'energia nucleare. Lei, sindaco di un Comune rivierasco, Stagno Lombardo, che si affaccia sul Po, cosa ne pensa?
"Io personalmente sono stato molto sorpreso sulle uscite di qualche politico in questi giorni per esempio sulla questione Caorso ad esempio. Il tema energetico ce lo dobbiamo porre in questo paese perchè serve per quanto possibile un'autonomia sul piano delle fonti; allo stesso tempo però credo che questo Paese si sia chiaramente espresso sulle questioni del nucleare e che non si possa buttare nel cestino un referendum che ha dato un determinato esito. Io sono dell'opinione che comunque sia un tavolo sull'autonomia energetica sia assolutamente necessario e che a quei tavoli debbano sedersi sicuramente quelle figure che hanno competenza in materia, ma anche i territori ma in maniera sgombra, non con dei preconcetti o pregiudizi sulle politiche energetiche che stanno emergendo. Il nucleare è un grandissimo tema di riflessione anche perchè al di là della scelta del nostro governo, siamo comunque circondati oltre confine da realtà consolidate di presenza di centrali nucleari. Sulle questioni del Po sono preoccupato perchè sembra che la Provincia di Cremona possa essere tra quelle interessate dall'individuazione di siti e spero tanto che nel caso -mi auguro di no- in cui diventi uno dei siti individuati, abbia la possibilità di sedersi al tavolo e dire la sua".
Presidente, lei è favorevole a una candidatura del nostro territorio a capitale della cultura 2028. Riusciremo ad esserci?
"Con me apre un portone, non una porta. Alla presentazione del nuovo brand 'Visit Cremona' ho fatto un intervento proprio in merito a ciò. Ho partecipato alla presentazione di "Pesaro 2024" come capitale della cultura e sono stato veramente colpito dalla proposta di quel territorio con un progetto sulla città ma anche sui 48 comuni della provincia. Credo che questa sia una sfida, la competenza è del Comune che deve proporre una manifestazione di interesse, poi si lavora assieme su questo progetto. Bisogna mettere in campo un sistema virtuoso che, al di là della candidatura, possa dare slancio a tutto il territorio della provincia in una visione a lungo termine."
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commenti
Marco Degli Angeli
4 febbraio 2025 15:32
Per la nostra provincia i soldi mancano sempre (in particolare per cremasco e casalasco che devono contendersi le briciole). Peccato però che Regione Lombardia, che tenga in frigorifero da anni 109 milioni di euro del piano Marshall come accantonamento per l'autostrada Cremona Mantova. Con quei soldi ci sarebbe copertura sia per la tangenziale di Casalmaggiore che per quella di Dovera. In più avanzerebbero altri 80 milioni abbondanti per altre opere veramente utili e sostenibili (ciclabili, case di comunità, medicina del territorio etc ...).