28 febbraio 2021

Paderno Ponchielli ha ricordato i suoi morti per Covid tra preghiere, musica per violino e don Mazzolari

Parole e musica ancora una volta hanno unito credenti e non credenti nel ricordo di chi nel 2020, l’anno del Covid19, ha lasciato questa terra e di chi, con impareggiabile senso civico, ha svolto il proprio dovere professionale o volontario anche rischiando la propria vita. Questo il senso della commemorazione che nell’assolato pomeriggio di domenica 28 febbraio si è svolta nel cimitero di Paderno Ponchielli. Un evento promosso dalla Parrocchia, dal Comune e da tutte le associazioni presenti sul territorio.

Daniela Coelli, con la sua voce calda e appassionata, ha letto alcune testimonianze tratte dal libro “L’amore salva ancora” edito da Teleradio Cremona Cittanova e voluto dall’ufficio di pastorale della salute. Prima quella di un medico dell’Ospedale Oglio Po, il dottor Ferdinando Amato che ha descritto l’incapacità della scienza medica di debellare il virus, poi quella di un altro medico che è stato contagiato dal virus ed è stato intubato, il dottor Gianmario Corbani, infine sono state ricordate altre vittime: i familiari dei defunti per Coronavirus che non hanno potuto nemmeno tenere la mano ai propri cari nel momento del trapasso e le tante persone con la “sindrome della capanna”, cioè la paura ossessiva di uscire di casa, di riprendere le relazioni con gli altri. “In realtà – ha letto Coelli - la pandemia ci ha reso tutti più fragili e vulnerabili. Non che la vulnerabilità sia un male. Anzi. Se accolta essa ci può condurre ad una visione più riconciliata con le cose e con il mondo: ci sono realtà che non si possono controllare e che bisogna accettare pazientemente”.

Tra una lettura e l’altra il maestro Aleksander Qyteza ha offerto alcuni struggenti brani al violino, tra i più toccati, senza dubbio, l’Ave Maria di Schubert. 

Quindi l’arciprete, don Claudio Rasoli, ha letto il brano evangelico della morte di Cristo e ha recitato una preghiera di grande impatto emotivo: “Tu, uomo dei dolori, che nulla ti sei risparmiato dell’avventura umana, tu, uomo dei dolori, che ben conosci il patire, tu, uomo dei dolori, gravido del pianto di noi creature fragili e corrotte, ti chiediamo umilmente di accompagnare nei pascoli verdeggiati del Paradiso le nostre sorelle e i nostri fratelli, morti per Covid19, morti senza un funerale, morti in quel 2020 che pur maledetto da tutti e sempre un anno di grazia che tu ci ha donato per conoscerti, amarti e seguirti”. Dopo la benedizione delle tombe, mentre una lieve musica meditativa si librava per il cimitero, sono stati lanciati in cielo 34 palloncini tanti quanti sono stati i deceduti dell’anno della pandemia, sette di essi era rossi, rappresentavano le sette persone che sono state strappate alla vita dal Covid19.

Il sindaco Strinati ha quindi preso la parola per ricordare con commozione questi padernesi e di seguito ha svelato una targa a loro dedicata: una sorta di memoriale per le generazioni future.

La nutrita assemblea, che affollava sia il viale centrale sia quelli laterali, ha quindi seguito in assoluto silenzio la bella preghiera di don Primo Mazzolari “Ci impegniamo”, un chiaro invito a vivere da protagonisti i prossimi mesi e a darsi da fare per costruire una comunità ancora più unita e solidale.


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