Partita in ospedale la sperimentazione di ReiThera "Un vaccino italiano ci consentirà di essere autonomi" dice Pan
Oggi, presso l’Ospedale di Cremona, sono state iniettate le prime due dosi del vaccino italiano per contrastare il covid. Un giorno importante in cui assistiamo alla Fase 2 della sperimentazione di ReiThera, la fase in cui il vaccino viene inoculato. Protagonisti di questa giornata sono Gabriele Zambelloni di 61 anni e Stella Bellini di 44.
Età differenti, un uomo ed una giovane donna, uniti dal desiderio comune di fare qualcosa per aiutare ad uscire al più presto da questa pandemia. Due figure come molti, alcuni rimasti nell’ombra, che cercano di offrire il proprio contributo per trovare una soluzione, un nuovo passo per uscire dall’apparente limbo in cui il covid ci ha costretto.
“Per cercare di velocizzare i tempi nella risoluzione della pandemia servono ulteriori sforzi, serve un altro vaccino perché non tutte le persone tollerano tutti i vaccini ed averne uno in più aprirebbe nuovi spazi a chi, fino ad oggi, non ha potuto aderire a quelli disponibili – spiega il Dr. Angelo Pan, primario del reparto malattie infettive dell’Ospedale di Cremona – un impegno che si deve aggiungere a ciò che già è stato scoperto e messo in atto ma, anche, per aumentare la capacità di produzione mondiale dei vaccini. Avere una maggiore capacità produttiva rappresenterebbe un aspetto vantaggioso per la nostra Nazione. Un vaccino italiano, pensato in Italia, studiato in Italia e prodotto qui, consentirebbe di diventare autonomi e potrebbe essere un aspetto molto importante per l’intero pianeta.”
Ancora una volta Cremona è con i riflettori puntati da tutta Italia. L’obiettivo è chiaro: per affrontare un’emergenza sanitaria dalla portata mondiale Cremona scende in campo nella ricerca di nuovi vaccini sicuri ed efficaci.
“Abbiamo fatto un appello alla popolazione cremonese per aiutarci in questa fase delicata e la risposta è stata ottima – sottolinea il Dr. Andrea Macchiavelli, Dirigente Farmacista – oggi abbiamo iniziato le somministrazioni ai primi due volontari ma, in settimana, continueremo la selezione attenta dei soggetti più idonei. In più di 250 volontari hanno aderito a questa fase sperimentale. Per ora la somministrazione avverrà su circa una quarantina di soggetti. Un vaccino che per quanto riguarda la composizione è più simile alla formulazione di AstraZeneca, più vicino a Pfizer per le caratteristiche tecniche del flacone in sé: temperatura di conservazione e modalità con cui deve essere scongelato. ”
Cremona, ormai ad un anno dall’inizio della pandemia, sta dimostrando di avere un grande spirito. Molte sono le difficoltà a cui la città è sottoposta da numerosi punti di vista, da quello economico a quello in tema di contagi. L’attenzione è alta ma è altrettanto elevato il coraggio con cui la popolazione sta reagendo. Per Cremona rappresenta un momento importante. Forse, una luce all’orizzonte c’è, questo è il messaggio che a gran voce si vuole dare ma serve, ancora, molta cautela. Il virus non è scomparso. È una guerra invisibile che, per ora, non consente di abbassare la guardia.
(foto studioB12)
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commenti
Marzia Mariotti
29 marzo 2021 16:53
Un ottimo articolo. Bravissima Beatrice.
Famiglia Tabaglio