21 novembre 2024

Per la prima volta le immagini del nuovo sistema di illuminazione di Sant'Agostino in attesa dell'inaugurazione di sabato. Dopo mesi di chiusura la chiesa torna a splendere bella come non mai

Il nuovo impianto di illuminazione di Sant'Agostino supera di gran lunga le aspettative. Il lavoro svolto ha dato i suoi frutti, e la chiesa sembra quasi risplendere di luce propria. Adesso è possibile godere di ogni decorazione, di ogni dettaglio nascosto che si alza su per i pilastri, e il tutto senza alcun tipo di disturbo visivo, questo perché le nuove luci sono di un tipo particolarmente discreto, perfettamente collocate nello spazio e quando spente praticamente invisibili.

"La filosofia che ha guidato il progetto è stata quella del voler riprodurre la luce naturale - ha spiegato don Irvano Maglia, parroco di Sant'Agostino - è una luce calda, impattante quel tanto che basta per mettere il risalto il valore delle opere senza andare in alcun modo a influenzare lo svolgimento della liturgia". Sant'Agostino racchiude al suo interno alcune opere d'arte dal grande valore storico e artistico, prima fra tutte la Madonna con bambino in trono tra i Santi Evangelisti e Agostino. Proprio in relazione a questo importante patrimonio, il nuovo impianto "illumina in maniera diffusiva ogni opera, eliminando le ombre ma anche le luci eccessive. Ogni capolavoro è illuminato da luci a lui dedicate e grazie a questo elemento sono tornati ad essere visibili elementi che prima sarebbe stato impossibile vedere".

Grazie al progetto del professor Marco Palandella, docente dell'Università di Lugano e ingegnere illuminotecnico che sabato alle 17.30 preseterà il nuovo impianto, adesso è possibile andare a scegliere fra tre diverse configurazioni di luce in base alle necessità e agli eventi in Sant'Agostino. In ordine crescente di luminosità, il primo settaggio è quello "di servizo", che vede uno sfruttamento ridotto della potenza d'illuminazione per consentire di svolgere giusto l'essenziale. Il secondo è quello "festivo/feriale", creato ad hoc per le celebrazioni. In questo caso la luce si concentra sul presbiterio, lasciando le navate in un'atmosfera più adatta alla meditazione e alla preghiera. il terzo settaggio è quello per i gruppi organizzati e le visite guidate. In questo caso si sfrutta a pieno il potenziale dell'impianto rendendo la chiesa apprezzabile da ogni angolazioni, senza eccessi né esagerazioni luminose.

La presentazione ufficiale dell'impianto si terrà questo sabato alle 17.30, e per l'occasione interverranno il sopracitato professor Marco Palandella e lo storico dell'arte Giorgio Voltini. Al termine dell'inaugurazione, grazie al nuovo impianto d'illuminazione sarà possibile godersi come mai prima d'ora le opere custodite nella chiesa, in particolare quella del Perugino (visibile in foto). La Madonna con bambino in trono tra i Santi Evangelisti e Agostino è un capolavoro datato 1494, realizzato da Pietro di Cristoforo Vannucci, più comunemente conosciuto come Perugino. Chiamata anche pala Roncadelli, in onore della ricca famiglia cremonese che la commissionò apposta per metterla in chiesa, l'opera fu trafugata nel 1796 a causa delle soppressioni napoleoniche, che la portarono ad arrivare fino al Louvre in Francia. Nel 1816, grazie all'intercessione di Francesco I re di Austria, la pala Roncadelli tornò a Cremona, anche se non nella sua collocazione originaria.

Per conoscere qualche altro dettaglio delle opere custodite in Sant'Agostino, basterà cliccare qui.

 

Luca Marca


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