Polo logistico di San Felice, la LCP ridurrà le dimensioni del progetto presentando alla Provincia una diversa soluzione per ottenere la VIA
Tutto archiviato e rinviato a data da destinarsi. La Provincia di Cremona ha comunicato lo scorso 27 settembre la chiusura della procedura senza alcuna espressione di giudizio sulla realizzazione dell’area logistica di San Felice proposta dalla LCP. La multinazionale aveva richiesto a luglio la verifica di assoggettabilità alla VIA provinciale, di cui si era discusso nell’unica conferenza di servizi del 16 settembre. La Valutazione di Impatto ambientale si era resa necessaria in quanto il progetto rientra tra le piattaforme logistiche, depositi di merci o veicoli, centri di magazzinaggio generale e simili, che interessano una superficie operativa superiore a 3 ettari. Il progetto, pur migliorato rispetto all'originale anche grazie ai diversi passaggi nella Commissione Paesaggio del Comune e con le nuove modifiche richieste dalle associazioni ambientalistiche, avrebbe cambiato radicalmente la zona, sia dal punto di vista urbanistico che del traffico. Di 295mila metri quadrati è l'area interessata, più di 120mila metri quadrati la nuova parte coperta nella cosiddetta area Vanoli. L’insediamento, secondo le stime, porterebbe circa 500 nuovi posti di lavoro ma anche 1.600 movimenti giornalieri di mezzi pesanti, tra ingressi ed uscite su via Mantova, oltre a 160 passaggi di automezzi di stazza media e a 568 spostamenti di veicoli leggeri utilizzati dagli addetti che lavorerebbero nella nuova piattaforma logistica di San Felice secondo gli studi del traffico allegati al progetto. Inoltre l'impatto, pur con tutti i miglioramenti già ottenuti, è costituito da 123mila metri quadrati di area coperta sorgeranno su quelli che attualmente sono campi agricoli, suddivisi in 6 strutture. Ora la pratica di fatto è ferma, in quanto la Provincia non si ritiene competente a decidere su superfici operative superiori ai 20 ettari e una capacità di movimentazione di merci superiore alle 400.000 t/anno. Ma, anziché passare la palla alla Regione, sembra che LCP sia intenzionata a presentare alla Provincia una diversa soluzione, con superfici più ridotte in modo che sia questa a decidere sul rilascio della VIA, riducendo notevolmente i tempi dell’autorizzazione.
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