Porte aperte a casa di Lucia Zanotti. In vendita quadri e altre sue opere per l'associazione in difesa delle donne. Lucia, una vita vissuta con coraggio ed eleganza
Venerdì 26 maggio dalle ore 16.00 alle 19.00, Lucia Zanotti, aprirà le porte della sua casa museo, in Via Tofane 23, vicino alla Chiesa di San Michele, zona Porta Romana, per l’appuntamento “Open House”, ovvero, casa aperta. Di cosa si tratta? L’open house è una tradizione, una usanza che ha origine negli Stati Uniti e si è diffusa a macchia d’olio in tutti i paesi anglosassoni ed ora sta prendendo piede anche in Italia. Si tratta, in pratica, di aprire le porte della propria abitazione per mostrare e mettere in vendita ciò che si desidera. Nel caso di Lucia Zanotti saranno messi in vendita quadri ed opere da lei stessa realizzati ed il ricavato verrà donato ad A.I.D.A. Onlus, Associazione che si occupa di aiutare e sostenere le donne vittime di violenza, di stalking, maltrattamenti fisici e psicologici.
Lucia Zanotti è una figura della città di Cremona decisamente affascinante. Giornalista, poetessa, fotografa, pittrice, da sempre attiva nel mondo del volontariato e molto altro, sicuramente, musa ispiratrice per le donne delle future generazioni. Una Donna che ha fatto la differenza. Incarna l’essenza della parola libertà, intesa come quel meraviglioso e potente valore di appartenere a sé stessi, con il senso di rispetto verso la propria persona e verso il prossimo come unità di misura. Nessuna delle parole da lei pronunciate può essere definita retorica. Ci ha aperto le porte della sua casa e, per noi, si è aperto un mondo fatto di racconti di una vita vissuta con coraggio ed eleganza, una vita conquistata millimetro dopo millimetro, in un periodo storico dove farsi strada nel mondo professionale non era per nulla scontato ed essere donna, in una piccola città come Cremona, sicuramente, non aiutava e, forse, non aiuta molto nemmeno oggi.
La Dott.ssa Lucia, con una laurea con lode conquistata all’età di 65 anni come terapia per reagire ad un momento non facile della sua vita, ci ha fatto viaggiare virtualmente tra le meravigliose foto e gli acquerelli appesi alle pareti della sua casa. Testimonianze di viaggi, imprese sportive, premi di riconoscimento dagli Stati Uniti dove, per ben vent’anni della sua vita, si è impegnata come cofondatrice del Circolo culturale Fodri. Il Circolo nacque, infatti, nel 1972 e, nel corso degli anni, i rapporti di collaborazione e scambio culturale andarono sempre più ampliandosi con gli Stati Uniti ed in seguito, anche, con Inghilterra, Germania, Austria e Francia. Il Circolo cessò l’attività nel 1992.
Lucia, oggi, ama definirsi una viaggiatrice con lo zaino. La sua corporatura esile ed i suoi occhi azzurri pungenti non devono ingannare, con lei scompare pure il concetto di età anagrafica, perché nel suo petto pulsa il cuore di una trentenne guerriera che molto ha da insegnare ed ha ancora molta voglia di scoprire di questo mondo.
“Arrivo da un’epoca in cui dovevamo conquistare ancora molto come diritti per le persone che lavorano e come donne. Parlo proprio dei diritti per i lavoratori. Un tempo non esisteva la settimana lavorativa, si lavorava, si può dire, da lunedì a lunedì, mi telefonavano dal lavoro anche la domenica mattina – spiega la Zanotti – ho iniziato a lavorare giovanissima alla cantina Ferrari di Dosimo, quelle che chiamavano le colline di Dosimo, poi alla AMOCO come segretaria ed interprete del Direttore, il Dott. Mario Severini, Direttore di raffineria che, per me, fu un grande Maestro di vita – continua – nella vita ho avuto la fortuna di avere altri due grandi Maestri: il primo fu mio Padre Mario, poi mio marito Pier Giorgio Sangiovanni, il mio compagno di vita. Lui scrittore, poeta e giornalista mi ha avvicinato al mondo del giornalismo e della cultura. Ho imparato che la cultura è un fantastico mondo che merita di essere esplorato e scoperto in continuazione. Credo che la mia vita sia stata una forma di opera d’arte, a mie spese, e sulla mia pelle sono stata un’esploratrice”.
Lucia Zanotti è un meraviglioso esempio che siamo il frutto di ciò che la storia della nostra vita ci porta ad essere, c’è chi dal dolore si lascia schiacciare, c’è chi trasforma il dolore in forza, un po' come nel mito dell’araba fenice, un uccello mitologico capace di risorgere dalle proprie ceneri, per trovare nuova linfa vitale per non arrendersi e non lasciarsi schiacciare dagli eventi della vita. Sicuramente, non è facile.
I particolari della nostra intervista nel video realizzato da Gianpaolo Guarneri, StudioB12.
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commenti
claudio
24 maggio 2023 17:12
E' una Signora di cultura con la esse maiuscola!!!!!!!!!!!!!!!!