6 aprile 2022

Presentato il libro sulla grande famiglia dei fotografi Betri (Aurelio, Giuseppe e Pirro) e la più antica foto di Cremona (1859)

Introdotto dalla direttrice della Biblioteca Statale Raffaella Barbierato e dalla storica dell’arte Mariella Morandi è stata presentata nella sala Carini Dainotti della Biblioteca l’ultima fatica di Roberto Caccialanza dedicata alla dinastia dei Betri, la prima famiglia di fotografi cremonesi.

E’ il frutto di una ricerca effettuata in archivi pubblici e privati, tra cui i fondi della Biblioteca Statale che conservano 3500 lastre fotografie e circa 2900 pellicole in buona parte ancora da studiare. Ma è stata anche l’occasione per un excursus storico su quel periodo in cui la fotografia, che per lungo tempo va a braccetto, dopo la seconda metà dell’Ottocento soppianta lentamente ma inesorabilmente la pittura nei lavori, ad esempio di Pietro Groppi, piuttosto che in quelli di Giuseppe Gorra.

ll libro “I Betri fotografi di Cremona. Le biografie definitive”, frutto di dodici anni di ricerche, è il volume n. 7 della serie internazionale “Storie di fotografi” curata da Caccialanza, che ha il patrocinio della ESHPh - European Society for the History of Photography, una delle due Istituzioni più importanti al mondo per lo studio della storia e della tecnica fotografica. Ulteriori ricerche seguite alla pubblicazione della monografia “Fotografi a Cremona fra l’Ottocento e il Novecento” (Fantigrafica 2010) hanno portato a trovare una notevole quantità di documenti, fotografie e informazioni inediti sul lavoro pluridecennale dei professionisti cremonesi, tanto da giustificare la realizzazione di questo nuovo studio esaustivo e conclusivo sulla vita e sull’attività di Aurelio, Giuseppe e Pirro Betri. Il volume “I Betri fotografi di Cremona” è composto di 192 pagine a colori, il più corposo fra quelli sino ad ora usciti della serie “Storie di fotografi”.

Ad un breve excursus sulla storia della fotografia a Cremona prima che Aurelio Betri iniziasse la sua carriera (1865) seguono i tre distinti testi biografici su Aurelio, Pirro e Giuseppe Betri, intervallati da 129 immagini, alcune delle quali assolutamente inedite che mostrano la città, i suoi monumenti, oggetti e opere d’arte, oltre a ritratti eseguiti negli stabilimenti “Bertarelli e Maruti”, “Aurelio Betri”, “Aurelio Betri e figlio”, e “Giuseppe Betri”. I materiali documentari e fotografici più interessanti provengono dalle collezioni dell’Archivio di Stato, della Biblioteca Statale, del Museo Civico “Ala Ponzone”, da altre Istituzioni non cremonesi e da collezionisti privati (inclusa la raccolta Caccialanza).

Spiccano le eccezionali riproduzioni fotografiche del pizzo che si crede appartenuto “alla culla del Re di Roma” (1875 ca.), dell’affresco quattrocentesco scoperto nel 1875 nel “fabbricato ex Carceri”, del disegno di un trittico reliquiario in tre spartiti realizzato da Bartolomeo e Jacopino da Reggio (1878-1880 ca.); vi sono, poi, un inconsueto ritratto di bambini rachitici dell’asilo di “via Bassa” (via Ruggero Manna, 1878-1879 ca.), le vedute dell’interno della chiesa di S. Pietro (1889) e dei lavori di costruzione del Politeama “Verdi” (1897).

Nelle ultime pagine sono state pubblicate le sequenze cronografiche dei numerosi logotipi stampati sul retro delle fotografie in formato carte de visite e cabinet prodotte negli stabilimenti Betri dal 1865 al 1910, grazie alle quali d’ora in poi sarà più facile datare i vari esemplari. Il libro contiene altre fotografie straordinarie e assolutamente inedite non prodotte dai Betri: la Piazza del Duomo addobbata a festa in occasione della visita del re Vittorio Emanuele II (20 settembre 1859, la veduta più antica di Cremona sino ad oggi conosciuta); uno scorcio del palazzo situato all’angolo fra Corso Vittorio Emanuele II e via Ettore Sacchi (1860 ca.); gli ospiti in costume settecentesco che parteciparono alla festa da ballo svoltasi nel salone ottagonale di Palazzo Cattaneo in via Oscasali nel Carnevale 1885.

 

Fabrizio Loffi


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commenti


ennio serventi

7 aprile 2022 06:25

se non ricordo male "strada Bassa" era l'attuale via Bissolati e "contrada alta" la via Ruggero Manna.