21 dicembre 2024

Storie di scuola. Pulizie all’heavy metal: l’insolita routine del collaboratore scolastico Giuseppe Giordano

Alle 13:50, suona la campanella dell’ultima lezione del mattino. Alle 13:55 spaccate, quando da aule, laboratori e scalinate è sparita persino l’ombra dell’alunno più tiratardi e, all’interno del plesso, vaga, come un’anima in pena, soltanto l’avatar di qualche sparuta segretaria, l’acuto in falsetto, prolungato e vagamente lamentoso, di Jimmy Somerville in “Smalltown boy” - un pezzo indimenticabile ed iconico dei Bronski Beat, almeno per ogni cinquantenne degno di tale età - squarcia il silenzio ovattato dei corridoi dell’I.I.S. “L. Einaudi”.

Ti guardi intorno sbigottita, cerchi di comprendere da dove provenga questo classicone synth pop degli anni Ottanta e la curiosità ti intrippa ancora di più, quando capisci che il sound viene diffuso da uno dei carrelli dei bidelli: da uno smartphone, che fa capolino da un cestello affollato di detersivi, scope, spazzoloni, sacchetti di plastica, spugnette e stracci vari.

È il telefono di Giuseppe Giordano, classe 1969, un collaboratore scolastico, che ama dedicarsi alle faccende in modalità rock n’ roll, forse a causa del suo passato da metallaro incallito. Eppure i modi non sono per niente ruvidi: l’uomo è sempre disponibile e ti sorride impacciato, con gli occhi chiari, in cui brillano pagliuzze d’argento. Giuseppe svolge il suo lavoro con gentilezza e serietà, malgrado la dermatite che gli arrossa e gonfia le mani, per il contatto con le sostanze chimiche, che, giocoforza, deve utilizzare quotidianamente. Del resto, lui, dei guanti, non vuole proprio saperne. Giuseppe Giordano ha girato tanti istituti: è stato ai “7 Fratelli Cervi” di Bonemerse, poi allo “Stanga” ed alle primarie “Don Mazzolari” e “Trento e Trieste” di Cremona. È arrivato in via Bissolati quattro anni fa, dopo aver dato un taglio netto ai capelli, che, un tempo, gli piaceva portare più lunghi. La sfera musicale rappresenta un leitmotiv della sua esistenza, dal momento che, passione per l’heavy metal a parte, Giuseppe ha appeso in casa il diploma da liutaio, conseguito nella locale scuola internazionale di liuteria. Dichiara: “Ascolto un po’ di tutto. Quando riassetto, sto sul leggero: disco music, Vasco Rossi e magari, senza esagerare, qualcosa degli AC/DC. Appena posso, vado a ballare”.

 Ma ha un permesso speciale per pulire… così?

"Un giorno, era estate - spiega Giuseppe - mi si è avvicinata la preside Nicoletta Ferrari e le ho chiesto con soggezione se le dessi fastidio. Lei mi ha semplicemente risposto che stava abbandonando l’ufficio e che potevo sistemarlo. Forse, aveva ragione il professor Michele Talamo, che, purtroppo, in Settembre, è andato ad insegnare altrove. Ogni volta che mi incrociava – conclude Giordano – era solito ripetere che, dove c'è Giuseppe, c'è musica".

Barbara Bozzi


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