Quarta all'Auditorium con un concerto magico, potente, unico per il decennale del Museo del Violino
Un concerto magico, potente e unico nel suo genere per una ricorrenza speciale. E' con Alessandro Quarta, l'istrionico violinista salentino ormai di casa a Cremona, che, sabato sera, il Museo del Volino ha festeggiato i suoi primi 10 anni. Per celebrarne il compleanno Quarta ha composto e presentato, in prima esecuzione mondiale, la suite 'The 5 Elements', secondo appuntamento dello Stradivarifestival, diretto da Roberto Codazzi, giunto alla XI edizione. Il pubblico, che ancora una volta ha riempito l'Auditorium Giovanni Arvedi, è stato rapito dall'opera di Quarta, accompagnato dal pianista Giuseppe Magagnino e dall'Orchestra Bruno Maderna, diretti da Danilo Rossi con la sua piccola bacchetta rossa.
"Teniamo a battesimo la nascita di un figlio. E' una serata speciale. Questa prima assoluta ha avuto un travaglio di nove mesi", ha introdotto Codazzi. La partitura, una 'cosmogonia' affascinante, di Quarta è ispirata ai quattro elementi della natura (terra, acqua, aria, fuoco), che diventano cinque con l'etere. In realtà, l'opera è formata da sei brani perché a introdurre i Cinque elementi c'è la creazione, senza la quale esisterebbe solo il nulla. Quarta ha immaginato “Terra come una dama di classe che ha molto da raccontare”. E Acqua? “Nasce da casa mia, Otranto, la porta principale per l'Oriente”. Aria “è il movimento”. Fuoco “alimenta la vita ma anche la brucia”. Infine, Etere, di cui sono costituti le sfere e i corpi celesti. L'ultimo brano è una sorta di anticipazione di questa prima assoluta: è stato, infatti, il motivo di punta del Tour Roberto Bolle and Friends 2023, in cui Bolle, accompagnsto da Quarta, interagiva sulla scena con un'enorme sfera a rappresentare il pianeta.
Nel 'poema' del violinista-compositore si percepisce quanto di positivo e negativo ci sia in ogni elemento, lo Yin e lo Yang. L'energia trascinante della musica di Quarta, sposata con la sua personalità prorompente e la sua fisicità coinvolgente, è riuscita a mostrarne la carica feconda , ma anche la forza distruttiva. Prima e dopo il bis di Etere, il pubblico ha tributato un caloroso applauso a Quarta e tutti gli altri musicisti, forse uno degli applausi più lunghi levatisi dell'Auditorium.
Gli spettatori hanno avuto modo di apprezzare nuovamente il Quarta grandissimo violinista e di scoprire il Quarta grande compositore. Affaticato, emozionato sino alle lacrime, lui, il virtuoso un po' punk del violino, alla fine si e' rivolto così al pubblico: "E' la quarta volta che vengo qui ma, allo stesso tempo, è la prima perché credo che oggi sia la consacrazione di quello che ho fatto in tutti questi anni. Ho suonato alle Terme di Caracalla davanti a migliaia di persone, ma voi siete un miliardo". Poi il momento dei ringraziamenti "al cavalier Arvedi per il sostegno appassionato all'arte e al sogno di noi artigiani dell'arte, al direttore Codazzi, alla mia manager, alla mia agenzia, al pianista Rossi, alla mia orchestra di oggi e al suo direttore che, come me, ha smesso il frac e indossato i pantaloni". Tra una parola e l'altra Quarta, generoso anche in questo, ha stretto in un affettuoso abbraccio i suoi collaboratori e protagonisti, anch'essi, di questo momento che definire memorabile non e' eccessivo.
Nel pomeriggio, prima del concerto, nella sala Fiorini del Museo, è stato proiettato il documentario 'Storia di un violino e del suo albero'. Diretto e prodotto da Marco Ceccarelli, in collaborazione con Jok Produzione, è il racconto di questo strumento che compie il suo viaggio passando attraverso le mani di una liutaia (Elisabetta Giordano), l'anima di un musicista (lo stesso Quarta) e la voce di Marcello Mazzocchi, un anziano guardaboschi della foresta di Paneveggio, in Trentino. Un docufilm commovente che inizia e finisce con le immagini degli abeti della Val di Fiemme.
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (FotoStudio B12) e poi la proiezione del pomeriggio
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