Questa mattina l'interrogatorio di garanzia di suor Anna Donelli al tribunale di Brescia. L'accusa la attacca, ma la religiosa volontaria al San Vittore "veicolava messaggi di carità"
È arrivata in tribunale poco prima della 10 di questa mattina suor Anna Donelli, la religiosa di origine cremonese sotto indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. La suora si è recata presso il tribunale di Brescia insieme al suo avvocato per l'interrogatorio di garanzia che è durato due ore e mezza, fino alle 12.30.
Suor Anna, che risiede a Milano, una settimana fa era finita agli arresti domiciliari dopo l'inchiesta che ha portato 25 persone arrestate nelle operazioni antimafia, con un sequestro complessivo di oltre 1.8 milioni di euro e numerose perquisizioni in molte provincie.
La donna è arrivata al tribunale di Brescia con un piumino nero e il cappuccio che le copriva il volto, cercando di schivare le telecamere che la infastidivano.
Secondo l'accusa suor Anna sarebbe stata stata a disposizioni dei vertici del clan 'Ndranghestista radicato nel bresciano e comandato da Stefano e Francesco Tripodi "veicolando, in quanto assistente spirituale del carcere, i messaggi tra i membri dell'associazione ancora a piede libero e quelli già in carcere". Un ruolo da messaggera insomma, che avrebbe visto la suora cremonese rendere possibile lo scambio di informazioni tra i membri del clan.
Sempre secondo l'accusa, suor Anna avrebbe da tempo profondi legami con la famiglia Tripodi. Dalle interettazioni emergerebbe che suor Anna avesse stretto un patto con la famiglia e in un dialogo fra Stefano Tripodi e suo padre, il figlio, riferendosi alla religiosa, avrebbe detto che "se ti serve qualcosa dentro, lei è dei nostri".
Accuse gravi, e secondo il giudice il legame con la famiglia malavitosa "non appare né occasionale né insignificante".
Suor Anna respinge con sicurezza tutte le accuse. Il suo avvocato spiega che nelle due ore di interrogatorio la religiosa ha dato una spiegazione per ogni episodio che le è stato contestato, così come a tutte le intercettazioni. La suora cremonese aveva conosciuto i Tripodi quando era volontaria al San Vittore di Milano, e tutti i rapporti non erano altro che derivanti dalla spirito caritatevole di suor Anna nel continuare ad aiutare i detenuti anche finito il periodo della pena. Gli unici messaggi veicolati erano sempre di natura caritatevole, e questo è quello che fanno i volontari.
Dall'avvocato è stata richiesta la revoca degli arresti domiciali. Il giudice si è dato una settimana di tempo per prendere una decisione.
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