Rifiuti abbandonati in via Vulpariolo nel Parco del Po. L'ennesimo gesto di qualche incivile rovina la bellezza della natura
Diceva Maurizio Santoloci, magistrato e giurista molto legato alla questione ambientale: "Abbiamo due codici che regolano la nostra vita. In uno viene spiegato cosa si può e cosa non si può fare. L'altro codice è invece invisibile, ed è quello del 'così fanno tutti', ed è quello che solitamente viene maggiormente seguito". Ed è proprio l'idea del 'così fanno tutti' che dà il via libera a comportarsi in maniera disdicevole, senza rispetto per gli altri e quello che ci circonda, un'idea che fa sentire nel giusto anche chi nel giusto non lo è. Un comportamento, quello del 'così fan tutti', che ha portato per l'ennesima volta ad abbandonare i propri rifiuti nel bel mezzo della natura, senza ritegno o remore di alcun genere.
Questa volta è toccato al boschetto che sorge nei pressi di via Vulpariolo, proprio all'interno del Parco del Po, a meno di 40 metri dall'argine dove passa la ciclabile Ven.To. Siamo nella zona del Canale navigabile, in questa via che si perde nei campi assieme all'argine maestro, fino al confine col comune di Spinadesco. Si tratta di un terreno demaniale che si è visto per l'ennesima volta protagonista di un abbandono smodato di rifiuti, basti pensare che quelli in foto sono solo gli ultimi resti di un'opera di abbandono incontrollato che va avanti da molto tempo. Il Grande Fiume è ormai colmo di detriti e rifiuti di ogni genere, e anche le zone limitrofe sembrano essere tristemente destinate a fare la stessa fine.
Forse non serve ripeterlo, ma è giusto ricordare che non solo l'abbandono dei rifiuti è un'azione illegale, ma è anche un grave gesto dal punto di vista sociale. Chi scarica nel bel mezzo della natura non fa un danno solo all'area interessata, ma è uno sfregio a tutti quelli che passano e devono sorbirsi l'inciviltà di qualcun altro. A maggior ragione in questo caso, dove tutto è stato abbandonato a soli 40 metri dalla strada. Ad una prima occhiata i nuovi rifiuti sembrerebbero essere i resti di un'attività edilizia. Non sarebbe certo la prima volta che un'azienda, dopo avere incassato dal privato cittadino l'equivalente delle spese di smaltimento, decida di intascarsi tutto per scaricare ciò che resta dei lavori dove capita, magari anche nel cuore della notte. Sembra il solito discorso del 'la natura è di tutti', ma forse per una volta sarebbe buona cosa fermarsi e riflettere davvero sul significato di queste parole.
Dove purtroppo è complicato cercare di educare chi per una vita si è comportato in maniera così scorretta, forse è giusto intervenire con metodi di prevenzione che possano per lo meno scoraggiare chi ha intenzione di abbandonare sporcizia dove capita. Una tecnica oggi particolarmente diffusa è quella del posizionamento di fototrappole che possano riprendere in tempo reale chi sta abbandonando qualcosa in luoghi non adatti, allo stesso modo una segnaletica efficace può lasciare intendere all'incivile che quella zona è un posto dove chi di dovere controlla e sanziona. Certamente si tratta di pratiche che non sono a costo zero, ma è anche vero che lo smaltimento dei rifiuti abbandonati diventa un compito del comune, che si vede costretto ad utilizzare i soldi di tutti noi contribuenti per fare pulizia. Un investimento nei metodi di prevenzione può quindi ridurre l'impatto economico nel lungo periodo.
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (FotoStudio B12)
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commenti
Stefano
31 ottobre 2024 16:53
Non tanto l'idea che la natura è di tutti, quanto che è una discarica. Le fototrappole vanno bene, purché funzionino.
harry
31 ottobre 2024 18:11
Le campagne buoniste del tipo "Lo faresti a casa tua" pare non abbiano prodotto risultati. Ed era illusorio aspettarseli!
Lilluccio Bartoli
31 ottobre 2024 21:46
Abbandonano i rifiuti? Ce ne vorrebbero 10 di persone così! Peccato che siano molte di più. Mèi gnàan iöna.
Marco
1 novembre 2024 13:03
Purtroppo sono i soliti scarichi di attività illegali svolte in nero per fare risparmiare il cliente.
E magari non provengono da Cremona.
Fino a quanto per volontà dei governi non si potrà scaricare al 100% quanto si spende per riparare l'auto o fare riparazioni in una casa andrà a avanti così.