Sacra Famiglia, in Cattedrale i vent'anni della cooperativa sociale subentrata nella gestione dell'istituto fondato nel 1932
Una Cattedrale gremita e partecipe, con gli alunni di oggi e di una volta, i docenti, il personale, i genitori e gli amici a occupare i banchi del Duomo in occasione della Messa per i vent’anni della cooperativa sociale Sacra Famiglia, scuola paritaria di Cremona, fondata nel 2003 e subentrata al precedente omonimo istituto nato nel 1932. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Antonio Napolioni nel pomeriggio di domenica 26 novembre. Hanno concelebrato alcuni sacerdoti diocesani legati a questa scuola, tra cui i docenti don Marco Genzini, don Stefano Montagna e don Fabio Sozzi; oltre a loro, il parroco e il rettore della Cattedrale, don Antonio Bandirali e mons. Attilio Cibolini.
La Messa è stata celebrata nel giorno della solennità di Cristo Re, «che è il giorno perfetto, perché ci riconsegna il segreto, il perché una scuola che si ispira al Vangelo non vuole essere una scuola migliore, ma una scuola speciale», ha sottolineato il vescovo all’inizio della sua omelia. «Una scuola speciale perché non nasconde, ma anzi rivela, progressivamente, il segreto di tutte le cose – ha aggiunto – studia l’universo, ma ne conosce il Re, il Creatore; non impone la fede, ma sollecita il desiderio, la ricerca, l’intelligenza, il confronto e il coraggio di credere, di aderire al mistero nascosto nella vita».
Citando il profeta Ezechiele, che scrive “il Signore passerà in rassegna le sue pecore”, mons. Napolioni ha spiegato: «Io non lo immagino come un generale davanti all’esercito, ma come una brava insegnante che fa l’appello e che dopo alcuni giorni non ha più bisogno di farlo; perché li vede al volo i suoi ragazzi, li conosce a memoria i loro nomi, si accorge subito se manca qualcuno, lo sa che dietro quella faccia triste c’è quel problema in famiglia. Certo, c’è la privacy, ma prima ancora c’è la carità. E lo so che costa oggi essere insegnanti, educatori, anche nella non facile relazione con le famiglie, che pur hanno un gran bisogno di non essere lasciate sole». Ha quindi aggiunto: «Il Signore immagina la diversità dei nostri ragazzi. Chi preferisce una materia e chi ne odia un’altra. Chi è pronto a dire la sua e chi va stimolato perché è più timido. Dio si prende cura di ciascuno di noi come una creatura, un figlio, un soggetto da amare in maniera unica e irripetibile. Più la scuola è animata dallo Spirito di Gesù e più è sacra ogni persona di cui si prende cura».
Infine, attraverso le parole di san Francesco d’Assisi, il vescovo ha detto: «”Tu sei bene, tutto il bene, il sommo bene”, quel bene che abbiamo da fare, quel bene che abbiamo da fare, da esprimere, davanti alla diversità delle povertà, delle fatiche e delle miserie che ci vengono addosso e che anche noi sperimentiamo a una sorgente». E ha concluso: «Lui, che è l’unico vero maestro, si fida anche di noi, come suoi strumenti, come sue mani, sua bocca e suoi piedi, verso le nuove generazioni. E allora lo benediciamo perché ci ha rivelato questa possibilità e Lui benedice noi perché la mettiamo in atto ancora a lungo, finché Egli vorrà».
La celebrazione, animata dalla “Mauro Moruzzi Junior Band” e dal coro composto dagli alunni della scuola, è stata occasione per ricordare la professoressa Francesca Beccari, Walter Giussani, socio fondatore della cooperativa, e Giuseppe Manotti, volontario a scuola. Tre “amici” della “Sacra”, venuti a mancare negli ultimi anni, ma la cui testimonianza è sempre viva e illuminante per tanti. «Uomini e donne – ha detto il presidente Paolo Emiliani nel saluto finale – che devono essere indicati come testimoni per altri uomini e altre donne, non solo della scuola, ma della società di oggi». Il presidente ha quindi voluto ringraziare tutti i presenti, tra cui le suore che sono attive da decenni con la scuola dell’infanzia, e tutti coloro che, in ogni ruolo, dedicano impegno e tempo alla scuola. Un ringraziamento, poi, in particolare ai ragazzi che sono «i veri protagonisti e la ragione della nostra opera, la ragione per cui facciamo scuola».
All’uscita della Cattedrale, alcuni ragazzi hanno consegnato ai presenti la stampa di un dettaglio dell’opera Cristo di Francesca Beccari.
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