San Bartolomeo, quella pala di Francesco Boccaccino a Busseto. Sabato messa con monsignor Delpini
Dopo le ricorrenze dell’Assunta e di san Rocco si avvicina, a passi “spediti”, un’altra festa da sempre attesa e sentita anche nei nostri territori, quella di san Bartolomeo apostolo che cade il 24 agosto. Diverse le località cremonesi che saranno in festa, tra queste Casanova d’Offredi, Grumello, Isengo, Picenengo, Cà dè Stefani; Belforte e Castelfranco d’Oglio. L’occasione sarà anche favorevole per andare alla scoperta, in terra emiliana, di un’importante opera cremonese. A Busseto, terra del maestro Giuseppe Verdi, dove quella di san Bartolomeo Apostolo è festa patronale, sono in programma diversi eventi tra sacro e profano. Momento centrale della giornata di festa del 24 agosto sarà la messa solenne presieduta, alle 10.30, nientemeno che da monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano. Il presule presiederà la concelebrazione nella chiesa collegiata dedicata proprio a san Bartolomeo. Chiesa impreziosita, tra le altre cose, dalla pala dell’altare maggiore opera del cremonese Francesco Boccaccino, artista che senz’altro meriterebbe di essere rivalutato. Nato a Cremona nel 1660 circa e morto nella stessa Cremona nel 1750, Boccaccino lavorò anche a Mantova, Genova e Piacenza. Nella pala di Busseto, eseguita intorno al 1704, è rappresentato San Bartolomeo portato dagli angeli in gloria. In questa opera l’apostolo è effigiato in ginocchio sulle nubi, ricoperto di un manto rosso che ne lascia nudo il petto dopo aver colto la palma del martirio, con angeli in gloria che lo innalzano al cielo ed uno di questi che scende in volo a coronarlo ed altri due (a destar in basso) che sorreggono i suoi attributi, la palma e il coltellaccio. Un altro angelo, infine, a sinistra, solleva la pelle. Il quadro si trova al centro di quell’altare maggiore costruito dal cremonese Giovanbattista Febbrari nella seconda metà del secolo XVIII. Tra l’altro la stessa collegiata ospita quindici preziosi tondi con i Misteri dei Rosario del cremonese Vincenzo Campi, fratello minore ed allievo di Giulio Campi e Antonio Campi, autore anche della magnifica pala (che si trova nell’adiacente oratorio della Santissima Trinità) raffigurante la “Trinità tra le Sante Apollonia e Lucia” datata nel 1579. Una chiesa, la collegiata di Busseto, che “parla” dunque anche cremonese, grazie alle belle e preziose opere d’arte che custodisce.
Eremita del Po
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