San Felice, gli ambientalisti chiedono l'accesso agli atti. Mozione del M5S
Gli ambientalisti vogliono chiarezza sull’abbattimento di tre alberi secolari nella via di Corte dei Monaci a San Felice. Questa mattina è stata depositata una richiesta di accesso agli atti, chiedendo dettagli sull'istruttoria, con date e ufficio coinvolti. Ma soprattutto occhi puntati sulla relazione fitostatica degli alberi abbattuti (un pioppo e due querce). In tanti sono convinti che la pianta (oltre 2 mt di diametro) non fosse per nulla malata. Il consigliere M5S Luca Nolli ha presentato una mozione che impegna la giunta “a identificare i patrimoni naturali sul territorio cremonese; a tutelarli ponendo in essere tutte le procedure necessarie a garantirne l’esistenza; a bloccare per un periodo di dieci anni tutte le modifiche al PRG che coinvolgano aree vittime di sfregi a tali patrimoni naturali (includendo in questi anche il pioppo e le querce appena abbattuti a San Felice)”
Nei giorni scorsi ha preso posizione in merito alla vicenda anche il consigliere comunale Santo Canale: “Nelle ultime ore sono stato contattato da alcuni residente del quartiere San Felice spiega in un proprio comunicato - i quali, insieme alle loro osservazioni, mi hanno inviato anche alcune foto e quindi mi è sembrato corretto suggerire alcune cose. Non è la prima volta che intervengo su vicende che riguardano abbattimenti di alberi e nuovi inserimenti. Se sono legittimi i secondi, è sui primi che ci vuole più attenzione e rigore. Apprezzo che il Comune abbia ammesso le proprie responsabilità ma ora vanno messi a dimora almeno altri 50 alberi nel quartiere San Felice.
In particolar modo, l’abbattimento del Pioppo è un danno irreparabile. Ora non resta che lavorare sulle compensazioni e strutturarsi affinché una simile circostanza non capiti più.” Secondo il Comune “L'abbattimento purtroppo è avvenuto per una mancanza procedurale, per cui non è stata richiesta una verifica strutturale nei tempi previsti per legge e di cui l'Amministrazione non può che sentirsi responsabile”. E ancora: “La situazione si è verificata a causa di un momento di transizione dirigenziale che ha fatto slittare i termini previsti per la valutazione del caso specifico.
La proprietà aveva infatti segnalato che le piante in questione erano affette da una malattia, corredando la domanda di abbattimento con una perizia di un agronomo. Purtroppo i tempi si sono prolungati e, a seguito della modalità di gestione della pratica che prevede il "silenzio assenso", le piante sono state abbattute”.
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