Scende acqua dai canali troncati sui muri della chiesa di San Vitale (in vendita) che nessuno apre né tutela
Gli ultimi due giorni di pioggia intensa, hanno evidenziato ancora di più l'abbandono in cui versa la più antica chiesa di Cremona, lo splendido edificio di San Vitale collocata tra via Altobello Melone e piazza Sant'Angelo. E proprio su via Altobello Melone, come dimostrano le foto che abbiamo realizzato, sta scendendo acqua in continuazione da un canale di scolo troncato a tre metri di altezza. Così la pioggia cade sia direttamente sul marciapiede che sui vecchi muri della chiesa. Possibile che nessuno intervenga, nè la Soprintendenza che dovrebbe tutelare il patrimonio artistico nè la proprietà rappresentata dall'Amministrazione provinciale? Tra l'altro è evidente la crescita dell'umidità di risalita anche osservando le murature da via Platina. Alcuni studiosi che hanno recentemente visitato la chiesa sottolineano che anche gli antichi affreschi (alcuni con storie straordinarie) stanno risentendo dell'umidità e rischiano di ammalorarsi e sparire.
D'altra parte l'ex chiesa (170 posti come auditorium) viene aperta solamente tre-quattro volte l'anno. In pieno centro un immobile simile andrebbe utilizzato, valorizzato e fatto conoscere. Cosa che purtroppo non succede. L'ex chiesa era stata inaugurata trent'anni fa da Giancarlo Corada con la magnifica sala di San Vitale, nell'antica chiesa bizantina di Cremona. Fu uno straordinario acquisto per il patrimonio artistico e culturale di Cremona. Tornava così alla città il complesso religioso costruito nel 646 ma nelle linee della seconda edificazione, della prima si sono salvate le fondamenta ancora visibili sotto cristallo della piccola abside.
Si è trattato di una straordinaria operazione di recupero durata una decina d'anni. Dal 1970 l'ex chiesa è di proprietà dell'amministrazione provinciale. L'immobile fu oggetto di un intervento completo di riqualificazione dopo che aveva ospitato a lungo un falegname, un fruttivendolo, alcune abitazioni. Lo aveva voluto Renzo Rebecchi, all'epoca presidente della Provincia.
Eppure quella antica chiesa, secondo Pellegrino Merula, sarebbe stata fatta costruire nel 646 dalla famiglia Ribaldi, insieme a quella vicina dei SS. Cosma e Damiano, poi detta Sant’Angelo, che occupava esattamente l’area ora coperta dal Palazzo dell’Arte. Ma Agostino Cavalcabò ha ritenuto di poterne anticipare la data di fondazione al tempo di Cremona bizantina (553- 603). Il primo documento che nomini la chiesa di San Vitale è del 1088: si sa poi che, nello spaventoso incendio del 10 agosto 1113, San Vitale andò completamente distrutta. Qualche tempo dopo dovette comunque essere ricostruita, se in carte successive del 1186, 1209 e 1210 se ne fa esplicita menzione.
La chiesa ebbe giurisdizione parrocchiale fino a che, nel 1561, dal Vescovo Nicolò Sfondrati fu affidata al Chierici Regolari della Congregazione Somasca perché vi raccogliessero gli orfani. Per alcuni anni, dal 1775 al 1788, San Vitale riprese la cura d’anime poi passò come sussidiaria di Sant’Imerio fino al 1808, quando venne definitivamente soppressa. Vista oggi, con le modifiche eseguite in epoche diverse e manomessa com’è stata evidentemente più di una volta, la lettura storica della chiesa è tutt’altro che facile. Con riferimento tuttavia alla pianta segnata nella mappa dei Campi si riconosce chiaramente che la planimetria e le strutture essenziali che la chiesa presentava sul finire del ‘500 sono ancora quelle attuali. Un peccato che un simile gioiello resti chiuso al pubblico buona parte dell’anno. L'edificio viene infatti utilizzato, a porte chiuse, dagli allievi dell'Istituto Stradivari come sede distaccata per svolgere alcune lezioni.
L’ex chiesa di San Vitale è l’unica sala pubblica a disposizione dell’amministrazione provinciale di Cremona ma è tutt'ora proposta in vendita ad un valore stimato di 2.267.000 euro. Da una decina di anni è inserita regolarmente nel piano delle alienazioni a motivo del suo scarso utilizzo, ma non ha ancora trovato un acquirente.
La sala ha una capienza massima di 170 posti (157 per il pubblico, 11 per i relatori e 2 per i disabili). La concessione è limitata all'utilizzo della sala con annessi cortile, porticato e servizi igienici al piano terra.
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