Se n'è andato Aldo Parati, giornalista cremasco leale e rigoroso. Il ricordo di Antonio Grassi
Si è spento oggi all’ospedale di Crema, Aldo Parati, giornalista, già responsabile della redazione di Crema del quotidiano La Provincia. Aveva 81 anni. Lo ricorda il collega Antonio Grassi.
Aldo Parati era un uomo leale e di parola. Mi ha accolto nella redazione di Crema del quotidiano La Provincia il giorno che ho iniziato il mio percorso di giornalista professionista. Abbiamo lavorato insieme per oltre dieci anni fino alla sua pensione. Era gentile e disponibile. Era un signore.
Giornalista rigoroso ed equilibrato, rispettoso dei colleghi e dei collaboratori, sapeva mediare e ricucire gli strappi. Responsabile della redazione di Crema, era un maestro a stemperare le tensioni.
Era riservato.
La notizia aveva la priorità su tutto, ma prima di pubblicarla pretendeva una verifica ferrea della sua autenticità. Non bastava una fonte più che attendibile per finire in pagina. Serviva almeno una convalida da un altro soggetto. Per quelle potenzialmente causa di contestazioni, proteste, malumori da parte di politici, pubblici amministratori, lettori ipercritici, ne richiedeva due. Se arrivavano le conferme dell’autenticità dell’informazione non esitava a pubblicarla.
Era un professionista esemplare.
Non condivideva il giornalismo improvvisato. Quello di una stampa «spontaneistica durata talvolta lo spazio di una generosa illusione», come aveva scritto in un suo lungo e articolato intervento pubblicato su Ipotesi 80 (aprile 81).
Non inseguiva lo scoop in modo ossessivo. Rispettoso delle persone, privilegiava un’informazione pacata a quello gridata.
Sosteneva che una buona notizia se è tale viene letta anche se il titolo non è strillato e non occupa tutta la pagina.
Con lui è nata la redazione di Crema de La Provincia. Il suo sogno era la completa autonomia da Cremona. Non si è avverato.
Legato al proprio territorio, conosceva persone e tradizioni e la sua Provincia rispecchiava questo spirito.
Amava il teatro, la storia. La cultura in senso lato. Ha scritto libri e collaborato con il Centro Ricerca Alfredo Galmozzi.
Intellettuale prestato al giornalismo, non era pedante e non risparmiava battute fulminanti.
Credeva nei giovani e alcuni dei giornalisti oggi in attività sono cresciuti alla sua scuola. Li aiutava e insegnava loro i segreti del mestiere. Li valorizzava.
E’ stato un collega prezioso e leale. Da lui ho appreso l’importanza di ascoltare la versione di tutti i soggetti coinvolti in un articolo, di non dare nulla per scontato e molto altro.
Gli sono grato per avere accettato di pubblicare dei miei pezzi non in perfetta sintonia con il suo stile sobrio e misurato.
L’ho ammirato per non avermi contrastato in alcune campagne giornalistiche schierate poco congeniali al tipo di giornalismo che prediligeva.
Era legato alla moglie e alle due figlie e la famiglia rappresentava per lui un punto di riferimento imprescindibile.
Per me è stato un esempio. Gli sono debitore. Provo un grande dolore.
Riposa in pace, Aldo.
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commenti
Piergiuseppe Bettenzoli
12 ottobre 2022 16:50
Sono impegnato in politica da 50 anni e provo un grande dispiacere apprendendo della morte di un giornalista corretto, disponibile a comprendere punti di vista
molto diversi dal suo. È scomparso un vero signore. Condoglianze ai famigliari e agli amici, le mie e quelle del partito che rappresento. Che la terra ti sia lieve caro Aldo.