Se n'è andato Primetto Aglio. La sua lezione di vita
Se n'è andato sabato notte a 72 anni Primetto Aglio, da sempre in prima linea come volontario nel suo paese, Casalbuttano. L'Avis e la parrocchia con tutte le sue attività: dall'oratorio alla San Vincenzo, sempre aperto al dialogo e pronto a dare una mano con la sua straordinaria carica umana e sempre con il sorriso. Lascia la moglie Annunciata e i due figli Francesco e Stefano. Ha lavorato a lungo come bancario alla Bcc dirigendo anche la filiale di Olmeneta. Poi la pensione e la possibilità di dedicarsi completamente alla famiglia e al prossimo. Con la forza della fede e la tenacia dell'amore per la propria famiglia aveva condotto una battaglia straordinaria per il figlio Francesco, nato down. Orgoglioso mostrava i progressi di Francesco sia fisici (con una attività sportiva continua fatta di corsa e canottaggio) che intellettivi. Francesco fece benissimo tutte le scuole: a tre anni sapeva leggere, poi le elementari, le medie, le superiori. Nel 2007 fu il primo down con una laurea in Economia Aziendale alla Cattolica. Il nostro direttore Mario Silla, compagno di classe di Primetto, ha seguito negli anni i progressi di Francesco e ha curato il libro "Costasse una vita", diario (di Annunciata e Primetto Aglio) della rinascita di un bambino down. Per ricordare Primetto, riproponiamo la prefazione che Mario Silla ha scritto al libro pubblicato dopo la laurea di Francesco. (r.c.)
UNA LEZIONE DI VITA
Alla fine avevamo un po' tutti le lacrime agli occhi. Il papà Primetto, la mamma Annunciata, i nonni, gli zii. Anch'io, vecchio cronista che pur ne ha viste tante. Un pianto di commozione e di gioia. Francesco, il piccolo grande Francesco, ce l'ha fatta: è dottore in Economia Aziendale. Nell'aula magna della Cattolica c'era lui a ritirare la pergamena con la laurea triennale dopo aver presentato una tesi sulla trasparenza dei bilanci. Lui insieme ad altri ragazzi "normali".
Seguo la famiglia Aglio da tanti anni. Francesco adesso ha 23 anni, da quasi vent'anni mi occupo di lui. Sui giornali ne ho raccontato i progressi, i piccoli passi, le sue conquiste, la carriera scolastica. Quando è nato, i medici hanno detto a papà Primetto: "Non buttate soldi, tenetelo così com'è, è un bambino senza speranza". E invece a tre anni Francesco sapeva già leggere. Ha frequentato benissimo la scuola elementare, le medie, le superiori all'Istituto Einaudi. In seconda aveva una media superiore all'8. Gli ottimi risultati scolastici sono continuati anche in terza e quarta. Poi l'esame di Stato: 95/100. Poi la laurea. Ora il lavoro in un posto di responsabilità.
Quei medici che invitavano alla rassegnazione non conoscevano la fede e la testardaggine di mamma e papà Aglio. Quando Francesco è venuto al mondo e si è rivelata la sindrome di Down, il parroco di Casalbuttano ha cercato di confortare i genitori in lacrime: "Il Signore vi ha voluto regalare un Venerdì Santo. Noi non sappiamo il perché, ma questo costituisce parte del suo disegno riguardo alla vostra vita coniugale. Accettatelo con fede".
Ma Primetto e Annunciata non solo lo hanno accettato, il loro amore verso Francesco era talmente forte che hanno voluto lanciare una grande sfida: "Costasse anche una vita, cercheremo un modo per liberare Francesco da questa sua condizione".
Ce l'avete fatta a vincere?
"La società ha imparato a vivere insieme a lui - dice papà Primetto - ma è ancora lontana da una convinzione che noi abbiamo scolpir nel cuore: Francesco ci è stato donato da Dio per dare una svolta significativa alla nostra vita che rischiava di scivolare nella tranquilla monotonia della normalità. Ci siamo trasformati in strenui difensori di una creatura che altrimenti avrebbe avuto ben poche speranze di frantumare il silenzio ovattato che lo avrebbe avvolto. Lo abbiamo aiutato a mettersi in sintonia con la vita, a viverla, a gustarla in tutta la sua bellezza. E lui la vive con entusiasmo fin dal mattino, quando si sveglia con il sorriso sulle labbra".
Grazie Francesco, Primetto, Annunciata. Nell'aula magna dell'Università e nella vita la lezione l'avete tenuta voi. Ed è per questo che abbiamo raccolto in questo volume, grazie anche alla collaborazione di alcuni amici, il vostro diario fatto di lacrime, gioia e sacrifici. Perchè sia un esempio, perchè sia di sostegno a chi pensa di non potercela fare.
Mario Silla
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